31 - Mi abbracci per favore?

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"Everything i need"

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hat do you bottle it up for 

When you could just talk to me If you just opened up more I could put you at ease

Mentre scendo le scale il cuore batte a mille, lo stomaco sembra attorcigliarsi per la tensione che sta prendendo possesso della mia mente. Non è la prima volta che esco con lui, ma è la prima volta che tutte queste sensazioni sono così forti poco prima di vederlo. Forse perché questa volta sono più consapevole, perché le parole di Kurt, nella telefonata di poco fa, hanno riacceso una piccola fiammella nel mio cuore e continuano a vorticare nella mia testa.

*

«Kurt, dimmi che non sono una persona orribile...» Reb mi ha detto di non fare aspettare Harry, ma non potevo uscire senza sapere di avere il supporto incondizionato del mio migliore amico.

L'ho chiamato per metterlo a conoscenza del fatto che sto per uscire di nuovo con Harry, per dirgli che questa volta sto cercando di ignorare quanto io senta che sia sbagliato quello che sto per fare, ma razionalmente so che non sto facendo niente di male.

«Piccola Cleo certo che non sei una persona orribile... Ascoltami, e spero che questa sia l'ultima volta che ti debba dire queste cose... Il passato è passato e non puoi cambiarlo, con questo non dico che tu debba dimenticartene, ma devi andare avanti, altrimenti quel passato non sarà passato perché continuerà ad essere il tuo presente se non fai qualcosa per superarlo... Devi lasciarlo andare, lui vorrebbe che tu fossi felice...»

*

Con il coraggio che le parole del mio Kurty mi hanno dato, scendo lentamente gli ultimi gradini che mi conducono all'esterno dell'edificio. Lui è fuori da questa porta, sulla quale ho posato la mano, e mi rendo conto che, anche se sono passate poche ore da quando ci siamo salutati stamattina, mi sembra di non vederlo da una vita, per di più ci si mette l'agitazione che mi stanno provocando le parole di Kurt e tutto ciò che la mia mente sta creando.

Abbasso la maniglia, tiro la porta verso di me, e non faccio in tempo a mettere un piede fuori che, d'improvviso, le sue mani sono sul mio viso, sento i suoi anelli sulle mie guance, le sue labbra sulle mie. Mi tiene stretta, poi ancora più stretta, ma non ho alcuna intenzione di scappare, né di allontanarmi. Le sue braccia sono l'unico posto in cui vorrei essere in questo momento.

«Desideravo farlo da quando ci siamo salutati stamattina...» Sussurra poi sulle mie labbra tenendo gli occhi fissi nei miei. «Devi smetterla di scappare...», le sue labbra si muovono, sfiorando appena le mie, «stasera noi due parleremo...», resto in silenzio, incantata dal suo sguardo, dai suoi gesti, da quello che mi fa provare... da lui..., «e non c'è modo che tu possa evitarlo, stavolta». Mi bacia ancora.

Chiudo gli occhi lasciandomi trasportare dai suoi movimenti, dalle sensazioni che provo, dalle sue mani che mi tengono ferma, come se volessi davvero allontanarmi. Mi tiene stretta come se avesse paura che io possa dissolvermi e io mi aggrappo a lui, le braccia dietro al suo collo, le mani nei suoi capelli e il suo corpo plasmato sul mio contro la porta rimasta aperta mentre mi sostiene, perché ormai le gambe non mi reggono più dopo questo bacio.

Qualcuno si schiarisce la voce e veniamo interrotti. «Scusate, dovrei passare...» Il tono di voce indispettito di un uomo sulla cinquantina, che vuole entrare nell'atrio del condominio, fa allontanare Harry che mi porta subito con sé.

«Prego», risponde Harry, con evidente ironia mentre usciamo all'esterno, e io non posso trattenere un sorriso divertito per la situazione, per il fatto che lui stia continuando a borbottare contro il disturbatore molesto, come l'ha chiamato poco fa, prima di salire in macchina.

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