Capitolo 19

34 7 6
                                    

Nei giorni che seguirono la Trasformazione di Sheeva l'attività all'interno del Rifugio divenne frenetica.

Tutti i membri della Squadra sapevano che di lì a poco avrebbero dovuto lasciare la relativa tranquillità dell'ospitale Germania, dove avevano soggiornato per più di due anni. Bashur era il meno preoccupato poiché la vasta conoscenza di cultura e storia terrestre lo rendeva capace di adattarsi bene in qualsiasi paese. Non altrettanto poteva dirsi per gli altri, che dovevano aggiornarsi sulla situazione sociale, politica ed economica della Francia nonché sullo sviluppo culturale avvenuto nel paese negli ultimi cento anni. Per fortuna gli Archivi del Rifugio erano in grado di colmare le lacune e ben presto il Signore e Sheeva li utilizzarono abbondantemente. Mentre erano immersi nel Sonno Ristoratore necessario a riprendersi dalle ferite del duello rituale, attraverso i gangli neurali collegati ad alcune Sezioni d'Archivio passavano flussi di dati copiati e trasferiti negli Archivi Mnemonici. Al risveglio i due Demoni sarebbero stati perfettamente in grado di interagire con l'ambiente operativo francese.

Sylvia, che non aveva bisogno di un simile "aggiornamento della memoria", impiegò il tempo a disposizione ad assistere Bashur nel delicato ma fondamentale lavoro di mimesi volto a creare identità appropriate per tutti i membri del gruppo, adattarle alle caratteristiche comportamentali di ciascuno e renderle credibili.

Non che Bashur si illudesse che sarebbe stato tutto facile, ma la Maestra Lilith gli aveva insegnato che la Mimetizzazione era un'arte mai abbastanza sfruttata da un Cacciatore e che quando veniva utilizzata abilmente consentiva di svolgere missioni altamente rischiose con la stessa efficacia di un membro dell'Elite Nera. Bashur si era sempre dimostrato all'altezza degli alti standard imposti dalla Maestra nella scelta delle personali e molteplici identità umane, anche quando aveva dovuto costruirne di apposite per i suoi compagni di missione, Guerrieri o meno che fossero. Aveva imparato che le identità migliori erano quelle costruite su una base comportamentale e socioculturale ricavata dalle identità originarie; questo rendeva meno complicato adattarsi e confondersi con l'ambiente e riduceva al minimo il rischio di errori che potevano attirare l'attenzione dei Cercatori. Con il tempo, aveva affinato a tal punto la tecnica della Mimetizzazione da renderla un'arma preziosa a propria disposizione nelle missioni in cui l'elusività era fondamentale. Ed era previsto che quella in Francia dovesse essere una missione elusiva al massimo, pena la messa in pericolo di Sylvia. Se le informazioni ricevute da Apolline erano vere, in territorio francese erano già presenti due Paladini e due Cercatori, avanguardia di un nutrito gruppo di servitori della Luce pronti ad intervenire. Se la Squadra non si fosse mossa con estrema furtività, lo scontro sarebbe stato inevitabile. Per questo occorreva curare nei minimi particolari la costruzione delle nuove identità. La prima su cui Bashur lavorò fu quella di Sylvia. Per vincere la sua riluttanza a rinunciare a Kornelia Egger, che aveva imparato ad interpretare con disinvoltura, Bashur studiò ed elaborò una Forma femminile che fosse un riflesso della giovane newyorkese erede di una famiglia ricchissima. Dopo un lavoro attento riuscì a creare il ritratto di Jeanne Dominici, una giovane e ricca donna dell'alta borghesia parigina. Bashur confidava sul fatto che impersonando Jeanne Dominici Sylvia avrebbe potuto muoversi in ambienti socioculturali che ben conosceva. Inoltre parlava un francese fluente ed era abbastanza colta e raffinata da rendere credibile l'immagine della ricca donna d'affari ben introdotta nella società della Parigi che contava. Jeanne si sarebbe presentata sulla scena come organizzatrice di mostre artistiche e appassionata di pittura e scultura. Era una identità facilmente gestibile in quanto il muoversi fra musei, gallerie d'arte e case d'asta e interagire con pittori celebri e giovani artisti era stato parte integrante della vita di Sylvia al tempo in cui dirigeva la Bethaniut Arts Foundation, una delle tante iniziative filantropiche in cui la sua famiglia era coinvolta. Oltre ad arricchire enormemente la propria cultura in campo artistico, l'attività era servita all'allora giovane rampolla newyorkese come pretesto per numerosi viaggi all'estero e per conoscere decine e decine di pittori, scultori collezionisti, critici d'arte, direttori dei più grandi musei del mondo.

Il Sentiero della TenebraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora