70 - Ho detto qualcosa di sbagliato?

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È bello vederlo sorridere sinceramente, non quel sorriso sforzato che mi ha propinato nei giorni scorsi, ma un sorriso che nasce all'improvviso, una risata che esplode in tutto il suo fragore per una stupida battuta di uno a caso dei suoi amici, tutti riuniti qui per lui.

Io, mia sorella e la ragazza di Larry, siamo rimaste in disparte, a goderci la vista di quest'amicizia che si manifesta in tanti piccoli gesti: dalla pacca sulla spalla allo sguardo complice, dal finto pugno al basso ventre all'abbraccio senza motivo. Sono bellissimi tutti insieme, mi sento fortunata a far parte di questo gruppo e felice di poter assistere a questo momento di gioia.

Persino Dylan, che sta vivendo un momento difficile, riesce a sorridere sereno insieme a loro.

Non mi aspettavo di vederlo qui stasera, anche se in realtà ci speravo. Quando l'ho chiamato, per fargli sapere della festa di Harry, mi è sembrato piuttosto evasivo e incerto sul fatto se ci sarebbe stato o meno. Ho pensato che fosse perché le cose non stavano andando nel verso giusto a Montreal, e quando ho chiesto spiegazioni a Kurt, ho ricevuto quasi le stesse risposte che avevo già sentito da Dylan.

Entrambi mi hanno detto che le cose non sono state semplici, che Dylan ha avuto uno scontro non troppo piacevole con suo padre, dal quale è uscito piuttosto provato. Il mio migliore amico mi ha anche detto che non conosce a fondo i dettagli perché non ha voluto più parlarne.

Ne ho discusso con mia sorella e anche lei la pensa come me: probabilmente necessita di più tempo per metabolizzare la notizia, e forse ha bisogno solo di una spalla sui cui appoggiarsi. Tutti abbiamo bisogno d'aiuto, io l'ho imparato a mie spese e vorrei provare ad essere la sua spalla, se solo me lo permettesse.

«Non credo sia così tranquillo come sta tentando di dare a vedere.» Le parole di Reb si riferiscono a Dylan e sono le stesse a cui stavo pensando io.

«Lo credo anch'io.» Il mio timore è che stia reagendo proprio come ho fatto io, nascondendo il dolore dietro ai finti sorrisi, e la sofferenza dietro a qualche battuta.

So bene che questo atteggiamento non porta a nulla di buono, perché reprimere tutto quello che si prova serve solo a rimandare l'inevitabile, e quando quelle emozioni esploderanno - perché prima o poi lo faranno - saranno molto più potenti di quanto non lo siano mai state, portandolo, forse, a compiere azioni di cui potrebbe pentirsi.

Dylan è un ragazzo dolce a cui è stata sottratta - seppur in buona fede - la possibilità di scegliere. È cresciuto con certe convinzioni che, d'improvviso, gli sono state strappate via. Sarebbe destabilizzante per chiunque e ci tengo a fargli sapere che non è solo. Ci sono tante persone, intorno a lui, disposte a tendergli una mano, e il primo è Harry, che si sente ancora in colpa per avergli nascosto la verità su suo padre.

Tuttavia, al momento, credo sia giusto lasciare loro la leggerezza e la spensieratezza di questo momento, credo faccia bene a tutti e non solo a Dylan.

Harry sembra essere rinato in queste ore che abbiamo trascorso insieme, non è più teso e nervoso come mi succedeva di trovarlo le poche volte che siamo riusciti a vederci in queste ultime settimane. Lo stress sembra essergli scivolato via di dosso, per lasciare il posto al solito irriverente Harry che ho potuto ammirare al corso di cucina.

Spero di essere riuscita a fare per Harry quello che lui ha fatto per me, e cioè riportarmi su quella che tutti chiamano 'la retta via'. So bene che anche lui ha un passato difficile alle spalle, che sta cercando in tutti i modi di restare a galla, ma so anche che il bordo a cui ti aggrappi con forza per non affondare, può essere scivoloso, puoi arrivare a toccare il fondo più di una volta prima di poterne uscire del tutto.

E se nel mio caso scivolare significa scappare e chiudermi in me stessa, ho paura che per lui scivolare diventi sinonimo di Winter. Ho la certezza che, se dovesse mai succedere, lui lo farebbe perché non sarebbe affatto lucido, e per quanto potrei comprendere la sua debolezza, non sono sicura che potrei accettarla.

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