10 - Ho appuntamento con il signor Stevens

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So di aver fatto un buon lavoro, eppure sono sempre nervosa quando devo consegnare una traduzione.

Ed è per questo che sono già sveglia un'ora prima che suoni la sveglia. Non riesco più a dormire, nonostante ieri sera sia andata a dormire piuttosto tardi per finire di ricontrollare tutto il file. prima di consegnarlo oggi.

Sblocco il cellulare per l'ennesima volta da quando ho aperto gli occhi, ma stavolta non è per controllare l'orario: apro la conversazione di ieri sera, quella strana chiacchierata avvenuta con Harry più o meno a mezzanotte e, spontaneamente, nasce un sorriso sulle mie labbra quando rileggo le sue parole.

Non so perché abbia pensato a me ieri sera a quell'ora, ma non posso negare, almeno a me stessa, che mi abbia fatto piacere. Mi piace questo continuo scambio di battute con lui, perché non cerca di fare il gentile solo perché sono una ragazza, e le sue piccole provocazioni tengono sempre viva l'attenzione. Le conversazioni con Harry sono sempre brillanti e stimolanti. Non è mai banale e scontato, e mi sorprendo a pensare queste cose di lui, perché non mi capita di pensare qualcosa di positivo su un ragazzo da tanto tempo.

Forse potremmo essere amici, forse potrei trovare qualcuno che non mi tratti come una bambola di vetro, perché so di avere bisogno di una bella scossa alla mia vita per tornare a vivere davvero.

D'un tratto alzo la testa per il rumore che ho sentito fuori dalla mia porta. Blocco lo schermo del cellulare, lo poso sul comodino, poi mi alzo ed infilo il maglione che ho lasciato ieri sera ai piedi del letto, e vado a controllare se sia mia sorella che si è svegliata.

Quando apro la porta sento dei passi giù per le scale e decido di scendere anch'io, ma la persona che trovo in cucina, intenta a prepararsi un caffè, non ha decisamente l'aspetto di mia sorella. È di spalle, indossa una canotta bianca e un paio di jeans. Le braccia sono cosparse qua e là da tatuaggi. I capelli rasati e scuri, e ho la sensazione di averlo già visto.

E mi accorgo di avere ragione quando lui mi sente e si volta per guardarmi e riesco finalmente a vedere il suo viso.

«Ciao Chloe...», mi sorride senza alcun imbarazzo, mentre ha in mano la brocca del caffè, «ti ho svegliata?» Lo guardo con aria confusa stringendomi nel mio maglione a causa del freddo che sento. Come diavolo fa a stare in canottiera?

«No... ero già sveglia». Lui, con una tranquillità disarmante, torna a preparare il caffè come se niente fosse, come se trovarlo in cucina la mattina a fare il caffè, fosse l'abitudine di tutti i giorni. «Zach... che... che ci fai qui?» Sono costretta a chiederglielo dato che lui non si decide a darmi una spiegazione.

«Ti risponderei che sto preparando il caffè, ma sarebbe una risposta troppo banale» Si volta a guardarmi, appoggiandosi ai mobili della cucina, poi incrocia le braccia e riesco a notare ancora una volta l'elevato numero di tatuaggi che ricoprono la sua pelle. «Tua sorella ha avuto un problema con la macchina ieri sera. Erano più o meno le due del mattino e, mentre stava tornando a casa, la sua auto si è spenta. Non ne voleva sapere di ripartire così mi ha chiamato. Poi una cosa tira l'altra ed eccomi qui». Zach continua a sorridere, del tutto tranquillo per questa situazione, mentre io mi sento un po' a disagio.

«E da quand'è che vi frequentate?» Non capisco perché mia sorella non me ne abbia mai parlato.

«Da ieri sera». Il suo sorriso è ancora più ampio e sinceramente non capisco come possa essere così rilassato in mia presenza. E forse è per la mia espressione confusa che si decide a darmi qualche spiegazione in più. «In realtà non avremmo dovuto incontrarci io e te. Avevo puntato la sveglia in modo da potermene andare prima che mi vedessi, ma, come vedi, non ha funzionato.»

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