Capitolo 18

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Un gelo profondo calò nella stanza a seguito delle parole del Capocaccia, e non poteva essere altrimenti.

"Dobbiamo sperare che il Signore ricavi qualcosa dalla missione a Brema". Mormorò Sheeva rompendo il silenzio e riferendosi al piano che gli aveva accennato.

"Anche se lo facesse, ho bisogno di avere un chiarimento con i consiglieri". Replicò Bashur.

"Intendi contattare l'Arcidemone Lilith?" Domandò Sheeva, immaginando che il Capocaccia volesse sfruttare il vantaggio offerto dalla particolare affinità empatica con la sua Maestra.

"Lei e l'Arcidemone Baal sono gli unici che ci hanno offerto un aiuto in questa missione, anche andando contro i dettami del Consiglio. Contatterò uno dei due".

La Demone Guerriero approvò, concordando sul fatto che l'Arcidemone Sapiente era stato sempre loro alleato, avendo addirittura permesso al Signore di servirsi di alcuni strumenti tecnologici contenuti nella propria Armeria Personale. Inoltre esercitava un'influenza notevole all'interno del Consiglio, in massima parte legata alle passate esperienze di Stratega e agli attuali prestigiosi raggiungimenti nel campo della tecnologia applicata.

Consultare uno dei due Arcidemoni le pareva una cosa opportuna ed era bene che a farlo fosse Bashur, in possesso della giusta dose di umiltà e risolutezza necessarie per interpellare creature di un superiore livello evolutivo. E poi lei aveva già il suo bel da fare nel prendere le decisioni che le toccavano in qualità di Capo; la prima era stata quella di rimanere a Magdeburgo nonostante la minacciosa presenza dei servitori della Luce a Brema.

Anche Alocero condivideva l'idea di consultarsi con un membro del Consiglio. Ma era preoccupato per l'incolumità di Sylvia. Adesso che la copertura offerta da Kornelia Egger era compromessa il Demone riteneva che occorresse prendere un provvedimento drastico.

"La tua incolumità è prioritaria e per salvaguardarla credo sia opportuna una nuova identità". Mormorò mentre continuava a guardare Sylvia con stupore e curiosità. Era rimasto sconcertato come chiunque dalla capacità con cui lei sapeva essere al tempo stesso umana e oltremondana e pur non avendo l'esperienza di Bashur, era abbastanza erudito per capire di trovarsi di fronte a qualcosa di unico.

Bashur gli fece notare gli svantaggi di un cambiamento immediato dell'identità.

"Occorre un po' di tempo per creare le condizioni ottimali ad un cambio di identità, e nel frattempo i rischi sarebbero molti. Io credo che se il Signore ci copre le spalle, fintanto che restiamo in Germania possiamo garantire a Sylvia la massima protezione senza modifiche identitarie. Per ora dovremmo concentrarci esclusivamente sulla ricerca che stiamo facendo. Sheeva ci può offrire una scorta sufficiente nel corto e medio raggio, e il Signore può agire offrendoci una protezione su scala più vasta".

"Non vorrei cambiare nuovamente identità – Intervenne Sylvia a sostegno di Bashur –Se ritenete utile, possiamo fuggire da Magdeburgo".

Si era ormai abituata a vestire i panni di Kornelia Egger, che ben le calzavano. Aveva impiegato diversi mesi per riuscire a calarsi nella parte, e con l'aiuto di Sheeva adesso riusciva a muoversi con una certa disinvoltura e a interagire con prudenza con l'ambiente che la circondava. Nessun umano sospettava che dietro la sua aria tranquilla si celasse quella Sylvia Bethaniut che era stata al centro di una delle più gravi crisi internazionali dalla fine della Guerra Fredda.

"Insisto perché si prenda in seria considerazione l'idea di costruire un'identità diversa per lei". Insisté Alocero. La sua preoccupazione pareva sincera e per certi versi condivisibile.

"Non lo ritengo un problema immediato - Ribatté il Capocaccia - Questo non vuol dire che vada sottovalutato".

"Con tutto il rispetto, sono più incline a dare credito a Bashur. Di lui mi fido". Intervenne Sylvia, che desiderava avere voce in capitolo sulla questione.

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