35. Notte incantata

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Nike...

Sentii una voce chiamarmi. Sembrava provenire da ogni parte e da nessuna. Aprii gli occhi e mi ritrovai in mezzo al nulla; sbattei le palpebre, cercando di mettere a fuoco quello che mi circondava, ma ero in uno spazio senza dimensioni ed intorno a me solo oscurità.

Cosa sta accadendo... Mi chiesi, girando su me stessa.

Da qualsiasi parte guardassi nulla cambiava e un'improvvisa sensazione di claustrofobia prese il sopravvento. Cercai di non farmi prendere dal panico, ma più rimanevo in quel posto e minori erano le possibilità di riuscire a mantenere il controllo di me stessa.

Nike...

La voce di poco prima mi chiamò di nuovo, fu come se venissi attraversata da un fantasma, brividi mi percorsero le membra e per un secondo mi mancò il respiro. Mi girai di nuovo su me stessa cercando di capire da dove provenisse.

-Chi sei?- chiesi, la mia voce tremò.

Nike.

Questa volta la voce era più vicina e anche più potente, terrificante. Una parte di me non voleva far altro che correre via, scappare il più lontano possibile, ma l'altra mi diceva di rimanere, perché non vi era nulla di cui avere paura.

-Nike.-

Finalmente la voce si concentrò in un punto, esattamente alle mie spalle. Sobbalzai e mi girai di scatto. In quel momento tutto si illuminò e una forza sconosciuta mi sollevò, scaraventandomi all'indietro senza potermi fermare.

Fu a quel punto che mi svegliai, ritrovandomi seduta nel mio letto ad Hogwarts mentre il mio corpo tremava scosso da brividi. Le tende tirate intorno a me non mi permettevano di vedere la stanza, ma il leggero gocciolare del fontana centrale mi confermò dove mi trovassi. Il mio respiro era affannato e sentii la schiena completamente bagnata dal sudore.

È stato solo un incubo... pensai, passandomi una mano tra i lunghi capelli.

Cercai di rallentare il mio respiro, chiusi gli occhi per concentrarmi sui battiti forsennati del mio cuore, ma, appena le palpebre calarono, la luce accecante del sogno era di nuovo intorno a me. Aprii gli occhi di scatto mentre una sensazione di paura mi percorreva il corpo. Mi sentivo osservata nonostante sapessi che nessuno mi stava davvero guardando.

Incominciai a rigirarmi nel letto, ma ben presto sospirai sconfitta, consapevole che non sarei mai riuscita a riaddormentarmi. Di nuovo. Era la seconda volta che mi capitava di avere incubi che mi lasciassero talmente scossa da non poter più pensare di dormire. Così feci l'unica cosa che sapevo mi avrebbe calmato: tirai le tende, scesi dal letto e, dopo essermi coperta con il mantello, mi diressi verso le cucine.

Era notte fonda, ben oltre il coprifuoco e i corridoi dei sotterranei erano completamente deserti. La luce delle fiaccole illuminava a tratti il percorso che dovevo seguire, creando giochi di luce che facilmente ingannavano la vista. Girato l'ultimo angolo avvertii ancora la strana sensazione di essere osservata, strinsi con forza l'impugnatura della bacchetta, che avevo posto nella tasca interna del mantello per sicurezza, e affrettai il passo. Arrivata davanti al muro cercato, feci il solletico alla pera dipinta nel quadro e un rumore di pietra riempì il silenzio del corridoio. Quando la porta alla cucine si formò davanti a me, entrai senza attendere un altro secondo.

Sul lato opposto della stanza i fuochi erano quasi spenti e, non essendoci altre fonti di luce, tutto risultava essere nella penombra. Mi incamminai tra i due tavoli centrali, sperando di trovare qualche elfo ancora sveglio sul fondo delle cucine.

Imperius [Sirius Black v.s. Regulus Black/OC] - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora