59. Chi sono?

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Nike...

Sentii una profonda voce pronunciare il mio nome, proveniva da ogni dove ed era come un richiamo irresistibile. Aprii gli occhi, curiosa di scoprire dove fossi e immediatamente fui accolta da una luce accecante. Strizzai con forza le palpebre per schermarmi da quella luce troppo forte e, dopo qualche istante, provai a riaprirli piano. Sentivo gli occhi pizzicarmi leggermente e alcune lacrime si formarono agli angoli, sbattei velocemente le palpebre per eliminare quella sensazione e per mettere a fuoco il luogo che mi circondava. Ma non c'era nulla, mi trovavo in uno spazio senza dimensioni, completamente bianco.

Non di nuovo... Pensai, ritrovando improvvisamente la sensibilità del mio corpo quando mi girai su me stessa per guardarmi attorno.

Da qualsiasi parte mi voltassi nulla mutava, per un attimo credetti di essere morta e di trovarmi in una qualche dimensione ultraterrena, ma poi sentii nuovamente la voce chiamarmi. Nell'udirla nuovamente mi resi conto che non si trattava della stessa che mi aveva sorpreso la prima volta che ero svenuta, questa era più melodiosa e profonda.

Nike...

Respirai lentamente per cercare di rallentare il battito del mio cuore, che aveva iniziato a pulsare talmente forte che lo avvertivo nelle orecchie. Mi girai di nuovo su me stessa, cercando di capire da dove provenisse quella voce maschile.

-Chi sei?- chiesi al vuoto intorno a me e sentii la mia voce tremare appena.

Nessuno mi rispose, ma avvertii come se qualcosa si stesse avvicinando a me lentamente, come un cacciatore fa con la sua preda.

-Nike.-

Questa volta era più vicina e infiniti brividi mi percorsero il corpo; era una voce profonda, ammaliante e allo stesso tempo terrificante. Parte di me voleva fuggire lontano, ma nulla sembrava abbastanza distante da salvarmi da qualunque cosa si nascondesse in quel posto, mentre l'altra parte mi diceva di rimanere, attratta da quel richiamo. La voce si ripeté e questa volta si concentrò in un singolo punto, smettendo di riverberare in quel luogo senza spazio. Mi voltai di scatto e davanti a me vidi un ragazzo di una decina di anni più grande di me, era alto e prestante. I capelli mossi erano scuri come pozzi di tenebra e gli occhi verdi brillavano di luce propria. Indossava dei pantaloni dal taglio elegante e una camicia, entrambi di colore nero. La pelle era quasi diafana. Era bello, ma in modo che metteva i brividi. I suoi lineamenti erano marcati, ombre che non avrebbero dovuto esistere in quel luogo composto di sola luce danzavano sul suo volto, rendendo impossibile distogliere lo sguardo.

-Finalmente ti ho trovata.- disse e la sua voce profonda riverberò dentro la mia mente.

Fece qualche passo verso di me; avanzava sicuro, ogni minimo movimento era fatto con eleganza e precisione. Cercai di distogliere lo sguardo, di riprendere il controllo su me stessa, ma non ci riuscivo e così non potei far altro che rimanere a guardarlo, catturata dai suoi occhi. Qualcosa dentro di me mi disse che non dovevo mostrare paura, o sarei stata in svantaggio ancor prima di conoscere l'identità dell'uomo davanti a me. Ma, per qualche ragione a me ignota, sapevo che sarei sempre stata meno potente di lui, tutto in quella figura radiava potere. Un potere oscuro e affascinante.

All'improvviso sentii il mio corpo più leggero e riuscii a raddrizzarmi, rendendomi conto solo in quel momento si aver tentato di chiudermi su me stessa. Alzai lo sguardo verso all'uomo e mi costrinsi a non mostrare alcuna emozione sul viso. Un leggero sorriso increspò le sue labbra.

-Chi sei?- ripetei con voce ferma.

Mi stupii del mio stesso tono, appariva più sicuro di quanto io in realtà mi sentissi.

Imperius [Sirius Black v.s. Regulus Black/OC] - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora