Capitolo 15

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Sylvia provò ad immaginare a cosa si riferiva il Signore e intuì che l'ascesa evolutiva lo avrebbe portato a condividere conoscenze che fino ad allora gli erano risultate inaccessibili, con la conseguenza di renderlo ancora più coinvolto in quella società dei Demoni che da sempre lo aveva trattato come un emarginato e nella quale lui stesso non voleva immischiarsi più di tanto.

Ma se accettavano che diventasse un Arcidemone era segno che qualcosa stava cambiando; era anche a questo che lui si riferiva?

"Non ti piacciono i cambiamenti, vero?" Domandò, intuendo che lui non era sicuro di poter convivere con quel nuovo se stesso.

"Non quando sono troppi e minacciano di destabilizzare la mia esistenza. Diventando un Arcidemone cambieranno le prospettive e con esse le priorità".

"Quali sono le tue priorità attuali, Signore?" Gli domandò.

"Sopravvivere è sempre stato il mio obiettivo primario - Rispose guardandola con aria confusa - Ancor prima di quello di servire la Tenebra".

"Sopravvivere non può essere sempre il tuo solo obiettivo. Mio padre diceva che un uomo che non si pone molti obiettivi è destinato alla mediocrità. I grandi obiettivi nascono dai sogni e dalla speranze e costituiscono l'energia che ti spinge ad agire".

"Vuoi dire che sono una creatura mediocre? Non è così. Per uno che per molto tempo è stato visto come una minaccia da eliminare, sopravvivere è un obiettivo che nobilita. E riuscirci ti rende fiero, in qualche modo superiore agli altri".

"Hai mai provato a fare qualcosa per cambiare l'opinione che gli altri hanno di te?"

"All'inizio si. Cercavo disperatamente un modo per farmi accettare, un Maestro che mi aiutasse ad elevarmi. Entrai nelle Arene anche per questo, e non solo per procurarmi il necessario alla sopravvivenza. Ma anche lì tutti mi stavano alla larga, limitandosi a domandarmi chi ero e troppo ostinati nel considerarmi pericoloso. Nergal è stato l'unico che si sia offerto di aiutarmi e l'unico con il quale abbia stretto una forma di legame. Anche oggi nel resto della società la mia presenza è tollerata perché sono ritenuto utile, perché come ti ho detto molte volte ho fatto della mia debolezza un punto di forza. Tutti mi vedono come una macchina per uccidere e mi temono per il fatto che generalmente il mio agire è segnato da sangue e distruzione. Ma sanno che non possono fare a meno di me, che non ci sono missioni che non posso portare a termine o battaglie che io non sia in grado di vincere. E per questo mi lasciano vivere". Il Signore palava con voce calma, mascherando abilmente il tumulto di emozioni.

"Se ti accettano come Arcidemone, vuol dire che verrai introdotto nei livelli più elevati della società".

"E' questo che mi preoccupa. Sono un Guerriero e la sola che so fare è combattere e uccidere. Come verrò accolto dagli altri Arcidemoni? Perché credi che accettino la mia Ascensione? Diventando più potente sarò ancora più utile al Consiglio, specie in caso di guerra, ma non per questo smetteranno di temermi e disprezzarmi".

Lei scosse il capo e sospirò, abbozzando un sorriso.

"Sei tanto bravo come combattente che hai fatto della Via della Guerra il tuo unico scopo di vita. Ti ho osservato durante il duello con quella specie di clone corazzato. Eri te stesso in ogni cellula del corpo, eri davvero il Campione della Tenebra. E vuoi continuare ad esserlo. Io credo che tu non abbia timore di non essere accettato; in un certo senso è il contrario. Hai timore che gli altri ti accettino, costringendoti a diventare qualcosa di diverso da ciò che sei. Temi che questo metta in crisi la tua Regola".

"In un certo senso è così – Riconobbe lui – Non si può proprio nasconderti nulla, vero?

"Ai miei occhi sei come uno specchio - Confessò Sylvia –Sei confuso e stupefatto per ciò che sta accadendo molto in fretta: il ritorno del tuo Maestro, le rivelazioni che ti ha fatto, il nuovo rango a cui stai per essere elevato. Ma io posso aiutarti, se me lo permetti".

Il Sentiero della TenebraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora