Non ti ho mai detto, Mondo Marcio

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TEA PARADISO
"Svegliati bell' addormentata, dobbiamo andare" mi sentii chiamare da Federico
"Dove?" chiesi girandomi dall'altra parte
"A festeggiare"
"Ma è mattina presto, festeggiamo più tardi" mormorai tirando le coperte sopra la testa
"Dai su" disse abbassandosi per darmi un bacio sulla testa
"Possiamo stare un po' a letto?" chiesi sporgendo il labbro inferiore
"Due minuti" disse dandomela vinta, si distese accanto a me e lo feci entrare sotto la coperte
"Mettiti la maglia" sussurrai "sei troppo bello, poi ti vogliono tutte, soprattutto adesso che sei libero" cadde un silenzio imbarazzante "non dovevo dirlo"
"Comunque vada sarai sempre l'unica a togliermi il respiro" appena ebbe finito di parlare le mie labbra erano sulle sue, volevo baciarlo per sempre, rimanere lì per sempre
"Sono passati due minuti tigre" annunciò staccandosi "e non lo dico perché non voglio stare qui con te, ma perchè ci aspettano" chi?

"Ora posso toglierla?" chiesi cercando di rimuovere la benda dai miei occhi
"No, aspetta"
"Ma tu non mi avverti dei gradini! Mi hai fatto inciampare già tre volte!"
"Scusa ma non c'era parcheggio davanti a dove dovevamo arrivare. Ferma ora"
mi slacciò la benda e mi accorsi dov'ero. Davanti alla tomba di Rio. Caddi in ginocchio.
"Volevo portarti qua stasera ma chiude presto quindi...."
"Insieme un'altra volta" gli sussurrai toccando la tomba fredda. Avevo chiesto io che venisse messo sottoterra, ne avevamo parlato ancora prima di stare insieme, entrambi volevano una tomba nel prato.
"Gli piaci, sai?" dissi rivolgendomi a Federico
"Questo mi fa molto felice, Tea. Ma penso ancora che ci vorrebbe essere lui al tuo fianco"
"Perché mi abbandonano tutti?" sentii una lacrima scivolarmi lungo la guancia, il ginocchio mi faceva male quindi dovetti rialzarmi, anche se sembra stupido più vicina ero al terreno più vicina mi sentivo a lui. Eppure la sua anima dovrebbe essere in cielo.
"Non ti abbandonano tutti"
"Che ne vuoi sapere tu" sentivo la rabbia sotto la pelle, avremmo litigato ancora, un'altra lacrima e il pensiero che non vedersi era il migliore
"Non roviniamo ogni cosa, almeno oggi" disse abbracciandomi, scacciai via l'ultima lacrima e liberai la mente, un respiro profondo e almeno oggi sarebbe andato tutto bene.
"Sei pronta ad andare?" mi chiese
"Andiamo" mi inginocchiai di nuovo, abbassai la voce in modo che Federico non potesse sentire e gli dissi esattamente quello che gli avevo detto quando avevo portato il calciatore lì. Poi mi alzai e ce ne andammo, ma non mano nella mano, neanche più o meno vicini. Con le mani nelle tasche.

"Tanti auguri bestia"
"Non ho bisogno di togliermi la benda, Ale"
"Se inizi a fare la simpatica mi tengo il regalo"
"Fede, una mano per favore" il ragazzo mi slacciò la benda e andai a ricevere un bacio sulla guancia dal mio amico, Federico mi raggiunse subito cingendomi le spalle con un braccio, tutto il contrario di prima, ma doveva manifestare a chi appartenevo adesso, mi mandava in bestia ma avrei fatto quasi di tutto per tenermelo un po' di più.
"Che belli siete! Ma il suo regalo è stata la benzina?" esordì Alessandro
"Per regalo ci lasicamo" risposi sorridendo, Alessandro non ci credette e rise allungandomi il pensiero che aveva preso per me, era un clipper nero con un teschio circondato da fiori, identico o quasi a quello che avevamo usato la prima volta che avevamo fumato insieme
"Non posso credere che te lo ricordi"
"Mi ricordo benissimo anche che me l'avevi fatto su" mi rimproverò scherzando
"Colpevole, però te ne comprai un altro"
"E da lì diventammo amici sul serio"
"È ora di andare Tea" disse Federico gentilmente, lo guardai e annuii, salutai e ringraziai Ale per l'ultima volta e ci incamminammo verso la macchina, lì mi spinse piano contro di essa e mi diede un lungo bacio.
"Ne vuoi un altro?" chiese
"No" risposi, perché ne avrei voluti infiniti altri

