You are my solution

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1 Dicembre, 2015
JK

Miki mi sta guardando.
È seduta in fondo all'aula, la fila parallela la mia. Cerco di ignorarla, ma il suo sguardo è così perforante che alla fine sono costretto a chiederle tacitamente se ci fosse qualcosa che non andasse.
Con un dito, mi avvisa che mi avrebbe parlato dopo, all'uscita di scuola.
Le dico che va bene, solo perché nei suoi confronti mi sento in difetto. Anche se ho fretta, anche se non vedo l'ora di mandare quel messaggio a Key e sperare che mi voglia vedere quel pomeriggio, comunque sento di doverle questo. Sento di doverle dare almeno la possibilità di staccarsi da me, gradualmente.
Manca solo un'ora alla fine della lezione, il professore di matematica spiega quello che è un teorema di cui non m'importa nulla, soprattutto perché la mente vaga alla sera prima.
Avevo avuto la mia occasione, sembrava quasi surreale che le cose fossero capitate così velocemente e soprattutto con quella coincidenza tempistica. Avevo colto l'attimo e le avevo detto quello che provavo, tutto. Lei non aveva detto nulla, era rimasta lì a guardarmi, sembrava sorpresa, era come se non se lo aspettasse. Non sapevo come prenderla, non sapevo se avrei avuto una possibilità con lei, soprattutto perché non avevo idea se fosse ancora fidanzata con quel Joon. Ma quello che mi premeva, più che altro, era non sapere se il motivo fosse la nostra differenza di età. Ora troppo percettibile. Ma io l'amavo, avrei fatto il possibile per far sì che credesse in me e nella mia maturità.

Come un tuono, la campanella suona e mi risveglia da quella trance. Mi affretto a mettere le mie cose nello zaino, mentre sento Miki avvisarmi che mi avrebbe aspettato fuori, davanti i cancelli principali. Annuisco e infilo lo zaino in spalla.
Mi domando cosa debba dirmi. Solo due giorni prima avevamo parlato a casa sua e le avevo detto tutta la verità.
Quando esco la vedo aspettarmi dove promesso, ha lo zaino che le pende da un lato, la testa bassa e lo sguardo fisso su un punto impreciso. Soltanto ora mi rendo conto di quanto sia triste.

-Eccomi- mi avvicino a lei e non appena sente la mia voce,alza la testa e sorride.
-Eccoti- mi fa eco senza smettere di sorridere, ma non è felice, il suo è un sorriso rassegnato -Cosa succede?- tuttavia le domando, perché stare lì mi mette a disagio -Stavo pensando ad una cosa l'altra sera- fa una breve pausa, mentre aspetto il peggio -pensavo a quello che mi avevi detto su quella ragazza- comincia proprio da dove sapevo avrebbe puntato, su Key, vuole sapere chi sia ne sono certo -Cosa vuoi sapere?- le domando, infatti -Su di lei nulla, ma su quei disegni che tenevi nascosti- tuttavia avevo capito male, la trovo una domanda un po' ambigua la sua, infondo cosa le importava di quei disegni -Erano per lei? Sono suoi ritratti?- mi sento colto in flagrante, distolgo per questo lo sguardo perché le avevo detto una bugia, un'altra. Il mio silenzio serve a darle la conferma, annuisce ed alza la testa verso il cielo come a reprimere qualcosa, le lacrime -Bene, grazie, volevo solo esserne certa- mi dice, infine, mentre io continuo a stare zitto, era inutile dire qualcosa. Ormai la verità era così ovvia che era meglio che Miki la sapesse tutta.

-C'è qualcuno per te, comunque- noto, poi, che punta lo sguardo dietro di me. Uno sguardo quasi intimidatorio. Mi volto e quasi mi viene un colpo.

Key è ferma, appoggiata all'entrata del cancello, mi sorride quasi imbarazzata. Sembra diversa. È più bella della sera prima, i suoi occhi sono dolci così come il suo sorriso. Alza una mano timidamente come a farmi capire che è venuta per me. All'improvviso non c'è più nessuno, tanto che non mi sono accorto che Miki mi ha appena salutato ed è andata via. Dovrei essere triste e sentirmi in colpa, ma non ci riesco perché tutto quello che sento sono le ali delle farfalle che volano nel mio stomaco.

Sono sicuro di star ridendo come un cretino, mentre mi avvicino a lei.

-Ciao- le riesco solo a dire, senza smettere di guardarla. Continuo a sorridere e scuotere la testa incredulo.

-Ciao- mi saluta lei e noto ancora quell'imbarazzo. È decisamente diversa e non riesco a capire se sia colpa dei capelli che questa mattina ha lasciato sciolti o del modo in cui mi guarda.

-Scusami, ma non mi aspettavo di trovarti qui-  questo il massimo che le riesco a dire, ma lei non sembra farci molto caso -Probabilmente neanche io- mi confessa senza smettere di ridere -E forse ti ho anche interrotto, prima-

-Oh no, quella era solo la mia ex- non so perché glielo abbia voluto dire, non so neanche perché sia stato così spontaneo, ma con Key ero sempre stato così schifosamente sincero che adesso mi stavo pentendo di averle sottolineato chi fosse quella ragazza. Infatti, la luce nel suo sguardo è cambiata repentinamente e non ho idea se sia una cosa positiva o no -Oh, quindi immagino di essere venuta nel momento sbagliato- non so perché crede questo, ma non voglio perderla proprio ora che l'avevo trovata -No, vedi noi siamo compagni di classe- altra cosa che potevo evitare. Perfetto, ora Key ha rabbuiato ancora di più il suo sguardo -Senti, l'ho lasciata per te- alla fine mi gioco di nuovo il tutto per tutto. Probabilmente avevo ancora di più incasinato le cose con quella frase, ma non importa. Avrei fatto ogni cosa possibile per farle capire che ne valessi la pena.

-Quindi sono un grosso problema per te, eh?- ma alla fine mi guarda con quegli occhi scuri e profondi che mi erano sempre piaciuti, ha di nuovo sulle labbra quel sorriso strafottente della sera prima, ma dal tono di voce capisco che è cambiato qualcosa. Sta cercando di giocare con me.

-Per me sei sempre stata la soluzione, Key- vorrei averle dato corda e aver giocato con lei, ma quella frase mi era uscita dal cuore. Per me Key era sempre stata solo la soluzione.

救い出すよ必ず// I'll Save uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora