14 - Sono qui

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Le uniche voci che si sentono nella stanza sono quelle di Po, Shifu e tutti gli altri personaggi del film.

Rebekah è uscita con Zach, io sono ancora avvinghiata a Kurt, nonostante lui abbia tentato un paio di volte di alzarsi, ma non gliel'ho permesso. Ho il terrore di restare senza il suo sostegno.

Ho il terrore di restare sola con Harry.

Lui e i miei amici hanno scambiato qualche parola, io sono sempre rimasta abbracciata a Kurt, con la faccia schiacciata al suo petto e le gambe incrociate alle sue. Non m'importa cosa stia pensando Harry in questo momento, cosa gli stia passando per la testa vedendomi così, ma spero si faccia l'idea sbagliata, spero che pensi che io sia una stronza, menefreghista, e opportunista. Spero che mi odi, che mi detesti tanto da andarsene e non tornare mai più.

«Chloe ho bisogno di alzarmi... mi si è addormentata una gamba e devo andare in bagno». È la seconda volta che mi dice che deve andare in bagno, stavolta ci ha aggiunto la scusa della gamba addormentata, ma so cosa sta facendo e io non voglio.

Non gli rispondo. Infilo il piede - infagottato nei miei calzettoni blu - sotto al suo polpaccio e faccio scorrere la mia mano sulla sua pancia fino ad arrivare al fianco per tenermelo bello stretto. Lui sbuffa, ma non si muove, fino a che sento di nuovo la voce di Harry.

«Lo farai soffocare se continui a stringerlo in quel modo». Il suo tono di voce è divertito, non ha fatto il mio nome, ma è evidente che si stia riferendo al fatto che sto stritolando il mio amico.

«Piccola Cleo, Harry ha ragione, ti prego, ho bisogno di alzarmi». Sono costretta a lasciarlo andare per evitare altre battute a cui non so rispondere in questo momento, perché ci sono troppe sensazioni che non riesco a tenere a bada, troppe emozioni che non riesco a controllare, e seguo Kurt con gli occhi fino a quando scompare al piano di sopra.

Per fortuna, Hazel resta seduta. Avevo temuto che non appena Kurt si fosse alzato, lei l'avrebbe seguito lasciandomi sola con Harry, ma a quanto pare mi sbagliavo.

Mi metto seduta meglio, incrociando una gamba sotto al sedere, e sento spesso lo sguardo di Harry su di me: è da quando si è seduto su quella poltrona che guarda nella mia direzione. Pur non essendomi mai girata verso di lui, so che l'ha fatto, è solo una sensazione, ma sono certa che sia così.

Fingo una calma che non provo, una tranquillità che non mi appartiene in questo momento, perché un anno fa a quest'ora stavo mangiando pop-corn con la mano di Dylan che passava tra i miei capelli, mentre adesso sono un fascio di nervi per tutta questa assurda situazione.

Non avrei dovuto uscire con Harry, non avrei dovuto permettergli di avvicinarsi così tanto, e non dovrei essere in questo stato confusionale a causa sua, perché, per quanto tenti di negarlo, la sua sola presenza è il motivo principale della mia scarsa lucidità.

"La tua mente è come quest'acqua, amico mio: quando viene agitata diventa difficile vedere, ma se le permetti di calmarsi, la risposta ti appare chiara."

Altre parole arrivano dallo schermo del televisore e, mai come questa sera, questo film sta mandando a farsi benedire ogni mio tentativo di essere razionale, fredda, e distaccata. È come se il film mi stesse parlando, come se stesse tentando di mandarmi dei messaggi che però non voglio ascoltare.

Poi cado nel panico vero, quando vedo Hazel alzarsi.

«Sto andando a prendermi un po' d'acqua, volete qualcosa da bere?» Guardo la mia migliore amica in piedi accanto a me, implorandola con lo sguardo di non alzarsi, ma lei continua a sorridermi come se niente fosse, come se non capisse il senso di disperazione che provo e che sto cercando di comunicarle con gli occhi, poi si volta verso Harry aspettando una sua risposta.

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