56 - Devi mettere un punto

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Harry

Da piccolo ho passato parecchio tempo da solo.

Il più delle volte quel tempo l'ho passato davanti alla TV guardando film di supereroi che salvavano il mondo. Ho sognato spesso di avere dei superpoteri, forse per compensare le mancanze che sentivo, ma uno di quelli che volevo di più era quello di fermare il tempo. Soprattutto quando, in un paio di occasioni, mio padre si è alzato dal letto per prepararmi la colazione. Sapevo che sarebbe stata un'occasione più unica che rara ed era per quello che avrei voluto fermare quel momento; il momento in cui papà mi sorrideva, porgendomi la tazza colma di latte e cereali: immaginavo di poterlo fare con una sola parola magica, ma per quanto ci provassi non succedeva mai.

Adesso, invece, pare sia successo. Mi è bastato salutare la ragazza in piedi di fronte al nostro tavolo e tutto si è come congelato. I miei amici sono come paralizzati, riesco a percepire, come unico movimento, lo spostarsi dei loro occhi da me a lei. Anche le persone sulla pista sembrano essersi fermate, come pure la musica, che non riesco più a sentire.

Il mio cervello sembra risvegliarsi quando mi volto lentamente verso Chloe: anche lei sembra essere stata immobilizzata dalla presenza di Winter. Poso una mano sulla sua gamba sotto al tavolo, poi ritorno con lo sguardo sulla mia ex, che non mi ha tolto gli occhi di dosso nemmeno un secondo.

«Come stai?» Lei riprende a parlare e sembra che tutto il resto del mondo riprenda a muoversi.

«Sto bene» rispondo, ma non è quello che avrei voluto realmente dirle.

Tutto quello che mi passa per la testa in questo momento è veloce e confuso. Vorrei dirle una marea di cose, ma allo stesso tempo vorrei che sparisse dalla mia vista. Mi ha lasciato come un coglione e la sensazione che provo adesso, nel ritrovarmela davanti senza preavviso, è assolutamente la stessa: mi sento un coglione che non sa come reagire, come comportarsi, né con lei e nemmeno nei confronti delle persone che sono con me, soprattutto con Chloe.

«Possiamo parlare un attimo?» Istintivamente mi volto verso la ragazza seduta al mio fianco, che fa la stessa cosa con me.

Non le sto chiedendo il permesso e lei non mi sta dicendo che è d'accordo. Quello che leggo nei suoi occhi è totale e sconfinata fiducia in me. Le sue labbra si piegano leggermente all'insù accennando un piccolo sorriso, mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio.

«Forse dovresti mettere un punto a tutto questo...» mi dice. Infine si scosta da me, si alza, guarda sua sorella, e insieme si allontanano. Chloe mi sta lasciando la possibilità di decidere cosa fare, in totale autonomia, senza che la sua presenza mi possa minimamente influenzare.

E mi basta un solo attimo per capire che ha ragione, che devo mettere la parola fine ad una storia che è finita da un pezzo, ma che è rimasta come una spada di Damocle sulla mia testa fino a questo momento.

Ho tenuto la mia vita in standby per lei per un tempo troppo lungo, perché avevo la vana speranza che, prima o poi, sarebbe tornata da me, che si sarebbe accorta di aver commesso un errore, ma ho finito solo per detestarmi sempre di più.

Mi alzo, la raggiungo, lei mi sorride come se fosse la cosa più normale del mondo, io non riesco a farlo. Mi incammino verso l'uscita del locale, mentre lei mi segue, e mi guardo intorno, con la troppo ambiziosa aspettativa di incontrare il suo sguardo, ma non riesco a vederla da nessuna parte.

Arriviamo all'esterno, l'aria gelida mi colpisce in pieno, ma non m'importa adesso. Quello che voglio è sistemare questa faccenda per tornare da Chloe.

«È la tua ragazza?» mi domanda, posizionandosi di fronte a me.

«Sì» rispondo sincero e orgoglioso.

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