28 - Che succede adesso?

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Esco dallo spogliatoio entrando in palestra: il campo di gioco vero e proprio è recintato da alcune paratie, uguali a quelle che delimitano le piste da ghiaccio, solo che non c'è ghiaccio sul pavimento, ma un tappeto d'erba sintetica. Le bandiere a stelle e strisce sono ai quattro lati del campo, le gradinate sono deserte, poi noto alcune, enormi, sfere gonfiabili trasparenti alla mia sinistra e mi chiedo a cosa diavolo possano servire.

Non faccio in tempo a farmi altre domande che la porta dello spogliatoio maschile si apre: Harry fa il suo ingresso con addosso maglietta bianca, pantaloncini neri e scarpe arancioni, ma poi non vedo nient'altro che il suo sorriso irriverente mentre cammina verso di me con passo sicuro. «Sei pronta?», mi chiede, avvicinandosi ancora un po'.

«Pronta per cosa, Harry? Cosa dobbiamo fare?» Lui non risponde e si volta a guardare altri due ragazzi che sono appena usciti dallo spogliatoio maschile.

«Siamo contro di loro», afferma sicuro. «Chloe ti presento Joe e Steve, i nostri avversari». I due ragazzi allungano una mano verso di me e io mi affretto a stringerla, sorridendo imbarazzata perché non ho la minima idea di cosa devo fare. «Vieni», mi dice poi, allontanandosi dai due per andare in direzione delle enormi sfere trasparenti.

«Harry?» Lo richiamo nella speranza che mi risponda. «Harry?» Riprovo, ma sembra che non abbia alcuna intenzione di darmi retta. «Harry!?» Alzo un po' di più la voce e, finalmente, si ferma e si volta a guardarmi.

«Chloe Eveleen Stewart sei la donna più rompiscatole che abbia mai conosciuto!» Non è veramente arrabbiato, lo posso capire dal mezzo sorriso che tenta di spuntare sulle sue labbra.

«Quindi, ora me lo dici cosa dobbiamo fare?» Uso il tono più infantile che riesco a fare e lui sospira rassegnato.

«Le vedi quelle?» Indica le sfere trasparenti giganti con un dito e io annuisco in silenzio. «Guarda me, guarda come faccio io». E come potrei non guardarlo? Chloe smettila di sbavare e fai attenzione se non vuoi che ti prenda per stupida!

Non posso credere di stare parlando da sola nella mia testa. Scaccio questi pensieri e lo osservo mentre si infila dentro all'enorme sfera, poi si china leggermente in avanti. «Qui ci sono le maniglie che devi stringere con forza». Mi mostra due maniglie in plastica posizionate all'interno della sfera.

«E poi, che succede?» Non so bene se ridere o essere preoccupata, ma la sua espressione divertita mi fa essere più propensa per la seconda opzione.

«Giocheremo a calcio». Il suo tono trionfale mi fa sgranare gli occhi.

«Cosa?», gli chiedo, decisamente confusa.

«Dio, Chloe, piantala di pensare, di domandare e di rompere! Fai quello che ti dico senza fare tante storie». Stavolta è infastidito dalla mia reazione.

«Ok...» Mi infilo anche io dentro a quel pallone gonfiabile e, anche se con qualche difficoltà, lo seguo fino al centro del campo da gioco dove gli altri due ragazzi sono già pronti.

«Siete pronti?», chiede Joe, o forse era Steve...

«Prontissimi», risponde Harry e, d'improvviso, non riesco più nemmeno a capire se sono a testa in su, o a testa in giù.

Dovrebbe essere una partita di calcio, in realtà è tutta una scusa per prendersi a spintoni e rotolare lungo il campo da gioco, e io non mi sono mai divertita tanto in vita mia. Tutti cerchiamo di recuperare quel pallone, ma alla fine pare che lo scopo principale di ognuno di noi sia quello di far cadere e rimbalzare chiunque ci capiti a tiro, che siano gli avversari o i compagni di squadra.

Non ho mai riso tanto come in quest'ultima mezz'ora, soprattutto quando sono finita gambe all'aria e non riuscivo più a rimettermi in piedi, e non sono mai stata così serena e felice dal giorno del mio compleanno. Mi fanno male le costole, mi fa male la pancia, mi cola persino il naso dal troppo ridere, ma non sono mai stata meglio di così.

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