Capitolo 27

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Il Signore si risvegliò dal lungo stato di Non Vita Non Morte in cui era stato per tre interi giorni.

Il recupero della consapevolezza di trovarsi nella Camera Oscura del Rifugio fu lento e graduale, e avvenne di pari passo con la scoperta di aver superato brillantemente la prova.

Una volta completato il risveglio, la prima cosa di cui si rese conto fu la vastità dei cambiamenti che aveva subito la propria forma demoniaca. Dal punto di vista fisico le novità più evidenti erano l'aumento di altezza e peso. Un Arcidemone normalmente era alto circa tre metri, ma poteva raggiungere i quattro; tutto dipendeva dallo sviluppo dell'apparato scheletrico e muscolare precedente all'Ascensione. Generalmente i Guerrieri erano i più soggetti ad avere le dimensioni maggiori e il Signore non faceva eccezione. Sfiorando i quattro metri, il suo corpo aveva subito un cambiamento adeguato al processo evolutivo. Il peso accresciuto era distribuito in maniera armoniosa senza alterare la muscolatura ipertrofica e la potente struttura ossea tipiche di chi segue la Via della Guerra. Solo ad un occhio particolarmente attento non sarebbero sfuggiti quei piccoli particolari che indicavano un adeguamento della nuova conformazione fisica e alle evolute capacità, che si traducevano in potenza e velocità più che decuplicate. Sulla Terra un Arcidemone ben addestrato, utilizzando semplicemente i propri Poteri Tenebrosi, poteva correre a 300kmh o volare superando di tre volte il muro del suono, abbattere a mani nude un palazzo di trenta piani o causare su una metropoli danni paragonabili all'esplosione di un ordigno atomico. Nell'Oltremondo gli Arcidemoni Guerrieri erano i combattenti più letali delle Forze Armate e si impegnavano in battaglia in prima persona solo quando era necessario, preferendo impiegare le loro abilità nell'addestrare i discepoli. Quando comparivano sulla scena di un conflitto all'interno delle gigantesche Armature Nere, veri esoscheletri biotecnologici che si interfacciavano con la mente e il corpo del Guerriero ed erano dotate di armi ad alta tecnologia, decidevano quasi sempre le sorti dello scontro.

Gestire un'Armatura Nera da Battaglia e combattere al tempo stesso richiedeva uno sforzo psicofisico enorme, per sopportare il quale durante l'Ascensione gli arti dovevano subire una radicale ristrutturazione che prevedeva l'inserimento in numerose parti dello scheletro di componenti biotecnologici e chip in grado di migliorare i riflessi, l'equilibrio, l'agilità, la resistenza. L'epidermide stessa veniva generalmente ricoperta di uno strato sottilissimo di neronio, con la conseguenza che sulla Terra un Arcidemone Guerriero era praticamente invulnerabile; proiettili di qualsiasi calibro sarebbero semplicemente rimbalzati sulla pelle e neppure un ordigno atomico avrebbe provocato danni rilevanti. Nell'Oltremondo solo le armi infuse di energie luminose potevano procurare ferite serie, sempre che gli aggressori riuscissero ad aggirare i potentissimi Scudi difensivi innalzati durante una battaglia.

Agli occhi di qualunque creatura non oltremondana che avesse superato la sensazione di terrore prodotta dalla vista di un Arcidemone Guerriero armato di tutto punto non sarebbe sfuggito un altro particolare inquietante: la ragnatela di rituali simbolici che ricopriva praticamente ogni centimetro di pelle sino a comporre una sorta di mosaico estremamente complesso e multicolore. Erano distinguibili soprattutto due tipi di simboli, quelli rossi che attivavano poteri offensivi e quelli blu che attivavano poteri difensivi. Tutti erano collegati da linee dorate e bronzee che indicavano gli schemi rituali di attivazione e i vari Poteri Tenebrosi che dovevano essere coinvolti.

Ma ciò che avrebbe reso davvero spaventevole la forma demoniaca di un Arcidemone Guerriero agli occhi di chiunque erano le ali membranose, con un'apertura di oltre dieci metri e ricoperte di peluria finissima. La loro particolare conformazione non le rendeva adatte ad un volo su grandi distanze, per altro non richiesto ai Guerrieri. Garantendo eccellente agilità, sia a bassa che ad alta quota, ed una velocità fulminea per brevi tratti, erano perfettamente in grado di garantire alta manovrabilità. Ed erano anche armi letali; sarebbe stato sufficiente il colpo di un ala per abbattere un edificio o ridurre in minuscoli frammenti il corpo di un essere umano.

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