34 - È ancora valida l'offerta di quel passaggio?

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Harry

Perché cazzo ho deciso di camminare a piedi me lo devo ancora spiegare.

'Forse perché dovevi scaricare l'inquietudine...'

La mia coscienza mi parla troppo spesso ultimamente, devo trovare un modo per tornare a farla tacere come ha fatto finora. Mi fanno male i piedi e sta piovigginando, ma per fortuna sono quasi arrivato.

Sono le cinque passate ormai, ho girato senza meta per l'intero pomeriggio e, non appena entro nel piccolo supermercato, mi passo una mano tra i capelli tentando di asciugarli un po', poi vago alla ricerca del mio amico e lo trovo quasi subito. È in piedi sulla scaletta davanti allo scaffale del cibo per cani che sistema alcune lattine una sopra l'altra.

«Ciao Larry», gli dico, per attirare la sua attenzione.

Il mio amico si volta immediatamente quando sente la mia voce e la sua reazione è esattamente quella che mi aspettavo, perché alza gli occhi al cielo scuotendo leggermente la testa. «Che cazzo ci fai qui?», mi chiede con un tono di voce decisamente divertito.

«Sono venuto a comprare la cioccolata», gli dico, sorridendo come un idiota.

Sistema l'ultima lattina e scende i tre gradini per piazzarsi di fronte a me. «Intendevo dire: perché a quest'ora?» So benissimo cosa intendeva, solo che non ho voglia di rispondergli.

«Perché? C'è un'ora particolare per venire a comprare la cioccolata?» La sua espressione sconsolata mi fa ridere.

«Sei un caso perso, Stevens». Larry ripiega la scaletta e poi la prende per portarla con sé mentre camminiamo lungo la corsia. «Stacco tra un paio di minuti», mi dice, voltandosi a guardarmi.

«Lo so, prendo un paio di tavolette e ci vediamo fuori», gli rispondo, infilandomi in tasca la cravatta che avevo ancora in mano.

«Ok, vado a cambiarmi». Lui va verso gli spogliatoi e io a prendere la mia nuova droga, per poi andare a pagare e uscire, per aspettare il mio amico sotto la tettoia esterna.

Sapevo che Larry stava per terminare il suo turno, è proprio per questo che sono qui - a parte per la cioccolata ovviamente - perché ho bisogno di parlare con qualcuno, e lui è la mia migliore alternativa in questo momento. Non posso parlare con Zach perché sta frequentando Rebekah ed è troppo coinvolto per essere obiettivo, e non posso nemmeno parlare con Nate o Lawson, perché dovrei raccontargli tutto dall'inizio e proprio non ne ho voglia. Dylan è assolutamente fuori discussione per ovvi motivi.

Prendo una delle due tavolette dalla tasca della giacca, la scarto e ne addento un bel pezzo appoggiandomi con la schiena al muro mentre aspetto che il mio amico esca, e la mastico con gusto mentre i miei pensieri tornano a poco fa, a quando l'ho vista seduta in maniera del tutto rilassata sulla sedia di fronte a Dylan.

Avrei dovuto entrare, salutarla o fare qualsiasi altra cosa che non comprendesse scappare come un vigliacco, ma era la prima volta che la vedevo così serena in sua compagnia e non me la sono sentita di rischiare di vanificare i suoi progressi con la mia presenza.

E, soprattutto, non sarei riuscito a guardarla in faccia dopo quello che ho appena scoperto, specialmente perché erano tutti e due nella stessa stanza. Sono certo che uno dei due avrebbe capito che ci fosse qualcosa che non andava in me, perché non sarei riuscito a guardarli e a fare finta di niente. «Cazzo!» Impreco senza un motivo preciso, giusto per la voglia di sfogarmi.

«La cioccolata non è buona?» La voce di Larry attira la mia attenzione e sospiro frustrato, per poi ricoprire la tavoletta e rimetterla in tasca.

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