Capitolo 10

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Lo strano fenomeno avvenuto nel Rifugio non poteva essere trascurato e l'indomani il Signore si convinse che era necessario parlare al più presto con Bashur.

Al tramonto di un giorno di primavera del 2032, a bordo di una Audi R18 opportunamente modificata, lui e Sheeva lasciarono il Rifugio dopo aver assunto le identità umane di Norbert e Angela Weisemann. Giunsero a Detmold in meno di due ore, prendendosela abbastanza comoda e ricorrendo a lievissime manipolazioni solo per evitare un paio di posti di blocco della polizia. In seguito ai fatti newyorkesi, in Europa erano state prese misure di sicurezza simili a quelle degli anni in cui il terrorismo islamico aveva seminato stragi in molte città europee. I controlli erano rigorosi soprattutto negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, nei centri di interesse politico, economico e culturale. In questa occasione in Germania si era scelto di garantire una sorveglianza puntigliosa ma non invasiva, particolarmente attenta soprattutto nei confronti dei cittadini stranieri. La Renania settentrionale - Westfalia e la Bassa Sassonia non venivano considerate aree ad alto rischio e la vigilanza era quindi di livello medio, ma i due Demoni intendevano comunque mantenere il massimo profilo elusivo e preferivano evitare per il momento qualsiasi contatto con gli umani che non fosse strettamente necessario.

Il Signore conosceva abbastanza bene Detmold, una piccola città di notevole interesse, la cui fama era legata soprattutto alla presenza del monumento dedicato ad Arminius. Storicamente, fra il 1468 ed il 1947 era stata la capitale del piccolo Principato di Lippe (dopo il 1918, quando erano stati aboliti tutti gli Stati principeschi, aveva assunto il nome di Stato Libero di Lippe). Una volta incorporato questo nel nuovo stato tedesco del Nord Reno –Westfalia, la città era diventata un distretto e pian piano aveva accolto sotto la sua amministrazione tutti i paesi limitrofi. Bashur, che sembrava aver conosciuto un numero incalcolabile di umani, aveva detto una volta che Detmold era stata, soprattutto nel XIX e XX secolo, il luogo di nascita di numerosi tedeschi illustri quali il compositore Johannes Brahms, il poeta e autore Ferdinand Freilegrath, il drammaturgo Christian Dietrich Grabbe, il politico socialista Frank Walter Steinmeier, il generale nazista (e criminale di guerra) Jurgen Stroop.

Il Guerriero non aveva molto interesse per la storia della città o dei suoi illustri (o presunti tali) abitanti; ciò che lo aveva spinto a farne il centro della nuova esistenza di Sylvia era il legame fra lei e l'antico capo delle tribù germaniche che il Capocaccia aveva scoperto. Voleva che lei vivesse per un po' di tempo in un luogo che la poteva aiutare a comprendere meglio la nuova identità ibrida e il profondo legame con la Tenebra.

Si era rivelata una scelta felice, dal momento che in pochi mesi i progressi compiuti dalla giovane umana erano stati immensi. Non che il Signore ne avesse dubitato; si era accorto subito di come Bashur dedicasse alla discepola una particolare attenzione e fosse animato da un sentimento che sfiorava l'umano affetto paterno. Ovviamente lui non condivideva un simile atteggiamento, ma lo comprendeva perché in qualche modo era la conseguenza della profonda empatia che il Cacciatore aveva in generale con gli umani. In più, lei era figlia di un uomo che aveva firmato un Patto con la Tenebra e che era poi morto per mano dei servitori della Luce senza che Bashur avesse potuto impedirlo.

In realtà ci aveva provato, eccome! Quando aveva raccontato a lui e Sheeva il modo in cui si era opposto ai Paladini e ai Cercatori che avevano attaccato Villa Pinetree, la splendida residenza newyorkese dei Bethaniut, aveva suscitato in entrambi un sincero moto di incredulità. Si era mosso come un Guerriero, malgrado non ne avesse né l'addestramento né i poteri, e il Signore si era ritrovato ad ammirarlo. Da allora anche Sheeva lo guardava con interesse diverso. Lei era sempre stata restia a rapportarsi con chiunque non fosse il Signore, complice il disprezzo di cui era sempre stata circondata. Tuttavia Bashur era uno dei pochi che in qualche modo non l'avesse mai considerata uno Spirito Selvaggio da eliminare, anche quando ne avrebbe avuto i motivi. Si era sempre mosso con circospezione nei confronti di lei, spesso mantenendo al minimo i contatti, comunque non mostrando quella diffidenza atavica che quasi tutti i Demoni le riservavano. E così pian piano era cresciuto fra i due un rispetto reciproco; Sheeva vedeva in lui un Demone Cacciatore sommamente evoluto, ne ammirava la vastissima conoscenza, il superbo Controllo e l'inesauribile curiosità che lo spingeva quotidianamente ad esplorare nuovi percorsi evolutivi. E lui, che non era schiavo dei pregiudizi, aveva sempre apprezzato quegli Spiriti animati da un desiderio sincero di evolversi e manteneva un atteggiamento dei tutto ostile nei confronti di quelli che pervicacemente si impegnavano a rimanere Selvaggi, non rinunciando ad abbandonare gli istinti primitivi. Così, quando Sheeva si era sottomessa lui aveva cominciato a guardarla con curiosità. Si era periodicamente informato dei progressi da lei fatti e si era andato convincendo che dietro la tremenda ferocia mostrata in passato vi fosse una ragione. Non aveva ancora scoperto quale fosse (Sheeva non gliel'aveva mai rivelata), ma era sicuro che la pericolosa creatura avesse ormai intrapreso un cammino evolutivo lungo e fecondo. Pian piano si era accorto di ammirarla per lo sforzo indomito e consapevole con cui si era emancipata dallo stato selvaggio per avvicinarsi alla conoscenza e al vivere civile. Non le aveva mai esplicitato la disponibilità a diventare suo Maestro, ma gli aveva offerto consigli apprezzati quando l'aveva vista in difficoltà. Ed era rimasto saggiamente nell'ombra quando lei aveva scelto la Via della Guerra, riconoscendo come inevitabile che il Signore fosse diventato il Maestro. Entrambi sapevano che, comunque, in caso di necessità lui non avrebbe esitato a rendersi disponibile.

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