48 - Harry starà bene... non è vero?

537 23 0
                                    

È come se non fossi realmente qui, come se stessi rivivendo per la milionesima volta quell'incubo che mi ha torturato per quasi tutte le notti da quando è avvenuto quel maledetto incidente.

Le luci fredde del corridoio dell'ospedale, la sensazione di essermi persa in un limbo dal quale non so come uscire, le voci ovattate delle persone intorno a me, e la sensazione opprimente sul petto, quella di un dolore devastante che ti toglie il fiato e la voglia di vivere.

Poi ho come l'impressione che lui si sia mosso e mi ritrovo catapultata con forza nella realtà. Mi scosto appena dal suo corpo e mi rendo conto che due mani mi stanno alzando il viso.

Le sue mani.

E, quando apro bene gli occhi, vedo l'espressione preoccupata di Harry...

«Ehi...ehi...», dice lui, cercando di mettersi seduto.

Torno a respirare, il mio cuore torna a battere, e io torno vivere.

«Oh mio Dio, Harry...» Non riesco a dire di più perché sono scossa di singhiozzi

«Sto bene, tranquilla, sto bene...» Poi mi stringo a lui, talmente forte che è come se tentassi di inglobare il mio corpo al suo.

«Testa di cazzo! Perché lei è qui?» Sento la voce di Harry oltre la mia spalla.

«Perché tu sei un cazzone, come diavolo hai fatto a cadere dalla moto?» Non so come ci riesca, ma Zach è ancora calmo.

Sento la testa di Harry muoversi appena, forse vorrebbe allontanarmi, ma io non riesco a mollare la presa su di lui.

«Chloe calmati adesso, non è successo niente...», continua Harry, mentre tenta di tranquillizzarmi, «Zach ha ragione, sono un cazzone. Sono scivolato da solo e sono qui solamente per precauzione, non mi sono fatto nulla, capito?» Io ho capito perfettamente quello che mi ha detto, solo che non sono in grado di lasciarlo andare, e forse se ne rende conto anche lui, perché smette di parlare e mi tiene stretta, allo stesso modo di quando avevo gli attacchi di panico, e funziona.

I muscoli iniziano a distendersi, la presa delle mie mani anche, il respiro e il battito tornano a regolarizzarsi, poi, però, sono costretta a lasciarlo andare quando chiamano il suo nome.

«Stevens, tocca a lei», dice, quella che credo sia un'infermiera.

Passo dalle braccia di Harry a quelle di Zach, che mi fa allontanare accompagnandomi in sala d'attesa, dove prendiamo posto su quelle orribili sedie di plastica.

«Hai visto? Non è successo niente, fra qualche ora sarà a casa». Zach tenta di rassicurarmi tenendomi stretta.

«Zach... Harry starà bene, non è vero?» Ho bisogno di ulteriori conferme, ne ho bisogno come l'aria che respiro.

«Sì, il capellone starà bene», dice, e io mi stringo a lui, sperando che ciò che dice sia vero, «ha la pelle dura». Non riesco a replicare, non riesco a dire nulla in realtà, sono ancora sotto shock. «Chloe mi dispiace che tu abbia sentito quella telefonata», dice ancora, con tono mortificato.

«Non dirlo nemmeno, Zach...»

«È che...», alzo la testa dalla sua spalla per guardarlo, perché sembra stia per dirmi qualcosa di importante, «so quello che è successo quella sera, Chloe...», mi si forma di nuovo il groppo in gola, «Harry mi ammazzerà per avertelo detto...»

«Ti prego, Zach, non dirlo più... quella parola... non dirla più...» Non voglio sentire nessuna parola che sia simile o ricordi la morte, non stasera, non adesso, e forse mai più. Non potrei sopportarlo.

The beginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora