Capitolo 17

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Se durante la notte del 22 settembre 2032 un umano fosse stato capace di muoversi nel Terzo Livello del Reale, si fosse introdotto furtivamente nell'Hotel Waldorf di Magdeburgo, situato nella centrale LiebigStrasse, e avesse raggiungere la stanza 121 l'avrebbe trovata completamente avvolta nel buio più fitto. Questo non gli avrebbe però impedito di assistere ad una riunione piuttosto animata a cui partecipavano tre creature non umane e una che solo all'apparenza poteva essere classificata come umana.

Il Cacciatore Bashur aveva convocato il collega Alocero per fare il punto della situazione perché questi lo aveva a sua volta informato di avere importanti novità riguardo alla ricerca sull'albero genealogico di Sylvia Bethaniut. Era presente anche quest'ultima, desiderosa di conoscere nei dettagli ciò che fino ad allora le era stato riassunto solo per sommi capi.

Quando Bashur le aveva parlato di Samuel Levine e del suo Patto Luminoso non era riuscita a cogliere immediatamente la portata di un simile evento. Il Cacciatore aveva tratteggiato brevemente la situazione con la disponibilità e pazienza che lo contraddistingueva.

"Fino ad oggi pensavamo che nel tuo albero genealogico vi fossero solo Patti Tenebrosi. Gli effetti della contaminazione sembravano avvalorare questa convinzione, eravamo convinti che non avresti mai potuto assumere una forma demoniaca stabile se dei Patti Luminosi fossero stati presenti. Adesso la scoperta di uno di questi pone molti interrogativi e ci rende incerti su tutto. Il problema è che potresti avere nella tua eredità oltremondana anche tratti che appartengono alla Luce e questo fa crollare il nostro castello di ipotesi e convinzioni.

Le implicazioni di tutto ciò non le erano state chiare e Bashur non aveva voluto spingersi in supposizioni ardite, giustificandosi con la mancanza di ulteriori informazioni in suo possesso.

"Per prima cosa dobbiamo completare la ricostruzione dell'albero genealogico. Dopo sarà possibile cominciare a rispondere a molte domande".

Sheeva, che ormai condivideva con lei gran parte delle giornate, aveva cercato di distrarla dalle inquietudini che la questione sollevava continuando a coinvolgerla soprattutto nel gioco del reciproco adattamento alla convivenza con gli umani. Lo riteneva un progetto prioritario in quel momento. Era consapevole dell'importanza del lavoro che Bashur e Alocero stavano svolgendo e non si premetteva minimamente di svalutarlo, ma riteneva che per Sylvia fosse fondamentale in quel momento imparare a convivere con la propria duplice natura.

Non si era mostrata troppo sorpresa quando Alocero aveva fatto sapere di voler urgentemente incontrare il Capocaccia né del fatto che Sylvia avesse colto l'occasione per essere presente. A quel punto, per un motivo che inizialmente all'umana era sfuggito, anche lei si era recata all'incontro, provocando subito un aumento della tensione; anche ad un osservatore esterno come Sylvia non era necessario un grosso sforzo per capire che tra Sheeva e il Cacciatore Alocero non correva buon sangue. Il Signore aveva accennato un paio di volte all'atavica ostilità di quasi tutti i Demoni nei confronti dell'aspirante Guerriero, che veniva considerata come un'aberrazione della natura. I livelli di aggressività primordiale manifestati quando era uno Spirito Selvaggio non avevano certo agevolato l'azione di quanti coloro, e si contavano sulle dita di una mano, erano disposti a spendere una parola di sostegno nei suoi confronti. Alocero non era assolutamente fra questi; ostentava una sdegnosa indifferenza e le si rivolgeva apertamente con l'appellativo di Mantide, che Sheeva non utilizzava da molto tempo e che perciò era percepito da lei come un insulto. Fra i Demoni, come Sylvia aveva imparato, l'uso di un appellativo era frequentissimo; praticamente tutti ne avevano uno e utilizzarlo per rivolgersi ad un interlocutore costituiva un modo più formale di interagire dal punto di vista comunicativo. Riflettendo il percorso evolutivo di un individuo, ogni appellativo poteva essere cambiato ogni qualvolta veniva ritenuto necessario. Normalmente lo si faceva per celebrare un evento fondamentale e Sheeva non faceva eccezione; dopo la Sottomissione aveva abbandonato il termine Mantide, per scegliere quello di Assassina. La differenza era sottile e tuttavia importante perché rifletteva l'avvenuta decisione di ripudiare lo stato di Selvaggio mantenendo le proprie caratteristiche di creatura predatrice. Sheeva era riuscita con ostinazione e pazienza a fare accettare alla maggior parte dei Demoni il nuovo appellativo, ma ve ne erano alcuni che ancora la chiamavano Mantide, rifiutandosi di ammettere che la sua evoluzione avrebbe potuto avere un esito positivo.

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