67 - Tu non hai la minima idea di quello che hai fatto

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Silenzio.

Solitamente non mi piace perché sono costretta a ritrovarmi con me stessa e, negli ultimi mesi, non sono stata in pace né con me stessa né con il mondo intero. 

Nell'ultimo periodo ho evitato il silenzio perché era il momento in cui i dubbi si insinuavano nel mio cervello, come dei tarli impossibili da cacciare.

Oggi, invece, il silenzio mi piace, perché in questa quasi totale assenza di rumori riesco a sentire il suo respiro lento e regolare esattamente accanto a me. Non ho idea di che ore siano, ma dev'essere piuttosto presto, dato che è ancora buio.

Ieri sera ci siamo addormentati tardi. Dopo aver fatto l'amore, e aver passato la successiva mezz'ora aggrovigliati tra le coperte a tenerci stretti l'un l'altra, sono riuscita a convincerlo ad alzarsi dal letto per cenare. Ci siamo seduti al tavolo della cucina e abbiamo passato il tempo a chiacchierare come non facevamo da tempo, senza nessuna ombra ad oscurare il nostro rapporto. Ogni tanto tirava giù un palloncino per leggere i biglietti che avevo scritto per lui, e credo di non avergli mai visto un'espressione felice come quella di ieri sera. Ha detto che non li avrebbe letti tutti insieme perché vuole far durare quel momento più a lungo possibile.

Si sentiva il centro del mondo. Lui lo è per me, e voglio che lo sappia senza ombra di dubbio.

Il dopocena è stato un secondo round: dopo aver sparecchiato, senza più alcun ingombro sul tavolo, niente l'ha potuto fermare dal mettere in pratica quello che desiderava fare dopo aver letto lo striscione appeso al muro.

Poi, ancora completamente nudi, siamo rimasti abbracciati sul divano, coperti da un plaid, fino allo scoccare della mezzanotte quando mi sono alzata - portandomi dietro la coperta nonostante le sue proteste - ho aperto il frigo e ho preso la mini torta che ho ordinato ieri solo per noi due; ho messo sopra la candelina, gli ho cantato "Happy birthday", ma in spagnolo, e quasi ho pianto quando ho visto i suoi occhi lucidi fissi sul dolce che tenevo in mano.

Ho ancora il fiato corto quando mi rannicchio sul divano dopo aver recuperato il plaid per coprirmi, ma questo non mi impedisce di godere della vista di Harry che torna dal bagno con addosso solo i suoi tatuaggi. Si siede accanto a me, infilandosi anche lui sotto la coperta, poi mi chiude in un abbraccio nel quale vorrei restare per sempre.

Con la testa appoggiata al suo petto riesco a sentire il suo battito cardiaco leggermente accelerato, mentre la sua mano scorre lenta lungo il mio braccio, poi chiudo gli occhi quando mi lascia un bacio tra capelli. Un gesto dolcissimo che ruba un'altra volta il mio cuore.

«Stai bene Chloe?» mi chiede quasi con timore.

«Sì Harry, sto bene.» Lui è qui con me e non solo fisicamente. Non potrei stare meglio.

«Ti ho fatto male?» Sorrido per la sua domanda. Devo ammettere che si è lasciato trasportare dal momento, poco fa, ma non è stato il solo. La mancanza che ho sentito in questo periodo è stata così forte che il bisogno di lui è diventato quasi ingestibile, e vedere che perde la testa per me in questo modo, non può farmi che bene.

«No, non mi hai fatto male.» La sua preoccupazione nei miei confronti è adorabile.

«Ne sei sicura? Perché credo di essere stato un po'...»

«Passionale, è questo ciò che sei stato.» Certo, il tavolo non era così comodo, ma ne è valsa la pena per poter sentire Harry così desideroso di me.

«Stavo per dire aggressivo, ma la tua definizione mi piace di più.» Alzo il viso per guardarlo, lui mi sorride, poi mi bacia e resta a guardarmi. «Eri bellissima su quel tavolo, e sei bellissima anche da qui.» Sono io a sorridere adesso, mentre faccio scorrere la mia mano sul suo petto per arrivare fino al suo viso.

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