20 Novembre, 2015
KeySembra quasi mi stia studiando, quella sera. Non sta solo osservando i miei movimenti per imparare come si ci comporta con un cliente o dopo quanto tempo si pulisce un tavolo. No, quella sera mi guarda con una strana intensità. Da quando lo avevo visto la prima volta, quasi cinque anni fa, T-Boy aveva sempre avuto quella particolare profondità nello sguardo. Ricordavo poco di quella volta, avevo appena quindici anni e mi ero trovata a passare per una strada che non facevo quasi mai. Stava scherzando con dei suoi amici e ricordo solo che mi puntò gli occhi addosso con quel suo modo arrogante di fare, come se non gli stesse bene che io passassi proprio per di lì.
Rimasi colpita da come mi avesse notata così facilmente.
Ma questo era il tipico modo di fare di T-Boy, e per questo non ci facevo più molto caso da anni. Tranne quella sera. Quella volta era diverso, quella volta avevo qualcosa da nascondere e non volevo che qualcuno capisse cosa mi fosse davvero successo. Per questo, alla fine, mi concedo una pausa.
Esco nel retro del locale, perché ho bisogno di una boccata d'aria. Per qualche minuto voglio togliere quella maschera di perfezione e sentirmi libera di essere triste. Basta un cenno a Simon e poi sono fuori.
Per fortuna quello è un posto tranquillo, ci sono solo i bidoni dell'immondizia e dietro un recinto che delimita la zona, si intravede il parcheggio del pub.
Non ci credo, alla fine Joon aveva preso la sua decisione. Ed io ho il cuore così gonfio che vorrei passare giorni interi a piangere, ma ora non posso. In realtà sono due giorni che mi reprimo, che mi costringo a non piangere. Non so perché sto imponendo a me stessa di non lasciarmi andare, che era giusto che fosse andata così, non lo riuscivo a capire perché mi stessi convincendo di quelle cazzate.
Pensavo che nessuno avrebbe preso una pausa proprio in quel momento, ma come non detto ad uscire a farmi compagnia è proprio la figura alta e prepotente di T-Boy. Non mi guarda neanche ma apre la porta, la richiude, mi lancia un breve sguardo e fruga nella tasca dei jeans dai quali prende un pacchetto di sigarette. Dopo averne accesa una, il suo sguardo è di nuovo su di me.-Che hai?-
Scuoto la testa -Niente- non avrei mai parlato con lui. Non di Joon, non di quello che provavo.
-Stai quasi per scoppiare a piangere e tu lo chiami niente?- risponde con tono ironico e accenna un mezzo sorriso. Rimango impassibile ma dentro di me c'è un uragano. Vorrei mandarlo a quel paese ma come apro la bocca sento la voce spezzarsi e gli occhi iniziano a pizzicarmi. Diamine, non ora.
-Se vuoi, fallo, piangi pure- lo guardo di nuovo senza dire nulla, quasi sconvolta per quello che mi aveva proposto di fare
-Fai come se non ci fossi- ma come potevo fare finta che non ci fosse? Lui era lì che mi stava dando la possibilità di tirare fuori tutto ciò che più mi faceva male.
Non ci misi molto, alla fine crollai. Cominciai a piangere prima lentamente, sentivo le lacrime sfiorarmi le guance mentre guardavo il volto sempre più offuscato di T-Boy, poi divenne un pianto sempre più forte, ed ogni singhiozzo era una parola non detta a Joon, un ti amo mai provato, una cattiveria che non si meritava, tutte le volte che mi ero messa al primo posto. Continuavo a piangere, la testa bassa, le mani sul viso fino a che non mi passa quel fazzoletto.-Che ti ha fatto?- mi asciugo il viso e lo guardo sconcertata -Lascia stare- infatti cerca di riparare subito alla situazione e rimango ancora più sconcertata poiché T-Boy non aveva mai avuto premura delle sue parole. No, lui aveva sempre parlato senza filtri, senza aver paura di ferire perché l'importante era difendere se stesso.
-Scusa, non pensavo potesse interessarti- mi guarda taciturno, mentre mi giustifico di quel mio sguardo ambiguo.
-Ed hai sempre sbagliato- non ho idea di cosa stia dicendo, lo guardo di nuovo titubante, ma non posso ribattere poiché lui è già rientrato. Dopo poco mi richiama anche Simon, mi domando quale sia il significato di quella sua affermazione.
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救い出すよ必ず// I'll Save u
FanfictionBOY IN LUV SERIES // Second Act Sono passati tre anni dagli ultimi avvenimenti, Key ormai è all'università: viaggia tra la città in cui vive da sempre alla città in cui cerca di crearsi un futuro. La sua vita è molto diversa da quando frequentava i...