Capitolo 26

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Mentre dipingeva Sheeva si dedicava all'analisi del Reale utilizzando una tecnica che andava padroneggiando progressivamente. Si trattava della Tecnica di Analisi Simbolica; le era stata insegnata dal Signore, che l'aveva appresa a sua volta da Baal, impegnatosi a perfezionarla al punto da farne un aspetto centrale della propria strategia operativa quando era un Guerriero. "E' come comporre un puzzle; devi trovare i pezzi della realtà multistrato che combaciano e collocarli al posto giusto". Era solito dire l'Arcidemone Sapiente.

La Tecnica richiedeva addestramento intenso e forte tenacia per essere applicata con successo. Innanzitutto occorreva sviluppare ampiamente ogni senso fisico, mentale e spirituale per arrivare alla costruzione di un'immagine della realtà che fosse il risultato dell'attività sensoriale coordinata. A questo punto si poteva raggiungere il Settimo Livello e vedere il Reale in una forma pura. Da qui ci si poteva muovere per raggiungere il Punto Focale, l'istante in cui tutte le linee spaziotemporali delle cose si incrociavano. Era un singolo attimo infinitesimale nella struttura dello spaziotempo, un istante che poteva essere prima di tutto percepito e poi osservato. E l'osservazione poteva dischiudere verità nascoste.

Si trattava di una tecnica difficile, che pochi nell'Oltremondo praticavano con eccellenti risultati; il Sommo Arcidemone Lilith e l'Arcidemone Anziano Baal, che per primi l'avevano messa a punto, ne avevano diffuso la conoscenza con parsimonia. Si diceva che i praticanti realmente capaci non superassero la trentina. Neppure Nergal, che era riuscito a convincere la sua amante di un tempo a insegnargliela totalmente, la utilizzava di frequente e si era sempre rifiutato di divulgarla ad altri che non fossero il Signore e Shandra.

Dopo averla appresa dal suo mentore e Maestro, Sheeva non aveva mai provato a metterla in pratica. Un po' perché temeva la vergogna di un fallimento e un po' perché non se ne era mai presentata una vera occasione. Con la Trasformazione, però, aveva acquisito maggiore consapevolezza delle proprie capacità e si sentiva del tutto legata al principio per cui ogni tappa del sentiero evolutivo implicava diritti e doveri in ordine crescente.

Essendo un Guerriero, Sheeva si sarebbe dovuta limitare ad obbedire e a non ricorrere a tecniche esoteriche per acquisire una conoscenza che poi difficilmente sarebbe stata in grado di gestire. Probabilmente era quel che aveva fatto anche il Signore, che non era quasi mai ricorso alla Tecnica dell'Analisi Simbolica. La cosa non era strana; pur avendone trasmesso la conoscenza alla sua discepola, lui considerava tutte le tecniche e i rituali esoterici strumenti poco utili per un Guerriero di prima.

In questo, Sheeva la pensava diversamente. Nella sua breve esperienza di Demone aveva imparato che fare errori poteva costare caro e il modo migliore per non commetterli, o quantomeno limitarli, era raccogliere tutte le informazioni possibili prima di agire. E per farlo era disposta a utilizzare ciò che il percorso evolutivo le metteva a disposizione. Non voleva più ritrovarsi in una situazione come quella in aveva deciso di convocare lo spaventoso Spirito Selvaggio denominato il Distruttore, mettendo a repentaglio la propria vita e quella dei suoi compagni di Squadra.

Negli ultimi giorni, in assenza del Signore, si era andata anche convincendo che fosse un proprio diritto e dovere ampliare la conoscenza personale, utilizzando gli strumenti che il nuovo rango di Guerriero le metteva a disposizione. Così, dopo avere vinto le ultime esitazioni, si era decisa a sperimentare la Tecnica di Analisi Simbolica.

Nel silenzio e nel buio della Stanza Privata, Sheeva utilizzò la pittura per rilassare ogni muscolo ed entrare in sintonia con l'oscurità circostante, raggiungendo il Vuoto Mentale. Man mano che la scena che stava dipingendo prendeva forma sulla tela, aumentò la concentrazione ed espanse progressivamente i sensi demoniaci attraverso i Livelli del Reale. La percezione del passato, del presente e del futuro si allargò, creando connessioni e legami fra concetti, idee, simboli, immagini, suoni, odori, colori. A poco a poco, dal caos magmatico dell'attività sensoriale cominciarono ad emergere delle costanti e delle variabili. Aumentando ulteriormente l'intensità della concentrazione, le manipolò in tutti i modi possibili sino a trovare le linee vettoriali che sorreggevano la forma pura del Reale. Seguendole una ad una giunse al Punto Focale.

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