36 - Sarà un completo disastro

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Harry

È surreale.

Non dovrei essere seduto alla scrivania del mio ufficio mentre tengo tra le mani alcune notizie sul mio amico d'infanzia e ne parlo al telefono con un ragazzo che, dopotutto, per me è solo un estraneo.

Eppure lo sto facendo. Ho indagato su Dylan Evans, mio compagno di scuola da sempre, collega di lavoro, amico fidato, e ne sto discutendo con il migliore amico di Chloe, decidendo insieme a lui cosa fare delle notizie di cui siamo venuti a conoscenza.

«Ti prego, ripetilo, perché mi sembra una cosa assurda», mi chiede Kurt incredulo.

Ho faticato a crederci anche io e mi schiarisco la voce per poi riprendere a parlare. «Kelly, la madre di Dylan, non è mai stata sposata e non ha perso nessun marito in nessun incendio. Lui porta il cognome della madre, anche se non sembrerebbe, perché lei l'ha cambiato dopo che è nato il figlio. E, cosa ancora più pazzesca, prima che nascesse il mio amico, lei ha lavorato per un anno a Montréal, poi, senza alcun preavviso, ha chiesto il trasferimento...»

È la seconda volta che gli spiego quello che ha scoperto il detective che ho ingaggiato e, anche stavolta, dopo aver finito di parlare, sento assoluto silenzio dall'altra parte.

Le certezze del mio amico crollerebbero una dopo l'altra, se gli rivelassi che sua madre non è mai stata sposata e che suo padre non è morto in un incendio, probabilmente non è nemmeno morto, e il cognome che porta non è quello del suo eroico padre.

«Harry... l'investigatore ha scoperto dove lavorava Kelly?» Sento la voce di Kurt ancora incerta e posso sentire anche una certa dose di preoccupazione.

«Sì, aspetta te lo leggo...» Sfoglio il piccolo dossier tra le mie mani fino ad arrivare alla pagina che parla del suo lavoro a Montréal. «Si tratta di una banca, esattamente...»

«Bank of America...» Resto sorpreso da quello che dice Kurt interrompendomi.

«Come lo sapevi?», gli domando, posando i fogli sulla scrivania mentre mi sento decisamente confuso.

«Perché è la banca dove lavora da una vita il padre di Dylan... Il signor Peters...»

«Cazzo!»

Poi cala il silenzio, mentre io e Kurt iniziamo a trovare il posto giusto a tutti i tasselli di cui stiamo venendo a conoscenza. Credo che ormai sia chiaro il legame tra tutti i pezzi, ma ancora non riesco a farmene una ragione. È assurdo e io non riesco a fare altro che continuare a scuotere leggermente la testa incredulo. Per quanto vorrei con tutte le mie forze, che tutto questa fosse solo una serie di coincidenze, credo non lo sia, ma l'unico modo per averne conferma, per essere sicuro al cento per cento di ciò che la mia mente sta elaborando, è tornare a parlare con Kelly e, stavolta, non con domande casuali e ipotetiche.

«Che cosa facciamo adesso, Harry?», mi domanda Kurt, come se io davvero fossi in grado di trovare una soluzione.

Né io, né Kurt abbiamo formulato ad alta voce la nostra ipotesi, ma non credo ce ne sia bisogno. «Adesso vado a parlare con Kelly, poi vedremo». Non voglio sganciare questa bomba in testa al mio amico - e non solo su di lui - senza aver in mano tutte le carte per poter valutare ogni possibile conseguenza. Ci sono altre persone coinvolte in tutto questo, non posso agire d'istinto.

«Dobbiamo dirlo a Chloe...»

«No!», rispondo velocemente, interrompendo Kurt. «No... non ancora...» Ho paura di rovinare ogni progresso che lei ha fatto finora. «Lasciami prima scoprire il resto, poi glielo dirò». Ho bisogno di prendere tempo, un po' per sapere esattamente come stanno le cose, un po' per capire come dirlo a lei senza distruggere le certezze che sta cercando di costruirsi a fatica.

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