Capitolo 11

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"Questi Titani sono dei profeti, possono vedere il futuro?"

"Non li definirei profeti; piuttosto li chiamerei interpreti. Osservano l'infinito mare del tempo e dello spazio e cercano di interpretare il modo in cui ogni possibilità si intreccia con le altre e cosa produce. E possono farlo perché vivono praticamente sempre nell'Eterno Presente".

"Come ci riescono?" Domandò Sylvia impressionata, ricordando quanto era stata difficile la sua esperienza sul Kalkriese.

"Possiedono una conoscenza che va oltre ogni immaginazione umana. E soprattutto hanno un'esperienza frutto di infiniti studi. Alcuni di loro sono tanto antichi che l'età dell'universo equivale ad un minuscola tappa nel loro cammino evolutivo".

"E avrebbero visto qualcosa che mi riguarda?"

"Evidentemente si. Non sappiamo di preciso che cosa sappiano gli Arcangeli su di te, ma una cosa è certa: ti considerano il Prescelto, al pari di noi".

"Colui che può camminare fra i mondi perché non appartiene a nessun mondo". Interloquì il Guerriero recitando un verso delle Profezie di Inaukas.

Bashur annuì e il Signore emanò un'Onda Emotiva rassicurante che avvolse Sylvia.

"Il mio compito è proteggerti da ogni minaccia – Mormorò - Quello del Capocaccia è istruirti e aiutarti a comprendere ciò che sei. Nel frattempo gli Arcidemoni stanno studiando come interpretare la tua comparsa".

Sylvia avrebbe voluto porre altre domande e sfruttare l'insolita disponibilità del Signore a fornire risposte, ma non ne ebbe il tempo perché Sheeva ruppe di nuovo il silenzio in cui si era rispettosamente chiusa e decise di sua iniziativa di cambiare argomento.

"Siamo venuti a Detmold così all'improvviso per un motivo ben preciso, Bashur. Hai notizie dell'Arcidemone Nergal?" Domandò al Cacciatore.

"No. Non so nulla. E poi il Signore dovrebbe essere più autorizzato di me a sapere qualcosa". Lo sguardo di Bashur rivelava sorpresa e curiosità.

"Sheeva è convinta di averlo visto all'interno del Rifugio". Rivelò il Guerriero.

"Una novità a dir poco interessante". Osservò il Capocaccia aggottando le sopracciglia e mascherando a fatica lo stupore.

"Si sarebbe manifestato, in una delle sale di allenamento. Una presenza breve e sfuggente, ammantata in un Velo Oscuro".

Bashur riservò alla discepola uno sguardo indagatore.

"Ne sei sicura?"

"Ho pochi ricordi, ma piuttosto precisi, del Maestro Nergal. E quel che ho visto mi fa pensare che fosse lui".

"In che forma era?"

"Astrale, ma l'aspetto era quello demoniaco suo proprio. Alto più di quattro metri, capigliatura lunghissima e nera, occhi color rubino e un corpo interamente ricoperto da simboli"

"Indizi poco rilevanti. Hai visto le sue gambe, per caso?"

"No, le ali ripiegate attorno alla parte inferiore del corpo e il Velo Oscuro rendevano difficile distinguere la figura nei dettagli". Tutti sapevano che il Maestro del Signore aveva arti inferiori bionici e che tendeva a nasconderli alla vista quando non camminava.

"Che ne pensi? - Domandò il Signore al Cacciatore – E' possibile che sia lui, secondo te?"

"Immagino tu abbia analizzato il Reale nella sala dove è avvenuta l'apparizione".

"E' la prima cosa che ho fatto. E tutto conferma l'avvenuta apparizione di un Sommo Arcidemone. Purtroppo il Velo Oscuro era molto potente e non mi è stato possibile cogliere l'identità".

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