35 - M'importa di te

531 13 0
                                    

Il caffè è quasi pronto ed è l'unica cosa che ho potuto preparare stamattina perché non ho trovato altro. Credo sia passato troppo tempo dall'ultima volta in cui Harry è andato a fare la spesa. Mi sono rifiutata di guardare nel congelatore, non ho alcuna intenzione di mangiare roba surgelata appena sveglia.

Mi lego i capelli con uno dei suoi elastici, trovati in bagno davanti allo specchio, dove posso osservare il mio riflesso. Nonostante mi sia addormentata tardi, il mio aspetto sembra migliore stamattina, forse per merito del sorriso che la sua presenza nella mia vita continua a provocare.

Esco dal bagno e vado in cucina per mettere il caffè in due tazze, poi vado in camera sua, sedendomi sul bordo del letto, accanto a lui che dorme ancora profondamente, e infine poso le tazze sul comodino, accanto al bicchiere d'acqua che gli ho preparato prima, per poter prendere l'analgesico che gli servirà non appena aprirà gli occhi.

Stanotte è crollato come una pera cotta non appena si è sdraiato. Ho dovuto sfilargli i pantaloni e infilargli quelli della tuta, non senza difficoltà perché non ha collaborato per niente. Sono stata sveglia a guardarlo per parecchio tempo ripensando ad ogni momento trascorso insieme, da quella sera in metropolitana, fino al bacio di stanotte, combattuta tra quello che sento per Harry e quello che mi tiene legata al mio passato.

Lancio un'occhiata alla sveglia sul comodino e mi accorgo che è arrivata l'ora di svegliarlo. «Harry?» Lo scuoto leggermente posando la mano sulle sue spalle nude. Non sono riuscita ad infilargli la maglietta, ma so che spesso dorme senza e adesso sono contenta non la stia indossando. Mi piace far scorrere le dita sulla sua pelle. «Harry?» Si muove appena, voltando la testa dall'altra parte. «Harry devi alzarti», gli dico, lasciando un bacio sulla sua spalla.

E, non appena le mie labbra sono sulla sua pelle, non posso fermarmi. Gli lascio un altro bacio poco più in là, verso il collo, e ancora un altro, e un altro, poi sento la sua voce che pronuncia parole indistinte che mi fanno ridere, ma poi, quando vedo che non ha intenzione di alzare la testa, mi trovo costretta ad insistere. «Devi alzarti, Harry», gli ripeto, spostandogli i capelli di lato per poter vedere parte del suo viso.

«Non ne ho alcuna intenzione», dice, restando fermo nella stessa posizione, «e non smettere di baciarmi». La sua voce assonnata, con i postumi della sbornia di ieri sera, è qualcosa di incredibilmente sexy.

«Devi alzarti, ti aspettano alla riunione con il consiglio di amministrazione», gli dico, obbligandomi ad ignorare le sue parole, ricordandogli il suo impegno di stamattina. Mi ha chiesto mia sorella di farlo.

Ieri sera, quando l'ho avvisata che sarei rimasta qui da lui, mi ha chiesto di svegliarlo in orario stamattina perché suo padre si è raccomandato che fosse presente a quella riunione.

«Non m'importa del consiglio, torna a fare quello che stavi facendo». È ancora nella stessa posizione, con le braccia sotto al cuscino e parte del viso nascosta.

«Harry tuo padre ti vuole lì, Reb si è raccomandata di farti arrivare in orario, quindi ora alzati». Mi allontano dalle sue meravigliose spalle - questo ragazzo mi sta davvero facendo perdere la testa - e prendo una tazza di caffè.

«Che palle...», biascica a fatica, per poi voltarsi verso di me, restando per un attimo a pancia in su mentre si strofina il viso e si passa le mani tra i capelli. Alla fine si mette seduto. «Cazzo che mal di testa!» Rido della sua imprecazione e gli porgo l'acqua che lui afferra incerto.

«Tieni», gli allungo anche l'analgesico, «ne hai bisogno», dico ancora, mentre lui mette in bocca la compressa che manda giù con un po' d'acqua. «Ne è valsa la pena bere in quel modo?», gli domando, passandogli la tazza di caffè che ho preparato per lui - stavolta con cinque bustine di zucchero, spero siano sufficienti -.

The beginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora