17 - Non voglio lasciarti andare

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Chloe

«È tutto a posto Chloe?» La voce quasi preoccupata di Hazel esce dall'auricolare del mio telefono che ho lasciato suonare troppo a lungo.

«Sì... sì, sto tornando, è solo che ho trovato traffico». La mia migliore amica mi ha chiamato perché ho impiegato troppo tempo a tornare a casa, così le ho inventato la scusa del traffico. In realtà sono ferma da venti minuti sotto casa senza riuscire a fare altro che pensare a quello che è successo con Harry poco fa.

«Ok... guida con prudenza». La saluto e torno a guardare il vuoto davanti a me, portandomi per l'ennesima volta le dita a sfiorare le labbra dove c'è ancora il suo sapore.

Ripenso alle sue mani, alle sue braccia, al suo corpo completamente premuto sul mio, quasi a diventare una cosa sola, quasi un abbraccio disperato, alle sue labbra impossessarsi delle mie quasi con violenza, con estrema passione e, alla fine, mi rendo conto di quanto tutto questo mi abbia fatto stare bene.

Stare bene, ormai, è diventato come dire Harry. Mi basta pronunciare il suo nome per iniziare a sentire tutte quelle sensazioni che la sua sola presenza mi fa provare.

Mi ha preso completamente alla sprovvista e sono ancora incredula su come abbia reagito il mio corpo, a come lui sia riuscito a fare tabula rasa nella mia testa, lasciandomi andare del tutto al puro istinto. Harry è riuscito ad entrarmi nella testa e ne ha preso il completo controllo. Quel bacio inaspettato, quel bacio così aggressivo e così avido, così sbagliato eppure così dannatamente giusto, quel bacio senza mezze misure, quel bacio che lui ha rubato, ma al quale ho risposto senza la minima esitazione, non ha fatto altro che farmi percepire ancora meglio quel legame che sento quando Harry mi guarda in un certo modo.

Strofino entrambe le mani sul viso sentendomi frustrata per non essere riuscita a tenere in piedi il muro che avevo costruito e, con un profondo gemito di irritazione verso me stessa, recupero il sacchetto dal sedile per poi chiudere l'auto, salendo fino al mio appartamento, dove trovo i miei due amici intenti a combinare qualche guaio in cucina e finalmente mi sento meglio, di nuovo nel mio guscio, al sicuro.

«Finalmente!» La voce di Kurt si alza nella stanza e, anche se la sua è chiaramente una lamentela, mi porta a sorridere.

«Hai preso tutto?» mi chiede, Hazel dolcemente avvicinandosi per recuperare il sacchetto dalle mie mani.

«Sì». Il mio sorriso è tirato e il mio amico se ne accorge immediatamente, così, appena Hazel sparisce in cucina, si avvicina per parlarmi sottovoce.

«Che ti è successo?» Mi guarda apprensivo. Si è ovviamente accorto della mia espressione persa nel vuoto e io vorrei dirgli tutto quanto, vorrei dirgli troppe cose tutte insieme, ma alla fine dalla mia bocca non esce alcun suono, riesco solo ad abbracciarlo.

Lui inizialmente resta rigido perché non si aspettava niente del genere, poi, lentamente, sento le sue mani risalire appena sulla mia schiena e, alla fine, mi stringe in un dolcissimo abbraccio, quello che è il mio abbraccio salva vita.

«Lo sai che ti voglio bene, vero Kurty?» Bisbiglio anch'io, non so perché, ma lo faccio. Ho bisogno di dargli certezze, che lui capisca che so di aver sbagliato nei suoi confronti e che non potrei mai fare a meno di lui.

«Lo so piccola Cleo... lo so. Adesso togliti quell'espressione dalla faccia che Hazel è già fin troppo preoccupata per te, falle vedere che stai bene, ma non devi stare bene per finta, sia chiaro... è solo che sto cercando di tranquillizzare lei per quanto riguarda te, e fare in modo che tu stia bene». Si allontana un po', poi mi sorride. «Mi farete impazzire voi due». Ha ragione, non gli rendiamo mai la vita facile. Sorrido anch'io con lui, poi raggiungiamo la nostra amica in cucina e mi metto a pasticciare con loro, ridendo e lasciando al di fuori da questa stanza, ogni pensiero che ha occupato la mia mente fino a poco fa.

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