Capitolo 8

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Contrariamente a quanto ipotizzato dal Signore, Nergal protrasse la sua presenza abbastanza a lungo; assunse una forma corporea definitiva e si stabilì nei sotterranei in prossimità della Camera Oscura, il solo luogo che considerava minimamente adatto ad una propria permanenza sul piano terreno. Rinunciò alla forma demoniaca con cui si era manifestato inizialmente e scelse una delle sue numerose forme oltremondane che aveva abbandonato da quando si era stabilito nel piano eterico, quella di una creatura umanoide dalla pelle color ebano, alta circa due metri e mezzo, con lunghi capelli ramati e un volto senza tempo. Bashur sosteneva che se un umano avesse visto un Demone nel suo aspetto vero sarebbe morto quasi all'istante per la paura, ma Sylvia non era un'umana qualsiasi e non si sarebbe lasciata intimorire facilmente da Nergal, in qualsiasi forma lui si fosse mostrato. L'Arcidemone aveva però voluto compiere n gesto di rispetto, convinto che lei avrebbe trovato alquanto disagevole interagire con una creatura alta oltre quattro metri, che sfoggiava la tipica muscolatura di un Guerriero, che aveva la pelle ricoperta di simboli esoterici ed era capace di incutere terrore con la sola presenza. Non che nella forma scelta Nergal non irradiasse un'aura di potere formidabile, ma agli occhi di un osservatore ignaro della sua identità non lo si sarebbe certo definito un combattente leggendario. Avvolto in un manto rosso che gli arrivava alle caviglie e che nascondeva parzialmente alla vista gli arti inferiori biomeccanici, Nergal si muoveva con disinvoltura solo apparente. In realtà, in quella come in altre forme i problemi di deambulazione lo tormentavano senza sosta, rendendogli impossibili movimenti complicati. Ciò aveva costituito uno dei motivi per cui si era praticamente ritirato dalla vita attiva di Guerriero per dedicarsi allo studio e all'insegnamento. Molti dicevano che prima o poi avrebbe definitivamente abbandonato la Via della Guerra per imboccare quella della Conoscenza, sulla scia di Baal, il compagno d'armi con cui aveva affrontato numerose campagne militari vittoriose. Quasi a smentire queste voci, Nergal si era ostinato a rimanere un Guerriero, apportando il proprio contributo alle Forze Armate in modi diversi dal combattere in prima linea. Aveva creato il Reggimento dei Cecchini dopo essere stato l'inventore del cecchinaggio, aveva istruito personalmente all'uso del Durad numerosi Guerrieri di particolare valore che erano poi entrati a far parte dell'Elite Nera; fra questi il suo attuale comandante, l'Arcidemone Shandra, che era stata l'ultimo suo vero discepolo. E si era dedicato alla strategia, occupando il ruolo di Primo Stratega e Comandante in Capo delle Forze Armate per lungo tempo, sino a quando il suo successore, Seth, non si era dimostrato in grado di sostituirlo validamente. Allora Nergal aveva abbandonato il piano fisico e si era ritirato nell'empireo senza offrire spiegazioni particolari.

Una volta adattatosi psicofisicamente alla permanenza nelle profondità del Rifugio, Nergal non perse tempo. La prima cosa che fece fu incontrare Sylvia, di fronte alla quale non poté non provare una sensazione di incredulità. Considerava gli esseri umani creature fragilissime, eppure affascinanti. Non li conosceva così approfonditamente come Lilith o Bashur, ma ne sapeva abbastanza da stupirsi ancora di come il Prescelto avesse potuto manifestarsi sotto forma umana.

Se la guardava attraverso il Secondo e Terzo Livello, Sylvia appariva un esemplare femminile apparentemente insignificante della sua specie. L'avrebbe potuta definire bella per i canoni estetici umani, ma certamente non emanava il fascino di Lilith, capace di indurre in un Demone la libidine più sfrenata. Eppure, se si spingeva nel Quarto e Quinto Livello poteva scorgere la potente natura oltremondana radicata nei tratti genetici attraverso duemila anni di contatti più o meno intensi da parte dei Bethaniut e dei Levine con la Luce e la Tenebra. Intorno a sé era presente un'Aura di genere indefinito, che solo un Arcidemone poteva scorgere: si trattava di qualcosa che racchiudeva elementi di oscurità e luminosità in continua mutazione. La sensazione provocata nell'osservatore era di turbamento.

Se poi Nergal si spingeva nel Sesto e Settimo Livello, vedeva l'Aura di Sylvia manifestarsi per quello che era, la struttura di una forma che conteneva in sé tratti demoniaci ed angelici. Per il momento i primi avevano il sopravvento e rendevano la struttura identificabile con quella di un Demone. Ciò era dovuto alla contaminazione a cui la donna era stata sottoposta, che aveva spostato i delicati equilibri del suo tratto oltremondano verso la Tenebra.

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