76. Marchio Oscuro

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Regulus P.O.V.:

Erano trascorse due settimane dal mio ritorno a Londra e dall'inizio delle vacanze estive. Vacanze che con difficoltà riuscivo a vedere come tali. Non vi era giorno che il Signore Oscuro non mi chiamasse alla villa dei Malfoy dove era solito risiedere nei periodi in cui non era in viaggio e dove teneva le riunioni con alcuni dei Mangiamorte. Non avendo ancora ricevuto il Marchio Oscuro difficilmente venivo mandato in missione con gli altri e per questo mi toccavano interminabili sessioni di duello con i maghi presenti nella casa. Duelli che non avevano nulla a che vedere con quelli eseguiti ad Hogwarts, dove erano più le regole da seguire che gli incantesimi permessi. Qui l'unica regola concessa era quella di non lanciare l'anatema che uccide. Il resto era tutto consentito. 

Era sera ed ero appena rientrato in casa dopo un lungo pomeriggio di allenamenti, questa volta mi ero scontrato con Theodore, il quale era tornato giusto quella mattina da una missione che il Signore Oscuro gli aveva assegnato qualche giorno prima. Siccome sembrava non esserci molto altro da fare ed essendo entrambi esausti dai giorni precedenti, avevamo deciso di fare qualche duello amichevole e non troppo impegnativo. Idea che avevamo pagato caramente quando uno dei Mangiamorte più anziani ci aveva visto e contrariato da quella che secondo lui era soltanto una dimostrazione di pigrizia e  debolezza, aveva deciso di punirci scagliandoci addosso diversi incantesimi. Così ora l'unica cosa che riuscivo a provare oltre anche alla stanchezza, era il dolore fisico. Era come se una mandria di Erumpent avesse deciso di passarmi sopra tutto il corpo, più volte. Ogni volta che facevo anche il più piccolo movimento, il respiro mi veniva a mancare e una fitta partiva dal costato destro per spargersi lungo tutto il corpo. 

Salii in camera mia per recuperare una maglietta e un paio di pantaloni puliti dall'armadio. Poi mi diressi di nuovo verso la porta e quando l'aprii le lampade a gas sparse per le mura del corridoio si accesero per magia, illuminando il passaggio su cui davano tre porte. Quella da cui ero appena uscito, quella del bagno in cui ero diretto e quella della camera di mio fratello. 

Ogni volta che uscivo dalla camera cercavo di evitare con tutte le mie forze che lo sguardo finisse sulla targhetta di metallo, identica alla mia, che riportava il nome di Sirius. La sua porta non veniva aperta da quasi un anno e non osavo pensare in quale stato fosse la stanza dato che a mia madre non importava abbastanza da chiedere a Kreacher di pulirla. Per un attimo fui tentato di raggiungere la maniglia ed abbassarla; alzai la mano libera dai vestiti, spostai il peso del corpo per fare un passo, ma in quel momento un rumore improvviso si diffuse nella casa, facendomi trasalire. Abbassai immediatamente la mano, voltando lo sguardo dall'etichetta e incamminandomi verso il bagno. 

Non sapevo cosa mi fosse preso e non volevo nemmeno approfondire la possibile motivazione. Avevo deciso di dimenticare tutto quello che fosse accaduto con Sirius. 

Non mi importava. Se n'era andato.

Dopo qualche passo mi ritrovai davanti alla porta socchiusa del bagno. La aprii completamente e feci un passo in avanti, ritrovandomi nella lunga stanza. Le pareti erano decorate da piastrelle verde scuro, la lampada appesa al soffitto era di ferro nero e riccamente decorata; la leggera luce che emanava faceva apparire il luogo ancora più cupo, la vasca da bagno nera si allungava su tutta la parete destra ed era anch'essa decorata: serpenti d'oro il cui capo sporgeva pericoloso e i cui occhi rossi sembravano brillare di vita. Davanti alla vasca vi era il lavandino anch'esso nero e decorato da serpenti, sopra uno specchio più lungo che largo. Alla sinistra di esso vi era un piccolo cestino su cui appoggiai i miei abiti puliti. 

Chiusi la porta alle mie spalle, poi mi voltai verso la vasca e aprii i due rubinetti, lasciando che l'acqua iniziasse a scorrere per riempirla. Ben presto il suo gorgogliare riempì la stanza, cullandomi leggermente e lasciando che la mia mente si svuotasse da tutti i pensieri che fino a quel momento mi avevano tormentato. Se di solito riuscivo facilmente ad eliminare tutte le preoccupazioni che giornalmente tentavano di assalirmi, erano un paio di giorni che mi ritrovavo a dormire male. Più volte mi capitava di svegliarmi di soprassalto, sudato e con il respiro affannato, mentre i fantasmi che tormentavano i miei sogni continuavano ad apparire intorno a me. Mi sedetti sul bordo della vasca, lasciando che un respiro profondo e doloroso mi lasciasse le labbra. 

Imperius [Sirius Black v.s. Regulus Black/OC] - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora