44. Chi sei?

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Il buio circondava il mio corpo come una coperta durante una notte fredda d'inverno, una sensazione di pace e tranquillità era tutto quello che provavo. Non avrei potuto dire per quanto tempo rimasi in quell'oscurità pacifica, potevano essere trascorsi alcuni minuti o una vita intera.

Forse dovrei rimanere qui davvero per tutta la vita... è così tranquillo.

Plin.

Cos'è questo suono?

Plin. Plin.

Sembrano... delle gocce d'acqua che cadono?

Plin. Plin. Plin.

Ma da dove arriva? Qua non c'è nulla.

Poi, all'improvviso, davanti ai miei occhi iniziò a formarsi una piccola pozza d'acqua, dall'alto, o almeno da quello che credevo fosse l'alto, piccole gocce continuavano a cadere, creando dei cerchi sulla sua superficie.

Mi avvicinai lentamente allo specchio d'acqua, rendendomi conto di essere capace di muovermi per la prima volta da quando mi ero svegliata in quel posto. Allungai il braccio in avanti e sfiorai con la punta delle dita il liquido, increspandolo e creando altri cerchi sempre più grandi che andarono ad intersecarsi con quelli formati dalle gocce che continuavano a cadere; non appena sentii l'acqua l'ambire la mia pelle fu come se tanti aghi mi pungessero e, sorpresa da quella sensazione, ritrassi immediatamente la mano. Ma non potevo far altro che continuare ad osservare quella pozza,  che sembrava aver smesso di allargarsi, ne ero attratta come se una forza invisibile mi portasse verso di essa. Forse mi sentivo in quel modo per il semplice fatto che fosse l'unica cosa in quella oscurità eterna o, forse, per qualcosa di più profondo.

Decisi di avvicinarmi ancora di più; mi misi in ginocchio accanto al bordo della pozza e piegai il busto in avanti. Non appena vidi il mio riflesso sussultai di sorpresa, allontanandomi immediatamente. Feci un respiro profondo per cercare di calmare il battito accelerato del mio cuore.

Quando ho ricominciato a respirare? Oppure ne sono sempre stata capace senza accorgermene?

Feci un altro respiro e mi sporsi di nuovo verso l'acqua davanti a me, questa volta rimasi ferma ad osservare il mio riflesso, quasi come incantata da esso. Il mio viso era più emaciato di quanto ricordassi, la guance incavate avevano perso il rosa tenue che le caratterizzava e gli zigomi erano più prominenti. A causa della magrezza del volto, il mio naso appariva più grande e le labbra più carnose, ma esse erano solcate da tagli che le facevano sembrare dipinte di un viola scuro in più punti. I miei occhi mi fissavano scuri come non mai, profonde occhiaie sotto di essi, ma la luce che emanavano, quel piccolo luccichio che li caratterizzava, li rendeva belli ed enigmatici. Quello che inizialmente mi aveva preso alla sprovvista non erano i lineamenti del viso, o la stanchezza che proveniva da esso, ma i miei capelli. Essi erano lasciati cadere sulle spalle e scendevano ben oltre la vita, lunghi ricci che avrebbero dovuto essere di un rosso scuro, ma che ora erano bianchi come la neve che copriva i campi durante l'inverno. 

Senza accorgermene, la mia mano, che fino ad un istante prima giaceva sulla mia coscia destra, si stava alzando e si muoveva di nuovo verso l'acqua. Cercai di fermarmi, ma tutto era inutile. Non ero io a comandarla. La punta delle mie dita toccò di nuovo la superficie e questa volta non ci furono spilli, ma una scossa fredda si propagò dalla mia mano. Passarono solo pochi secondi e dal punto in cui avevo sfiorato l'acqua, si iniziò a creare del ghiaccio, avanzava veloce e raggiunse in fretta i bordi della pozza; congelandola completamente. 

Cosa sta accadendo? 

Plin.

Quando la goccia toccò il ghiaccio questo si ruppe, formando mille schegge che iniziarono a fluttuare nell'aria ed andarono a plasmare una specie di forma a clessidra davanti a me. Poi, come si era creata, la figura scomparve mentre un leggero vento mi sfiorava il volto e i capelli, i miei capelli ancora rossi. La superficie della pozza era di nuovo senza ghiaccio e, prendendo coraggio, mi sporsi ad osservare il mio riflesso. Era uguale a prima, ma questa volta il volto non mi osservava senza espressione, un leggero sorriso era apparso sulle labbra. Sorriso che io non avevo sul mio viso. 

Imperius [Sirius Black v.s. Regulus Black/OC] - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora