Two Ghosts, Harry Styles

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TEA PARADISO
Non so se preferisco che si sieda davanti o affianco, pensai appena si sedette, almeno essendo seduti vicini avremmo evitato occhiate imbarazzanti.
Giovanni e Federico iniziarono a parlare della partita, ogni tanto intervenivamo anche io e Gianluca, soprattutto con commenti stupidi che facevano ridere solo noi due. Evitavano tutti e due di parlare della festa, lo capivo benissimo, Federico si era messo a fare qualunque genere di domanda a Gianluca. Mentre loro due parlavano e Giovanni mi stava raccontando un po' di Genova sentii una mano sopra il ginocchio, mi strozzai quasi con gli spaghetti.
"Tea tutto bene?" mi chiese Giovanni quando smisi di tossire
"Tutto bene grazie, veramente" risposi sorridendogli e sentendo la presa della mano farsi più forte. Non sapevo cosa fare e cosa pensare, avrei voluto che restassimo amici ma come potevo ignorare il fatto che ci fossimo baciati, che tutto fosse diventato super strano e imbarazzante tra di noi, e soprattutto che mi aveva lasciato lì da sola, senza poi dirmi niente. Non ebbi la forza di togliergli la mano, non potevo negare che mi facesse piacere, ma lo ignorai cercando di seguire la conversazione. Quando iniziò a battere sul ginocchio lo guardai di soppiatto, stava sorridendo. Abbassai una mano per fargliela togliere ma lui l'afferrò e mi fece intrecciare le dita con le sue. Guardai i Simeone sperando che non si fossero accorti di niente e cercai di non pensare a quanto odiassi stringere la mano con qualcuno, per fortuna Gio parlò.
"Ringraziate Tea se questa pasta è salata al punto giusto" disse ai due ragazzi
"Ma questa pasta non è salata al punto giusto!" esclamò Gianluca "è salatissima"
"Infatti la mia aiutante non ha saputo fare neanche quello.." disse lanciandomi un'occhiata giocosa
"Io l'ho detto che cucino solo quando sono sono con i miei parenti calabresi, che poi non è che cucino, aiuto..."
"Glielo vuoi dire tu che ho dovuto buttare via un pacco di pasta per colpa tua?" Disse Giovanni ridendo
"Ssshh, era il nostro segreto Giovanni!" ero tutta rossa in viso
"Il rosso ti dona" disse Federico dando una stretta alla mia mano
"Grazie simpatia"
Colsi l'occasione di sparecchiare e portare il gelato in tavola per staccarmi da Federico. Effettivamente non avevo un vero motivo per essere arrabbiata, era successo e rovinare un'amicizia per questo mi sarebbe dispiaciuto, quindi decisi di mettere da parte l'orgoglio e di tirare fuori le coppe per il gelato.

"Film?" propose Gianluca
"Mmh..." sarei dovuta tornare a casa e avrei anche dovuto studiare qualcosa per non restare indietro con i programmi
"Dai Tea, lo so che domani hai la festa a scuola, non devi studiare nulla, rimani, e poi ti devo riaccompagnare a casa io!" esclamò Gianluca prendendomi per un braccio e trascinandomi accanto a lui nel divano
"Solo se è un Thriller o un Horror però" controbattei
"Fidati di Gianluca, lui se nè intende di cinema"
Federico si sedette alla mia destra approfittando dell'assenza di Gianluca che stava scegliendo il film. Quando fu fatto partire e le luci furono spente sentii Gianluca esclamare "Cazzo, i popcorn!" e corse in cucina seguito da Giovanni, chiaramente preoccupato per quello che il fratello voleva fare.
"Tea mi dispiace...io non so perché l'ho fatto..." iniziò a sussurrare balbettando
"Va tutto bene Federico" gli mentii "guardiamo il film"
"Vuoi guardarlo insieme a me?"
Risi "Già lo stiamo guardando insieme"
"No, così" disse portandomi più vicino a sè
"Abbiamo i popcorn!" esultò Gianluca tornando "Ma..." iniziò quando vide Federico abbracciato a me, ma Giovanni gli tirò una gomitata e si zittì riprendendo il posto sul divano.
Ero davvero stanca perciò mi appoggiai a Federico e sollevai i piedi per metterli sulle ginocchia di Giovanni e sdraiarmi un po'
"Vuoi che te li massaggi anche?" chiese guardandomi storto ma con il suo solito sorriso amichevole. Lo conoscevo da così poco eppure sentivo che era così simile a me
"Stronzo" borbottai appoggiando la stessa sulle gambe di Federico cercando la mia posizione ideale. Lui iniziò ad accarezzarmi i capelli e glielo lasciai fare per venti secondi buoni, ma lo trovavo veramente snervante
"Mi da fastidio" gli dissi girando la testa per guardarlo negli occhi
Lui mi guardò confuso aggrottando le sopracciglia e girò la testa verso Giovanni "Ma non è una cosa che alle ragazze piace?"
"Sì, alle ragazze, lei è più... una scimmia" rispose Giovanni facendomi sorridere, ma lo nascosi e feci la finta arrabbiata "Se non fossi così stanca ti avrei già infilato una banana su per il culo"
"Una scimmia che parla come uno scaricatore di porto" disse Federico ridendo, e iniziò ad accarezzarmi il fianco. Sì, quello mi piaceva, se fossi stata un gatto avrei fatto le fusa ma tanto lui l'aveva capito dalla mia faccia che così stavo bene.

