EXTRA PARTE 2 (New York)

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Come on and open up 

Open up my love I know it's a front 

You've been hiding behind 

Come on and open up 

Open up my love 

Why don't you tell me 

What's really on your mind

"Open up"

Matt Simons

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Cinque, forse sei, o sette, non lo so con precisione da quante ore siamo chiusi dentro a questa suite, ma alla fine non m'importa davvero, perché non è del posto che mi interessa; sono con Harry e non c'è niente che vorrei di più.

È un altro punto e a capo, un altro periodo, un altro inizio, una nostra prima volta insieme; gli attimi che stiamo vivendo dentro a queste mura sono tutto questo e anche molto di più.

Tutte le barriere sono cadute: fisiche, mentali, i pregiudizi, le finte scuse, le inutili protezioni e ogni limite che entrambi ci eravamo imposti, credendo che fosse la cosa migliore per preservarci dalle delusioni, dal dolore e dalla sofferenza. Niente di più sbagliato: se avessi continuato a tenere su quei muri, adesso io e Harry non avremmo saputo che gusto avesse la felicità, non avremmo mai sentito il suono di quelle parole che ancora mi riempiono la testa.

"Cazzo se ti amo"

Non posso evitare di sorridere per il modo che ha usato per esprimere ciò che prova per me, ma va bene, perché è stato sincero, l'ha fatto a modo suo, e io ho amato il suo modo di dirlo, le sue parole, e il momento in cui l'ha fatto, quando era così perso da non poterlo più trattenere.

Ho sentito ogni parola, ogni lettera, penetrarmi la carne e arrivarmi fin dentro all'anima, dove ancora le sento risuonare, in una eco infinita, che continua a farmi restare in uno stato di estasi costante. Per questo motivo continuo a sorridere senza sosta, anche ora che, vestita solo della sua maglietta e di un paio di slip, mi sono messa a preparare qualcosa da mangiare.

Alla fine ho dovuto dargli ragione: la cucina nella suite era necessaria, perché ora, dopo aver finito di cucinare un paio di omelette, con marmellata e frutta - i pochi ingredienti che Harry si è fatto portare su dal servizio in camera, perché lui aveva voglia di qualcosa di dolce - so di poter ritornare immediatamente nel letto, dove lo ritroverò fresco di doccia, senza alcun indumento addosso.

Aveva ragione anche quando diceva che rinunciare al servizio in camera vero e proprio, per poter condividere anche questo momento insieme, sarebbe stato qualcosa di unico, ed è con questo spirito che mi accingo ad impiattare le nostre omelette, per poi tornare di là, nella speranza che lui abbia già finito la sua doccia.

Quasi non sobbalzo, quando sento le sue mani scivolarmi lungo i fianchi, per fermarsi sul mio ventre mentre mi stringe a sé, facendo aderire la mia schiena al suo corpo.

«Che profumino, Stewart» dice a bassa voce, strofinando il viso sul mio collo, per poi lasciarmi un bacio sul collo, con le labbra ancora umide, ma, ora che ci faccio caso, il suo intero corpo è umido.

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