27 - Non hai niente da dire?

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Negli ultimi mesi il risveglio per me è stato quasi sempre traumatico perché voleva dire tornare alla realtà, quella realtà in cui realizzavo che Dylan non c'era più - soprattutto quando sfioro il piccolo ciondolo che ho appeso al collo - e, istantaneamente, venivo travolta dai ricordi della sera del mio compleanno, la serata che ha distrutto la mia vita.

Ma tutto questo non è successo stamattina. Quando ho aperto gli occhi ho avuto solo la percezione del corpo di Harry contro il mio, delle sue mani su di me e del suo profumo, che mi regalavano uno splendido risveglio. Quando ha detto quella stupidaggine dell'aver fatto l'amore tutta la notte, ammetto di esserci quasi rimasta male quando ho scoperto che mi stava prendendo in giro, ma poi mi sono detta che, se fosse successo, avrei voluto ricordarmi ogni più piccolo particolare.

Ci sono momenti in cui mi sento in colpa per i pensieri che ho su Harry e vorrei solo non averlo mai conosciuto, ma questo succede solo quando sono da sola e i ricordi tornano a tormentarmi, perché quando lui è con me non posso fare a meno di concentrarmi su ogni cosa che lo riguarda, fosse anche solo osservarlo mentre si slega i capelli e ci fa scorrere una mano in mezzo, proprio come sta facendo in questo momento, seduto di fronte a me su questo vagone deserto della metropolitana - stavolta regolarmente muniti di biglietto - diretti ad una meta a me ancora sconosciuta.

«Quando hai deciso di farli crescere?», gli domando curiosa. I suoi capelli sono decisamente lunghi.

Lui solleva lo sguardo e mi dedica un meraviglioso sorriso. «Il giorno stesso in cui mio padre mi ha chiesto di tagliarli». Scuoto la testa, ma sorrido per la sua affermazione. «È un'ottima motivazione sai?»

«Per quale motivo ce l'hai tanto con lui?» Sembra che oggi siamo in vena di confidenze, quindi non mi costa niente provare a fargli qualche domanda più personale.

«Perché ha smesso di fare il padre da quando... da quando lei  se n'è andata». Suppongo che, con quel lei, intendesse sua madre. «Ha cominciato a dedicarsi solo al lavoro, io e Jordan ci siamo sempre appoggiati a Brenda e al nonno, ma la notte eravamo solo io e lui». C'è amarezza e risentimento nelle sue parole. «Una notte l'ho sentito piangere così tanto che sono entrato in camera sua, avevo sette anni, e lui mi ha cacciato via dalla sua stanza, così ho iniziato a pensare che mia madre se ne fosse andata a causa mia e che mio padre fosse arrabbiato con me per questo. Da quel momento il rapporto con mio padre è peggiorato di giorno in giorno fino ad arrivare ad oggi. Lui mi odia e io non lo sopporto. Praticamente abbiamo trovato il nostro equilibrio». Harry sorride ancora, ma stavolta è un sorriso finto, di circostanza. Dice di non sopportare suo padre, ma sono certa che soffra per questa situazione, anche se non lo dice apertamente.

«Io non credo che tuo padre ti odi. Quando vi ho visto quella sera sul palco, il suo sguardo per te era...»

«Era apparenza, Chloe, c'erano un mucchio di soldi in ballo, credi davvero che davanti a tutte quelle persone avrebbe potuto mostrare il vero sé stesso?» Mi interrompe bruscamente e il suo tono di voce non ammette repliche, credo di dover lasciar perdere l'argomento, almeno per ora.

«E pensi di tagliarli prima o poi?» Riporto il discorso su qualcosa di più leggero e i lineamenti del suo viso tornano a distendersi, mentre quell'espressione furba, che mi piace tanto, fa capolino nei suoi occhi.

«Potrei... o potrei lasciarli diventare lunghi come i tuoi...» Alzo gli occhi al cielo e non faccio in tempo a dire altro perché lui si alza in piedi. «La prossima è la nostra». Mi alzo anche io e mi avvicino a lui, verso la porta d'uscita, poi il treno si ferma e scendiamo.

Non sono mai stata qui, quindi non ho la minima idea di dove stiamo andando. Camminiamo per un lungo tratto sul marciapiede, in completo silenzio, come se ognuno di noi stesse elaborando gli eventi di questa giornata che, guardati singolarmente, possono anche sembrare banali ma, per le storie che entrambi abbiamo alle spalle, trovo questa giornata straordinaria sotto tutti i punti di vista.

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