66 - Non sei come gli altri

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Sto tentando di far prevalere il pensiero positivo. Ho fatto alcune ricerche su internet e ho letto che bisogna vedere ogni aspetto della vita - soprattutto quando si presentano degli ostacoli o delle difficoltà - come un fattore di crescita personale.

So bene che non devo farmi coinvolgere dai momenti negativi che, inevitabilmente, accadono nella vita di ognuno, perché ogni volta che l'ho fatto ne sono stata travolta e non riuscivo più a liberarmene, tanto che i momenti peggiori sono, in qualche modo, rimasti radicati dentro di me.

Lo stesso discorso vale per le persone.

A partire da me stessa: sto tentando di tenere lontana la negatività in ogni modo possibile, cercando di trovare in me solo cose che mi rendano felice, e mi rendo conto di averlo fatto - anche se non di proposito - con Dylan, perché stare con lui inizialmente voleva dire riportare a galla i momenti più dolorosi della mia vita, ma dopo averlo frequentato ed essere venuta a conoscenza del suo passato, ho iniziato a vedere tutto sotto un'altra prospettiva.

Tutte cose giuste - che ho fatto inconsapevolmente finora - ma quel meccanismo dev'essersi inceppato quando quella ha tentato di rientrare nelle nostre vite. Sì, nostre, perché io mi sento pienamente parte della vita di Harry e lei sta tentando di rientrarci senza essere stata invitata.

Amo Harry come non ho mai amato in vita mia, in un modo totalmente nuovo ed incredibilmente intenso, e non ho nessuna intenzione di perderlo. Per questo lotterò per lui, per noi e per la possibilità di essere felice. Non m'importa che lui continui a fare tardi la sera, sparendo per ore intere senza sapere bene dove sia - perché ogni volta che glielo chiedo continua ad essere evasivo - non importa nemmeno se lei sia talmente bella da attirare su di sé ogni sguardo, e neanche che i dubbi si siano insinuati in ogni angolo del mio cervello, perché il mio cuore gli crede, ha fiducia in lui e mi dice che devo solo dargli del tempo, come lui l'ha sempre concesso a me, senza domande e senza pressioni di alcun tipo.

Il suo comportamento non è cambiato in questi giorni, la sua assenza continua a pesarmi e le sue telefonate sono rare, ma non per questo sembra essersi allontanato da me. Sono combattuta tra sentimento e ragione, che sembra voler prevalere, però, quando sento la sua voce, quando riesco a guardarlo negli occhi, in quelle pochissime volte che ci siamo visti dopo che ho trovato la catenina nella tasca del suo cappotto, il sentimento che provo per lui prevale su tutto e dimentico ogni minuto in cui è stato lontano da me.

Oggi, però, non c'è pensiero negativo che tenga: stasera è la vigilia del suo compleanno e lui la passerà con me. Non importa se deve lavorare o andare a prendersi la sua "boccata d'aria" - come lui chiama la sua fuga serale - sto per entrare nel suo ufficio e lui non mi sfuggirà in alcun modo. Questo grazie anche alla complicità di suo fratello maggiore, che mi ha aiutata a preparare questa piccola sorpresa.

Io e Jordan ci siamo trovati d'accordo sul fatto che Harry sia troppo nervoso e troppo stanco per le ore che passa al lavoro. Ha bisogno di una pausa, di staccare da tutto quello che sta assorbendo le sue energie, e il suo compleanno è l'occasione giusta per portarlo fuori di qui e costringerlo a prendersi cura di sé stesso almeno per un giorno.

Ho organizzato ogni cosa, a partire da questo momento fino a domani sera e lui potrà protestare, fare capricci o qualsiasi altra cosa, ma niente mi tratterrà dal trascinarlo fuori da questo edificio e portarlo a casa con me.

L'oca bionda all'ingresso mi ha lasciato passare, con la sua solita espressione di disappunto, per il fatto che sul suo computer ci fosse scritto che avevo appuntamento con Jordan Stevens, ed io mi sono divertita come al solito nel guardarla osservarmi di sbieco mentre salivo in ascensore. Una volta arrivata al piano, cammino lentamente guardandomi intorno nella speranza di non incontrare quella.

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