"Tea,Tea,Doroteeeea" sentii una voce chiamare il mio nome. Mi sembrava di muovermi ma non capivo cosa stesse succedendo, ero troppo stanca per tenere gli occhi aperti
"Ti metto... okay, devi cam...nare" sentivo ancora questa voce Il lontananza poi mi sentii girare e i miei piedi toccarono terra. Ma dov'ero? Quelle erano scale di sicuro, e c'era un ragazzo con me "Ah, Fede sei tu" mi lasciai scappare mettendolo a fuoco e stiracchiandomi
"Ti porto a casa, okay?"
Annuii e trotterellai giù per le scale, prima arrivavo alla macchina prima mi sarei distesa
"Corri addirittura ora?"
"Puoi aprire? Fa freddo" lui si avvicinò a me per abbracciarmi ma non glielo lasciai fare, se mi avesse abbracciato non l'avrei lasciato andare via.
Non disse nulla e salimmo in macchina, impostai il navigatore e guardai fuori dal finestrino
"Posso?" disse alzando una mano sulla mia gamba, annuii stancamente e iniziò a disegnare cerchi con il pollice, ma ancora non diceva nulla, era confuso come me? Stava pensando a come dirmi che non voleva vedermi più? Il rimorso lo stava uccidendo?
Volevo sapere cosa pensava, volevo arrivare alle sue emozioni ma ero troppo codarda per tirare fuori quell'argomento.
"Tea, sveglia siamo arrivati, indicami la casa"
"È quella lì, grazie Fede" lo guardai e aprii lo sportello ma lui mi fece segno di aspettare e parcheggiò. Mi accompagnò davanti alla porta, guardavamo entrambi per terra, quella scena era così imbarazzante che scoppiai a ridere contagiando anche Federico. Poi si avvicinò e mi toccò il collo salendo fino alla guancia tenendomi ferma mentre si avvicinava sempre di più, le labbra ormai si sfioravano e la testa mi scoppiava per tutti i pensieri e i motivi per cui avrei dovuto allontanarmi
"Non vedo più Vittoria" disse e mi venne da sorridere, per non farlo a vedere mi morsi il labbro inferiore
"Continuerai a vedere Gianmarco?"
Non risposi, non avevo parole, ma avevo paura che il silenzio lo allontanasse perciò mossi un po' la testa verso di lui, facendo sfiorare le labbra di nuovo, ormai la sua fronte toccava la mia. Invece si allontanò e mi diede un bacio sulla fronte.
"Mi piacerebbe se venissi a vedere un allenamento"
Le lacrime stavano iniziando a bagnarmi gli occhi, volevo solo correre in casa ma se l'avessi fatto avrebbe capito "Certo, mi scrivi il giorno e l'ora?"
"Sicuro, sono contento che tu abbia accettato" disse sorridendomi per poi girarsi e tornare alla sua macchina. Mi sedetti sui gradini fuori casa, tirai fuori una Camel e cercai di fumare via i pensieri.

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora