Capitolo 15

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Si trattava di una corsa contro il tempo in cui ogni istante poteva segnare la differenza tra il successo e il fallimento.

Il Signore avvertì con chiarezza il manifestarsi di incantesimi di Svelamento e grazie all'Occhio poté vedere i due Cavalieri che assumevano subitaneamente forma angelica, raggiungevano una posizione apparentemente sicura, si ponevano in formazione difensiva e impugnavano Lame di Luce. Si trattava di armi che ben conosceva, avendone sperimentata la pericolosità direttamente in battaglia. Il procedimento della loro fabbricazione gli era in gran parte sconosciuto. Sapeva solo che il metallo utilizzato proveniva da una ben precisa regione del Regno della Luce e veniva lavorato con strumenti magici e raffreddato con un procedimento basato sull'utilizzo di luminosità allo stato liquido Il risultato era una lama leggera e durissima al tempo stesso, che emanava un biancore accecante e rilasciava nel corpo di un servitore della Tenebra una sostanza velenosa, capace di provocare danni gravi sul fisico e la mente.

Ma i Cavalieri avrebbero dovuto utilizzare le Lame di Luce di notte, quando l'oscurità costituiva un ostacolo alla piena manifestazione dei loro effetti, e il Signore contava su questo vantaggio.

Il piano procedeva come stabilito.

Prelevò da una tasca del mantello un secondo micromissile in cui in precedenza aveva inserito due proiettili perforanti intelligenti colmi di una sostanza ricavata dal terio: il nerodio. Si trattava di un prodotto raro e prezioso, ottenuto dai Sapienti nelle loro Accademie e utilizzato anche in campo militare. Veniva fornito esclusivamente all'Elite Nera ed il Signore ne era entrato in possesso grazie a Baal, che due anni prima gli aveva fornito la Chiave di Accesso alla propria Armeria, dove erano custodite anche le armi del Maestro Nergal. Quando vi si era recato per prelevare il Fucile delle Ombre aveva notato i proiettili al nerodio custoditi all'interno di una bacheca. La tentazione era stata troppo forte e pur sapendo di stare commettendo un furto (i proiettili erano di proprietà del Sapiente e non di Nergal) aveva superato i meccanismi di protezione della bacheca e si era impossessato dei preziosi manufatti. Una volta accortosi dell'accaduto, Baal non si era adirato; poteva facilmente costruire altri proiettili, e comunque riteneva che il Signore ne avrebbe fatto un buon uso.

Adesso, sul tetto dell'edificio di Brema dal quale stava scatenando l'attacco contro i servitori della Luce, il Guerriero ringraziò se stesso per aver commesso quel furto e l'Arcidemone per essere stato indulgente.

Inserì il proiettile nel caricatore di Sentenza e inviò un nuovo impulso neurale ad AZ15, che ripeté l'operazione di ricerca del bersaglio e puntamento.

Tutto durò pochi decimi di secondo.

Il micromissile venne sparato e questa volta l'obiettivo era l'appartamento precedentemente protetto dalla Sfera, che fungeva da base operativa della Squadra della Luce. I due Cercatori all'interno stavano utilizzando i poteri luminosi nel Quinto Livello per capire da dove era venuto l'attacco che aveva distrutto la Sfera e uno di loro si mostrava particolarmente determinato. Era una donna, si chiamava Apolline. Ne percepì il potenziale che si manifestava attraverso l'abilità insolita esibita nell'esplorare il Quinto Livello con precisione e rapidità. Era una caratteristica che aveva visto solo in Bashur e che indicava trattarsi di una Cercatrice da non sottovalutare minimamente. Comprese che era più potente del pur abile Tolomeo con cui si erano scontrati lui e il Capocaccia due anni prima. Che fosse stata lei la vera artefice principale dell'Interferenza costruita negli Stati Uniti?

A conferma di quanto fosse pericolosamente abile, Apolline scoprì da dove era partito l'attacco distruttivo contro la Sfera e individuò la presenza del Signore. Per un millesimo di secondo le due menti si sfiorarono, ma la Cercatrice non ebbe il tempo sufficiente per avvertire i Cavalieri.

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