61. La verità

371 24 2
                                    

Una volta che Madama Chips si fu assicurata che non avessi riscontrato problemi a causa del coma prolungato, indossai la divisa scolastica e lasciai la stanza che mi aveva ospitato per un mese per incamminarmi verso l'ufficio del preside. Quando uscii dalle pesanti porte, non feci troppo caso al fatto che il corridoio davanti all'Infermeria era vuoto e tutti i miei amici sembravano essere scomparsi. Non mi domandai nemmeno dello strano comportamento di Sirius, in quel momento volevo solo conoscere la verità.

Mi trovavo come in uno stato di trance e per questo arrivai davanti al Gargoyle di pietra del secondo piano senza nemmeno rendermene conto. Osservai per qualche istante l'alta statua e poi pronunciai la parola d'ordine, immaginando che Silente avesse voluto rivelarmi il modo per accedere al suo ufficio dicendomi del suo amore per le Api Frizzole; dopo qualche secondo, l'enorme aquila balzò da parte, liberando il passaggio e rivelando una scala a chiocciola, anch'essa di pietra, in continuo movimento. Risalii le scale fino a trovarmi su un piccolo ballatoio in cui era presente solo una porta di legno massiccio. Mi avvicinai per bussare, ma questa si aprì prima ancora che la sfiorassi con un dito, rivelando un'enorme stanza di forma circolare. L'ufficio di Silente si alzava su due piani, le pareti erano tappezzate di ritratti, raffiguranti i presidi che si erano succeduti negli anni dalla fondazione della scuola, e innumerevoli tavoli erano disposti nella prima parte della stanza, su di essi vi erano svariati strumenti dall'ignota funzione.

-Avanti, avanti.- disse Silente, alzando lo sguardo verso di me mentre un leggero sorriso gli sfiorava le labbra, anche se i suoi occhi sembravano celare una leggera preoccupazione.

Feci un passo e mi fermai nuovamente. Davanti all'imponente scrivania del preside vi erano tre sedie, due delle quali erano già occupate. Dai miei genitori.

-Nike!- esclamò mio padre appena mi vide entrare nella stanza.

 L'uomo si alzò velocemente della sedia e corse verso di me per abbracciarmi con forza. Ricambiai l'abbraccio, sentendo la nostalgia che avevo provato nei mesi passati iniziare a scemare in quel gesto e dimenticando per un attimo che eravamo in presenta di Silente; poi, imbarazzata, mi allontanai e vidi che gli occhi di mio padre erano lucidi. Mi voltai di nuovo verso la scrivania ed incontrai lo sguardo stanco di mia madre, la donna mi sorrise leggermente e si alzò per raggiungerci. Quando anche lei mi circondò con le braccia per abbracciarmi, rimasi sconvolta da quel contatto; Demetra era sempre stata una strega poco incline a mostrare le proprie emozioni e l'affetto che provava verso le altre persone, le rare volte in cui si lasciava andare era perchè qualcosa di importante stava accadendo. Dopo essersi allontanata da me, ritornammo tutti e tre verso il preside che ci fece cenno di accomodarci. Il sorriso, che fino a poco prima incurvava le labbra del mago, scomparve improvvisamente e i suoi occhi azzurri e attenti si fermarono ad osservarmi. Sentii una strana sensazione dentro di me e all'improvviso mi sentii a disagio davanti all'uomo che avevo sempre visto come punto di riferimento per il grande potere e intelligenza che possedeva.

-Vorresti, per caso, raccontarci quello che hai visto durante i tuoi... periodi di riposo.- disse in tono perfettamente calmo.

Per un attimo provai imbarazzo, ripensando al fatto che, già una volta, Silente mi avesse fatto una domanda simile e che allora avevo deciso di mentire su quello che davvero avevo visto e sentito. A quanto pareva il mago sapeva molto di più di quanto mi avesse fatto credere e, determinata a sapere la verità, decisi io per prima di essere completamente onesta. Così, raccontai dei sogni che avevano continuato a svegliarmi nei mesi precedenti, del mio riflesso dai capelli bianchi e di come questa volta fossi stata inghiottita da quella strana pozza d'acqua.

Durante il mio racconto, lanciai diverse occhiate verso i miei genitori e notai che mio padre non aveva mai alzato lo sguardo dalle lunghe mani che teneva appoggiate in modo rigido sulle cosce, mentre mia madre fissava in lontananza, oltre la sedia del preside, come persa in qualche pensiero. Nessuno di loro si girò mai verso di me e non riuscii a capire quali emozioni provassero veramente. Quando ebbi finito di parlare, Silente si limitò ad annuire lentamente, congiungendo le dita delle mani davanti a sé con aria pensierosa.

Imperius [Sirius Black v.s. Regulus Black/OC] - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora