33. Quello che provo per te

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-Black!- esclamai non appena misi piede nella Sala Comune.

Quanto sembrava strano alle mie orecchie. In cinque anni che conoscevo Regulus non mi ero mai rivolta a lui usando il cognome, d'altro canto era il modo con cui mi riferivo al fratello maggiore, così da tenere il più possibile le distanze.

Modo in cui ti rivolgevi a Sirius. Mi corressi.

Infatti, dalla festa sul Vascello la situazione tra me e Sirius era migliorata, quanto meno ora se ci incontravamo, riuscivamo a salutarci e rivolgerci qualche parola senza finire a lanciarci incantesimi e maledizioni. Così avevo deciso di procedere a chiamarlo per nome, anche se il più delle volte suonava ancora troppo strano alle mie orecchie.

Se con Sirius le cose sembravano essere migliorate, con il fratello non lo erano affatto: Regulus non mi parlava dalla sera in cui si era arrabbiato con me per qualche motivo che non riuscivo a comprendere. 

Durante quella settimana l'avevo spesso beccato a guardarmi, ma mai aveva fatto cenno di voler sistemare la situazione. Continuava a fare piccoli gesti che mi facevano capire che ci teneva, che possibilmente non era così arrabbiato; oltre a quelli, il nulla.

Mi sentivo vuota senza di lui, come se una parte stessa di me fosse venuta a mancare.

Possibile che io non riesca a vivere una relazione serena con entrambi i fratelli? Uno dei due deve per forza finire per evitarmi? Pensai, arrabbiata con me stessa.

Ma avevo aspettato abbastanza, non potevo resistere un'altra ora senza poter parlare con Regulus. 

-You! You silly, stupid, without a bit of brain... guy.- dissi, marciando verso il gruppo di poltrone su cui erano seduti Regulus e Theodore, intenti a giocare una partita a scacchi magici, ed intorno a loro Sera, Susan e Lorenne.

-Ahi, io se fossi in te scapperei Reg.- disse Theodore, vedendomi praticamente saltare a piè pari i tre gradini che dividevano l'ingresso dalla Sala Comune.

-Sta blaterando cose strane. Corri.- intervenne Lorenne.

-Cercheremo di trattenerla fino a quando non sarai in salvo.- propose Susan, cercando di nascondere il sorriso che le stava nascendo sulle labbra, mordendo un biscotto di qualche tipo ed ovviamente preparandosi allo spettacolo.

-Oppure potremmo lasciare che lo uccida, un po' se lo merita.- disse Sera, incrociando le braccia al petto.

Vidi Regulus girarsi di scatto verso Sera, lanciandole un'occhiata di puro tradimento. La ragazza alzò le spalle e tornò a guardare verso di me. Presto anche gli sguardi degli altri furono di nuovo sulla mia figura, più lentamente mi raggiunsero anche gli occhi di Regulus. L'espressione sorpresa del ragazzo si stava tramutando in una di terrore man mano che facevo un passo verso di lui.

Oh, si. Fai bene ad aver paura. Fino a quando non mi parlerai di nuovo, ti darò la caccia in ogni angolo del castello. Pensai, un'espressione determinata sul viso.

-Regulus Arcturus Black.- lo chiamai di nuovo, non appena fui davanti a lui.

Incrociai le braccia al petto, divaricando le gambe così che l'unica cosa che potesse vedere fossi io. Notai il suo pomo d'Adamo salire e scendere lentamente, mentre i suoi occhi si inchiodavano ai miei.

-Sì...?- domandò, la voce profonda appena udibile.

-Dobbiamo parlare.- dissi decisa, non ammettendo repliche.

Theodore fece un lungo fischio alle mie parole, gli lanciai uno sguardo veloce e lo vidi cercare di sedersi ancora più profondamente nella poltrona per allontanarsi il più possibile da me.

Imperius [Sirius Black v.s. Regulus Black/OC] - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora