Can you help me?

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5 Dicembre, 2015
Jin

John era ancora debole, quando ero arrivato stava cercando di mangiare qualcosa seppur ancora con fatica. Mi aveva detto che gli facevano male le ossa, ma che rispetto a quella stessa mattina si sentiva meglio. Era sicuro che in poco tempo sarebbe tornato in forma.

Ero sereno.

John si era svegliato, io e Seo eravamo tornati amici e con Jemy ero riuscito a stipulare una sorta di tregua. Non c'erano più litigi, né stupide battutine, sembrava che stare a casa con noi lo avesse in qualche modo cambiato. Però, negli occhi, nel suo sguardo, potevo chiaramente notare una nota di amarezza sempre costante. Mi chiedevo se dipendesse dalle pretese dei suoi genitori o dalla sua continua confusione riguardo quello che realmente volesse dalla vita. A volte, credevo che fosse anche per Key.

Ma lui continuava ad ostentare, quella che a mio parere, fosse una falsa indifferenza.

-Ho bisogno che mi fai un favore, Jin- eravamo fuori dall'ospedale, io fumavo una sigaretta e Seo mi aggiornava su quella che era l'attuale situazione salutare del padre quando interruppe il discorso all'improvviso.

-Cosa succede?- mi girai un po' titubante, il tono di Seo sembrava preannunciare qualcosa di poco piacevole -Vorrei che accompagnassi Tim a casa sua-

-Credevo dovessi uccidere qualcuno, Seo- misi una mano sul petto simulando un finto spavento, mentre il mio amico scoppiava a ridere -Scusami, sono stati giorni davvero stressanti questi- 

-L'otto c'è una festa in un locale qua vicino, perché non vieni?-

-Non saprei, dipende da papà... non vorrei lasciarlo solo...- annuii aspirando l'ultimo tiro.

-Allora, viene adesso Tim?- Seo annuì, poi afferrò il telefono per chiamare suo fratello e avvisarlo che lo avrei aspettato al parcheggio, quindi salutai Seo e mi avviai all'auto.

Non avevo idea di quanto tempo avrei dovuto aspettare Tim, ma faceva abbastanza freddo e mi infilai in auto. Accesi l'aria condizionata, proprio nell'esatto momento in cui il telefono squillò.

Era papà.

Risposi tranquillamente, non erano neanche le sette del pomeriggio, fuori era già buio ed ero certo che papà volesse avvisarmi del suo solito ritardo. Invece, agitato, mi ordinò quasi di andare in stazione poiché c'era un suo cliente ad aspettarlo già da più una mezz'ora. Era così in ansia che senza pensarci lo assicurai che sarei andato io, ma Tim chi lo avrebbe accompagnato a casa?

Parve quasi un segno, un colpo di fortuna, o quello che fosse ma proprio in quel momento vidi Key in lontananza.

Mi catapultai fuori dall'auto con l'unico obiettivo di chiederle quel favore. La feci così spaventare che temetti di prendermi un cazzotto in faccia, mi scusai ma non avevo altro tempo e modo per chiederle aiuto.

-Ho bisogno che accompagni Tim a casa sua, io non posso, c'è mio padre che devo aiutare- ero così agitato che non riuscivo ad articolare bene le parole, Key cercò di spiegarmi che non poteva ma non volevo sentire altro, la ringraziai e le promisi che le avrei offerto una cena. Poi mi volatilizzai.

Non so cosa avevo combinato, ma sapevo che qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto.

救い出すよ必ず// I'll Save uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora