Capitolo 18

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Quando Sheeva e Sylvia si furono allontanate, Nergal invitò il Signore a restare nella sala e questi si sedette sul pavimento ancora ricoperto di simboli rituali e imbrattato dal sangue dei combattenti. Il Demone era sfinito oltre misura, aveva bisogno di riposo e di riordinare le idee, ma sapeva che quanto accaduto nella sala meritava di essere discusso immediatamente. Dopo che l'Arcidemone gli ebbe somministrato una pozione risanatrice l'effetto benefico si manifestò rapidamente attraverso una rapida cessazione della fuoriuscita di sangue dalle ferite.

"Bashur eseguirà i necessari incantesimi di guarigione, ma prima vorrei analizzare con te i risultati finali della Trasformazione".

"Hai svolto un ottimo lavoro, Maestro". Concordò il Signore – L'hai resa ancora più forte ... e pericolosa". Non gli era sfuggito come dopo il risveglio dal Sonno Ristoratore Sheeva mostrava intatta la sua preoccupante tendenza ad abbandonarsi agli istinti primitivi.

"Devi tenere conto di questo punto debole – Lo esortò Nergal - Per il momento è al sicuro, ma è necessario addestrarla adeguatamente. Non può permettersi errori durante una battaglia con un Paladino".

Il Signore gli espose la preparazione al combattimento vero cui intendeva sottoporla e l'Arcidemone approvò, aggiungendovi alcuni particolari per incrementarne l'efficacia. Quindi si soffermò sul duello a cui aveva appena assistito.

"Ho temuto per entrambi – Mormorò con voce pacata – Ti ho visto raramente così in difficoltà".

"Avevo sottovalutato l'effetto della Trasformazione sulla velocità di movimento di Sheeva – Riconobbe il Signore - Per di più, era alimentata dagli istinti selvaggi. Mi ha riportato indietro nel tempo, al duello in quella Chiesa della campagna francese del XIV secolo. Allora temetti davvero di non sopravvivere. Sai, tutti parlano del mio duello con l'Arcangelo Izmael e lo hanno reso leggendario. Ma io ho sempre considerato quello con Sheeva in Francia il più difficile".

"Tutto è cominciato allora, vero?" Domandò il Maestro riferendosi al legame che univa il Campione e l'Assassina.

"No – Rispose con sincerità il Signore – Tutto è cominciato duemila anni prima, in Mesopotamia. Fu allora che scoprii che Sheeva è immune alla mia forma originaria".

Nergal ascoltò in silenzio la rievocazione di quell'incredibile evento. L'aveva scoperto per conto suo da molto tempo, ma sentirlo raccontare nei dettagli dal Signore, per la prima volta, gli procurò una sensazione di meraviglia mai provata prima. E gli fece sorgere un dubbio.

"Sheeva conosce il tuo nome?"

"Si". Confessò il Signore con voce calma e gelida.

Nergal comprese che tutti i pezzi del puzzle a cui stava lavorando da molto tempo erano adesso al loro posto. Con gesti lenti tracciò nell'aria due simboli rituali che andarono a posarsi sul pavimento, emanando scintille di Noos. Rappresentavano la Morte e il suo messaggero, l'Assassina. Il Signore annuì, mormorò alcune parole e un terzo simbolo si formò dall'intreccio dei primi due: la Tenebra.

Il Maestro e il discepolo ritennero inutili altre spiegazioni, reciprocamente consapevoli che c'erano cose non dette che dovevano rimanere tali.

Ma rimaneva in sospeso la questione di Sylvia e fu Nergal a sollevarla.

"Anche lei conosce il tuo nome?"

"No, ma è sopravvissuta alla vista della mia forma originaria".

L'Arcidemone non ne fu sorpreso. Anzi, la rivelazione lo rafforzava nei suoi propositi.

"Tutto questo rende ancora più necessario accelerare l'iter che ti porterà all'Ascensione. Presto verrà il tempo in cui Sylvia intraprenderà un pericoloso cammino. Sta già oscillando tra Luce e Tenebra perché in lei Noos e Loos convivono. Anche se in questo momento la sua forma oltremondana è quella di Demone, sono convinto che prima o poi assumerà anche quella di Angelo. Oggi ne ho avuto una conferma".

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