Capitolo 14

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All'apparenza la situazione non era favorevole, ma chi conosceva il Campione della Tenebra sapeva che proprio quando le probabilità di successo erano basse lui era più letale che mai. Aveva imparato che l'inferiorità numerica poteva ben essere compensata dalla determinazione e dalla capacità di incutere terrore. In questo, Nergal era stato un Maestro insuperabile e due anni prima ne aveva messo a frutto gli insegnamenti. Adesso però intendeva agire diversamente, escludendo gli umani da ogni coinvolgimento e indirizzando il terrore solo contro coloro che sarebbero stati i bersagli primari.

Per prima cosa effettuò una perlustrazione completa dell'area urbana dove avrebbe affrontato i nemici e la disseminò di Micro Ombre, impregnate di oscurità mista al neronio che le rendeva particolarmente utili per un'attività di sorveglianza e disturbo dei segnali di presenza di creature tenebrose. Erano uno strumento assai utilizzato dagli Infiltratori dell'Elite, in quanto progettate per favorire l'avvicinarsi ai bersagli riducendo al minimo le probabilità di essere scoperti prima del previsto.

Al momento opportuno, il Signore ed Aculius si avvolsero entrambi in una Illusione Visiva e sfruttarono il buio notturno per creare un manto di oscurità con cui rendersi praticamente invisibili anche ai Lumi. Si avvicinarono così al residence dove alloggiavano i Cercatori e Paladini, situato in una zona periferica di Brema, a pochi chilometri dalla sede della OHB. Da un punto di vista strategico si presentava come una ottima base operativa e testimoniava la preparazione notevole dei due Cavalieri. Il Signore ne constatò la posizione solida e ben difendibile, e soprattutto il fatto che non fosse in un'area densamente abitata. Vi erano numerosi capannoni di fabbriche di piccole e medie dimensioni e una rete viaria che fungeva da collegamento con la zona portuale. Tutto questo rivelava l'urgenza, anche per i servitori della Luce, di evitare spargimenti di sangue umano; evidentemente intimoriti da quanto era accaduto negli Stati Uniti e consapevoli che il loro avversario non avrebbe avuto remore, si erano impegnati per trovare un luogo che non sarebbe stato fonte di pericolosi danni collaterali se fosse divenuto terreno di battaglia.

L'intero residence era avvolto in una Sfera di Luce difesa da quattro Luminosi. Gli umani che alloggiavano nei vari appartamenti adiacenti a quello dei servitori della Luce erano del tutto ignari della gigantesca struttura, visibile solo a partire dal Terzo Livello, e la loro esistenza non ne era minimamente influenzata. Come sempre avveniva con la Luce, le manipolazioni erano ridotte al minimo e i Cercatori e i Paladini si muovevano esclusivamente o quasi sotto le identità umane fittizie alle quali sapevano conformarsi con efficienza. Per una creatura della Luce era spontaneo muoversi all'interno della società umana utilizzando al minimo i Poteri Luminosi; questo perché durante le ore diurne la luminosità permetteva loro di mimetizzarsi alla perfezione. Camminando per le strade cittadine, frequentando locali o ambienti lavorativi, qualunque umano poteva imbattersi inconsapevolmente in un Cercatore o in un Paladino, esserne sfiorato o scambiare qualche parola. Poteva trattarsi di un vicino di casa, un collega di lavoro, un semplice passante. Il risultato era sempre lo stesso: l'umano non percepiva mai la presenza della creatura oltremondana e interagiva inconsapevolmente.

Il vantaggio che avevano i servitori della Luce durante il giorno si trasformava in svantaggio durante la notte, il regno dell'oscurità e dei servitori della Tenebra . Era allora che dovevano muoversi con prudenza onde evitare indebolimenti psicofisici, a volte rinunciando addirittura a lasciare la base operativa o l'alloggio.

Ecco perché sulla Terra era sempre stato impossibile un confronto diretto su larga scala fra Paladini e Guerrieri, e ogni combattimento aveva visto protagonisti pochi selezionati individui. L'Elite Nera da una parte e l'Ordine delle Stelle e i Cavalieri Bianchi dall'altra erano forze speciali addestrate per combattere in condizioni estreme e in situazioni in cui l'operato dei Cacciatori e dei Cercatori non era sufficiente. Nella sua lunghissima esperienza di Guerriero il Signore aveva avuto modo di compiere numerose missioni con l'Elite, sia nell'Oltremondo che nelle realtà dimensionali. In alcune, svoltesi in condizioni davvero dure, aveva imparato che per sopravvivere e vincere occorreva in ogni modo colpire il punto debole del nemico. Gli Elitari erano insuperabili quando combattevano nella notte terrestre o in qualsiasi situazione ambientale in cui l'oscurità fosse prevalente. Sfruttavano ogni più piccola risorsa a disposizione per attaccare i Paladini nel momento della loro massima debolezza. E gli attacchi erano sempre letali.

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