"Questa è la strada per casa mia" dissi sicura
"Ti sbagli" ma sapevo che stava mentendo
"Invece no, la faccio da diciotto anni!"
"Diciannove" mi corresse scompigliandomi i capelli
"Sempre questa è" sbuffai. Spense la macchina, aspettai che mi aprisse lo sportello e lo ringraziai "Dovresti farlo anche quando non ho la benda" scherzai
"Lo farò, promesso" disse
"Non fare quella faccia!" dissi a voce troppo alta
"Hai barato per tutto il tempo!" Si arrabbiò lui credendo che vedessi attraverso la benda
"No, ma ho imparato a conoscerti in tutti questi mesi e so che faccia hai fatto....Se continuiamo così ci facciamo solo più male"
"Tu non mi dovresti conoscere così bene" sospirò
"Neanche tu" lo rassicurai che avevo lo stesso timore, cercai la sua mano nell'aria, lui l'afferrò
"Ora ti voglio felice fino alla fine di questa giornata"
Entrai e mi tolsi la benda, Federico mi portò in taverna, la tavola era apparecchiata per più di cinque persone
"Chi mangia qui?" gli chiesi
"Tutti i tuoi familiari, più Giacomo e i suoi che tua mamma ha insistito facessero parte della famiglia"
"È stata un'idea tua?"
"Si, ma ha cucinato tutto tua madre" disse "vai a ringraziarla" mi diede una leggera pacca sul sedere che mi fece mordere il labbro e corsi su a ringraziare mia madre.
Ma la vera sorpresa fu nel pomeriggio quando mi mise davanti il computer in collegamento con quei due idioti in Danimarca
"Tanti auguri sorellinaaaa" urlò Massimiliano
"Bon anniversaire ma chérie" disse Remie facendomi l'occhiolino, come un fulmine a ciel sereno mi passò l'immagine di quell'uomo che mi aveva molestata, iniziai a respirare a fatica, Federico si chinò prendendomi il mento tra il pollice e l'indice
"Guardami Tea" continuavo a respirare affannosamente
"Guardami" ordinò e automaticamente lo guardai, i suoi occhi erano così calmi, la sua faccia rilassata, non facevo più fatica a respirare ma lo facevo lentamente
"Cos'hai?"
Remie e Massimiliano erano muti, come Giacomo e Erminio poco lontano da noi
"Mi è tornato in mente" sussurrai a Federico
"Ora chiudo" disse subito alzandosi
"No" lo implorai "voglio parlare con loro, è passato giuro"
"Va bene" fece per andarsene ma lo bloccai
"Rimani con me?" Federico guardò Massimiliano che annuì e mi fece sedere in braccio a lui.
Mentre parlavo con Massimiliano e Remie sentivo le carezze di Federico sulla coscia. Sembravamo una bella famiglia ora, nonostante i problemi con i miei. Ora avevo qualcosa qui, con Federico, Massimiliano, Remie, Erminio, Lorenzo e Giacomo e magari presto la fidanzata di qualcuna di loro. Invece la prima volta sarebbe stata anche l'ultima.
Massimiliano stava parlando con Erminio e Lorenzo, Federico con Giacomo e Remie stava aspettando che riponessi l'attenzione su di lui
"Mi sembra che stia andando tutto bene" disse accennando con il capo al calciatore, scossi il capo
"Guardaci per l'ultima volta" risposi ricevendo un'occhiata preoccupata ma gli dissi che ne avremmo riparlato tra qualche giorno.
"Dobbiamo andare Tea" mi disse il numero venticinque dopo qualche minuto
"Dove dobbiamo andare?"
"Dobbiamo passare ancora da qualcuno?!"
"Sono contento che ti sia piaciuto il mio regalo" disse sarcastico
"Lo amo lo giuro! Solo che volevo stare un po' con te.."
"Tranquilla, saremo solo noi, e niente benda"
Gli sorriso, salutammo chi era rimasto e salimmo in macchina
"Non iniziare a domandarmi quanto manca e dove andiamo, accendi la musica e canta"
"Sissignorconducente" esclamai. Cantai tutto il tempo e lasciai anche un paio di canzoni che piacevano a Federico, ormai era passata più di un'ora non sapevo più cosa fare. Federico accostò per mettermi la benda, procedette e poi parcheggiò. Camminammo un po', poi mi prese in braccio, emisi un risolino di piacere, come una bambina, lui rise a sua volta.
"Togliti la benda Te'"
"Non ci credo Fede, il mare! Siamo al mare! Mi hai portato al mare!" gridai euforica "Grazie, grazie, grazie mille, io ti adoro" esclamai rimontandogli in braccio. Camminammo mano nella mano per la seconda volta circa finché non raggiungemmo un ristorante in riva al mare dove passammo una di quelle serate che, per un motivo o per l'altro, si ricordano per sempre.
Lo ringraziai tutto il tempo, e anche tuto il viaggio di ritorno.
Mi aveva fatta così felice che non sapevo più la tristezza cosa fosse.
Poi però arrivammo sotto casa mia, mi accompagnò come sempre alla porta
"Quindi addio Tea Paradiso"
"Addio Federico Chiesa, grazie per avermi fatto viverti questi ultimi mesi"
"Tu hai fatto molto di più"
"Invidio la ragazza che sarà al tuo fianco"
"Mai come invidierò io chi portà averti ogni giorno"
"Mi mancherai per davvero, mi manchi già ora"
"Ti cercherò in ogni angolo di Firenze"
"Ti odio"
"Io ti odio di più"
"Non posso chiederti di salire, vero?"
"No. Addio?"
"Probabilmente" gli dissi baciandolo l'ultima volta, per poi chiudere la porta dietro di me.

Non ti ho mai detto quanto è stato bello andare a letto con te?
Solo perchè avevo sete
Ma baby abbi fede
E so che se non mi vedi più hai ancora affetto per me
Il vero amore non si vede

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora