Capitolo 3

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Il terzo Demone in ordine di tempo che Sylvia aveva conosciuto dopo i fatti del King John era colui che stava attualmente influenzando davvero la sua vita. Si chiamava Bashur, era conosciuto con l'appellativo di Capocaccia ed era il responsabile indiretto di tutta la grande tempesta abbattutasi sulla famiglia Bethaniut. Era stato lui ad avere stretto un Patto con Davon Bethaniut, offrendo la liberazione dell'amatissima figlia dal penitenziario in cambio della propria anima. I due si erano incontrati in un momento in cui Davon aveva avvertito tutta l'inutilità degli sforzi compiuti per aiutare in qualche modo Sylvia. Ritenendola innocente a priori e non credendo alle prove presentate dalla procura distrettuale di New York, si era battuto con ogni mezzo per scoprire la verità sull'omicidio del genero, e pur disponendo di risorse economiche illimitate e di amplissime conoscenze in campo politico in ogni parte del mondo, si era scontrato con un muro di silenzio. Quel che non sapeva era che la Luce stava attuando una manipolazione costante del Reale volta a vanificare ogni proposito.

Poi, una notte, era comparso Bashur e Davon aveva conosciuto la Tenebra.

Come amava dire il Demone, "essa è un potente alleato, ma quando offre aiuto ad un umano esige in cambio un prezzo molto alto".

Bashur era una creatura un po' sui generis.

Da un lato lo si poteva definire un attento seguace la Via della Caccia, con la quale indicava un percorso evolutivo ruotante attorno alla perenne ricerca di anime da consegnare alla Tenebra per mezzo di un Patto, come quello fatto firmare al padre di Sylvia.

Se cacciare le anime costituiva il suo compito primario, ve ne erano altri che in talune circostanze si rivelavano non meno importanti; spiccava, in particolare, l'interferire nelle vicende delle realtà dimensionali, nel quadro dell'eterno conflitto fra le Potenze oltremondane. La Terra era un campo di battaglia sin dalla comparsa della civiltà umana e Bashur vi operava come uno stratega geniale, muovendo i fili di una trama complessa. Come tutti i Cacciatori, era esperto nell'arte del mimetizzarsi e poteva assumere centinaia di identità diverse. La cosa stupefacente agli occhi di Sylvia era la capacità di parlare qualsiasi lingua, antica o moderna che fosse, e pareva che non esistesse fatto storico rilevante al quale in qualche modo non avesse partecipato, in maniera diretta o indiretta.

Le aveva raccontato che viveva sulla Terra da molte migliaia di anni e che si era relazionato con condottieri come Alessandro Magno, Giulio Cesare e Napoleone, scienziati come Leonardo da Vinci ed Isaac Newton, filosofi come Platone, Kant ed Heidegger, poeti e letterati come Dante Alighieri, John Milton e Goethe. Alcuni li aveva solo conosciuti di persona senza avere a che fare con il loro destino, altri li aveva accompagnati lungo il cammino verso la fama eterna. In molti casi ciò era avvenuto attraverso un Patto, di cui si era fatto proponente.

Con il passare del tempo aveva visto il nascere e morire di civiltà e imperi e influenzato a volte il corso della storia, come era avvenuto con la pianificazione ed esecuzione dell'assassinio del Generale Wallenstein durante la Guerra dei Trent'Anni, che ne aveva determinato in parte gli esiti. O come quando si era occupato in prima persona di avvelenare Napoleone Bonaparte, provocandone la morte durante l'esilio nell'Isola di Sant'Elena.

L'ultima missione in cui era stato impegnato riguardava l'Unione Europea e la lotta sotterranea contro la Luce per impedirne la disgregazione. Assumendo identità diverse, si era mosso fra Parigi, Berlino, Londra, Roma e le altri capitali del Vecchio Continente per gestire le relazioni fra gli stati, influenzarne la politica e l'economia. Aveva lottato contro le manipolazioni attuate dai Cercatori (qualche volta supportati anche dai Paladini) e collaborato con numerosi colleghi Cacciatori in un'azione volta a rinsaldare il senso di unità nell'Unione. C'erano stati momenti in cui la sua azione si era limitata a piccolissime manipolazioni e altri in cui era dovuto intervenire più decisamente per contrastare le mire della Luce. Uno di questi si era manifestato nel periodo intercorso fra la caduta del Muro di Berlino e il Trattato di Amsterdam del 2026. In questi 37 anni tutta la situazione geopolitica mondiale aveva subito profondi cambiamenti e in un primo momento l'Europa si era trovata ad affrontare problemi legati alla riunificazione della Germania e alla fase di transazione dal comunismo alla democrazia nei paesi dell'est. A questo era seguito il periodo in cui la Luce aveva alimentato i nazionalismi dei vari stati formatisi in seguito all'implosione della Jugoslavia, capace di innescare nell'area balcanica rivendicazioni territoriali sfociate in un conflitto aperto che aveva incrinato la credibilità delle istituzioni dell'Unione, apparse impotenti di fronte all'escalation degli eventi che minacciavano la pace in Europa. La Tenebra aveva reagito inviando una squadra dell'Elite, rivelatasi decisiva nel favorire l'imposizione di una tregua che si era gradualmente consolidata. I Confratelli erano ricorsi ai loro metodi poco ortodossi e nel 2001 si poteva dire che la questione balcanica era sotto controllo.

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