Il Sentiero della Tenebra

Capitolo 3

Una delle prime cose che il Signore fece dopo il colloquio con Apolline fu di inviare un'Onda Messaggera a Sheeva.

"Devi venire subito al Rifugio. Porta con te Sylvia e anche il Capocaccia"

Conscia della scarsa possibilità di ottenere spiegazioni sui motivi di quella improvvisa convocazione, Sheeva non fece domande e, in qualità di Capo, comunicò ai due compagni di Squadra l'ordine di partenza da Magdeburgo. Bashur si limitò a constatare l'evidente stato di preoccupazione sul volto della discepola, e per questo accettò il trasferimento e non ostentò l'irritazione covata. Annunciò che sarebbe arrivato al Rifugio con un minimo di ritardo, dovendo prima concludere assieme ad Alocero una importante Caccia nel Reale per completare la raccolta di informazioni relative al ramo tedesco dell'albero genealogico di Sylvia.

Quest'ultima non fu altrettanto accomodante. Non le piaceva affatto l'idea di lasciare la città così presto e senza preavviso, e ancor meno il non sapere per quanto tempo vi sarebbero rimasti. Ma Sheeva fu categorica.

"Al Capo si deve obbedienza. I suoi ordini si possono condividere o meno, ma non ci si può rifiutare di eseguirli. Se il Signore ci vuole nel Rifugio, vuol dire che lo ritiene necessario. Anche io sono irritata, ma gli obiettivi della missione sono prioritari". Il tono gelido fece capire all'umana che l'amica Demone non era in vena di accettare opposizioni da chicchessia. Alla fine si rassegnò.

Le due donne dedicarono pochissimo tempo ai preparativi per la partenza. Attesero il calare del sole, assunsero la forma demoniaca e si alzarono in volo dal tetto dell'hotel, avvolte in un manto oscuro che le rendeva invisibili agli umani.

Aarrivarono al Rifugio a notte fonda dopo un volo tranquillo ad alta quota. Il Signore le accolse sfoggiando la cortesia che dedicava a quelle poche creature alle quali si sentiva molto legato. Condivise con la discepola la profonda inquietudine che lo tormentava, ma non la mise subito al corrente delle informazioni estorte all'Angelo. Avvolse invece Sylvia in un'Onda Emotiva rasserenante e si congratulò dei progressi fatti nella conoscenza ed esplorazione della propria natura oltremondana. Tenne invece ben celate le sensazioni che provava nei suoi riguardi perché non voleva che compromettessero il loro rapporto. Prima di fornire spiegazioni voleva parlare con Bashur e fare il punto della situazione con lui. Il Cacciatore arrivò l'indomani, celando la propria irritazione, ma non rinunciando a fare osservare al Signore che la convocazione lo aveva costretto a interrompere la ricerca sull'albero genealogico di Sylvia. Sentiva di essere ad un passo dal riuscire a mettere insieme i pezzi dell'intricato puzzle e di doverlo fare con urgenza.

Ogni traccia di ira svanì però nel momento in cui il Guerriero gli parlò dei Patti Nodali Luminosi di cui Apolline aveva fatto menzione. Confermavano i timori e i sospetti che fino ad allora non aveva osato esternare e rendevano sempre più plausibile l'idea di una missione in Francia per approfondire le ricerche. A questo punto la considerava davvero necessaria e sperava che ad Alocero fosse concessa l'autorizzazione a lasciare momentaneamente la Germania. In caso contrario si sentiva pronto a recarsi personalmente in terra transalpina. Il Signore concordava sulla necessità di andare fino in fondo nella ricostruzione dell'albero genealogico, ma lo invitò a non avere fretta e a farsi prima un'idea precisa della situazione in base alle informazioni che poteva ricevere direttamente da Apolline.

"Interrogala e scopri più che puoi su quei Patti". Gli ordinò.

Bashur non perse tempo. Incontrò Apolline assumendo la sua forma oltremondana e utilizzando un approccio molto diverso da quello scelto dal Guerriero. Essendo un Cacciatore, vedeva nella Cercatrice una sorta di pari ruolo con cui dialogare intellettualmente, a patto di non dimenticare che lei era un Angelo e che aveva le sue stessa abilità manipolative. Sarebbe stata una sfida fra due artisti della parola e dell'applicazione di raffinatissimi schemi di manipolazione con cui influenzare le emozioni altrui.