Da bambina detestavo i puzzle.
Avevo dodici anni quando mia zia Rose me ne regalò uno a Natale, credo fossero mille pezzi e non sono mai riuscita a finirlo. Dopo alcuni giorni di tentativi persi la pazienza e buttai tutto all'aria, raccolsi tutti quei piccoli pezzettini in un sacchetto e li richiusi dentro alla loro scatola, che nascosi sotto al letto. Da allora non ho più provato a farne uno.
Fino a stasera almeno.
Mentre sono seduta sul pianerottolo del suo appartamento mi sento intrappolata nell'incertezza, nella mia mente vagano i pezzi di questo puzzle che non riesco a risolvere. Sembra che, non appena trovo il posto di uno, quelle due parti non si incastrino più con il resto. Non so nemmeno se gli elementi che ho concorrano tutti a risolvere lo stesso rompicapo o siano completamente slegati l'uno dall'altro.
Quasi sicuramente manca qualcosa per riuscire ad ottenere le risposte di cui ho bisogno, perché ci dev'essere una spiegazione a tutti i suoi ritardi, alle sue bugie su Winter e alle altre di cui sono venuta a conoscenza.
Harry mi ama, so che è così, eppure c'è qualcosa che mi sfugge, qualcosa che mi porta a sentirmi in bilico su un precipizio.
Prendo il telefono per controllare l'orario, perché non so da quanto tempo sono qui seduta su questi gradini ad aspettarlo. Non volevo restare all'interno del suo appartamento da sola, perché adesso ho bisogno di parecchie spiegazioni per tornare a sentirmi parte della sua vita, dato che al momento mi sento tagliata fuori.
È quasi mezzanotte, non ho fame, ma la stanchezza inizia a farsi sentire. Ho chiamato mia sorella per dirle che sarei rimasta da Harry stasera, ho anche chiamato Kurt, che mi ha aggiornato sui progressi di Dylan, ma non ho chiamato lui, non ci sono riuscita pur avendoci provato un paio di volte. La paura di venire a sapere qualcosa che non mi piacerà era troppa, e poi voglio sentirmi dire da lui il motivo del suo comportamento mentre mi guarda negli occhi.
Ad un tratto sento dei passi per le scale farsi sempre più vicini. Mi raddrizzo con la schiena e tendo l'orecchio verso la fonte di quel rumore. Forse mi sto auto suggestionando, ma potrei dire, con assoluta certezza, che questi sono i suoi passi.
E so di non essermi sbagliata quando una figura slanciata svolta l'angolo. Non indossa il suo completo da ufficio, ma un paio di jeans strappati che vedo da sotto al cappotto, i capelli sono legati e la sua espressione si potrebbe dire sorpresa - usando un eufemismo.
Si blocca all'istante non appena si accorge della mia presenza, tiene sospese a mezz'aria le chiavi di casa e mi guarda come se non mi avesse mai visto in vita sua, o come se non avesse voluto vedermi proprio qui e proprio adesso.
«Ciao» gli dico rompendo il silenzio, continuando a restare seduta.
«Ciao... che cosa ci fai qui?» Il suo tono è incerto, la sua voce è leggermente tremolante ed io cerco di pensare che voglio dargli fiducia.
«Ti stavo aspettando» rispondo provando a mantenere la calma, ma poi quella frecciatina è lì, sulla punta della lingua, ed io non riesco proprio a trattenerla. «Ti dispiace che sia qui?»
«No! Certo che no!» Sembra riprendersi dopo la mia battuta e si avvicina a me porgendomi una mano. «Dai andiamo dentro.»
Guardo incerta le sue dita, ma è un'indecisione che dura poco. La mia mano afferra la sua e il contatto con la sua pelle mi fa provare il solito brivido. Vorrei solo alzarmi e baciarlo, dimenticandomi di tutto, ma non devo farlo. Ho bisogno di risposte e le avrò stasera.
Mi aiuta ad alzarmi, lo affianco in silenzio mentre infila le chiavi nella serratura, poi lo seguo all'interno dell'appartamento. Harry accende la luce e si toglie il cappotto, lasciandolo sul divano. Tolgo anche io il mio, lasciandolo accanto al suo, poi lo seguo in cucina.
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The beginning
RomanceHarry e Chloe. Lui deluso dalla vita, lei con un immenso dolore nel cuore. Lui pensa solo a divertirsi, lei cerca di ritrovare la speranza. In un susseguirsi continuo di ammissioni e negazioni, rivelazioni e trascorsi burrascosi, Harry e Chloe riusc...