57. Solito posto, solita ora

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Erano circa l'una e mezza di notte quando mi svegliai nuovamente. Mi sforzai di alzarmi dal letto e, facendo il minimo rumore possibile per non svegliare le altre ragazze, mi infilai un paio di leggins e un golf pesante, che avevo precedentemente sistemato sul bordo del letto. Prima di dirigermi verso la porta di legno, misi il mantello sulle spalle e uscii dal dormitorio.

Mi avviai per i corridoi deserti e freddi del castello, riuscendo a non farmi scoprire dai professori raggiunsi la ormai famigliare statua del centauro nel giro di una ventina di minuti ed iniziai a percorrere lo stretto passaggio che portava alla torre. Quando salii gli ultimi gradini, che mi separavano dall'aria gelata della notte, vidi che Sirius era già arrivato ed intorno a lui si muovevano lentamente le famigliari fiammelle blu.

-Queste non mi rincorreranno per bruciarmi se mi avvicino, vero?- chiesi, mentre un sorriso mi spuntava sulle labbra al ricordo del disastro combinato dal ragazzo e dal suo migliore amico qualche tempo prima.

Il Grifondoro si girò lentamente verso di me, indossava anche lui il mantello e, sotto di esso, dei jeans scuri e un maglione nero. I capelli erano perfetti come al solito e gli occhi indugiarono sulla mia figura per qualche istante prima di rispondermi.

-Sarebbe interessante vederti con meno vestiti, ma sono innocue.-scherzò, un sorriso malandrino sulle labbra.

A quel sorriso sentii il mio cuore sciogliersi lentamente, ma mi sforzai di mostrare un'espressione imparziale mentre mi avviavo verso di lui scuotendo lentamente il capo per le sue parole. Quando fummo vicini, allungò una mano verso il mio viso, facendo passare dolcemente il pollice sulla mia guancia. Si avvicinò con lentezza misurata, assaggiando ogni centimetro che ci separava, poi le sue labbra furono sulle mie per un leggero bacio.

-Vedo che il mio messaggio ti è arrivato.- disse, non appena le nostre labbra si separavano.

-In realtà volevo solo prendere un po' di aria,- dissi, voltandomi verso lo spettacolo davanti a noi, - credo che la tua messaggera abbia tenuto il tuo biglietto come un piccolo trofeo. Aveva gli occhi che le brillavano.-

Scoppiai a ridere, ricordando l'espressione insicura della piccola Serpeverde che mi aveva consegnato la pergamena di Sirius qualche ora prima.

-Faccio questo effetto.- disse Sirius, voltandosi anche lui verso il paesaggio.

-Non ne dubito... - dissi, - fai letteralmente impazzire tutte le ragazze.-

-Con te non ha funzionato.- disse, alzando il lato delle labbra in un mezzo sorriso.

-Io non sono tutte, - risposi, voltandomi verso di lui, - inoltre sono pazza già di mio, la situazione non può peggiorare più di così.-

Sirius si voltò a guardarmi, osservando la mia espressione mentre i suoi occhi luccicavano di divertimento.

-Allora non posso che migliorarla.- disse, portando una mano sul mio fianco.

-È quello che spero...- mi lasciai scivolare dalle labbra, mostrando così quella parte di me che sperava con tutta se stessa che quello che stava avvenendo dal giorno del mio compleanno fosse vero e non un nuovo gioco per lui.

Sirius sembrò capire i miei pensieri e si affrettò a girarsi completamente verso di me, guardandomi dritto negli occhi con espressione seria sul volto.

-Lo spero anche io.- disse, sporgendosi verso di me.

I suoi occhi non si muovevano dai miei, fissandoli con un'intensità che per un istante pensai di sentire i muscoli delle gambe diventare molli. Dopo qualche istante di silenzio, in cui a parlare erano solo i battiti dei nostri cuori e i nostri respiri nella notte fredda, Sirius mi baciò di nuovo, con più passione come a sancire la verità delle sue parole e dentro di me, per un attimo, riuscii a credergli e a pensare che non poteva essere altrimenti, non poteva che essere io e lui, insieme.

Imperius [Sirius Black v.s. Regulus Black/OC] - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora