uno

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*Alec's pov*

"Jace, per Raziel, ti prego, resta con me!" imploro in lacrime inginocchiato vicino al corpo insanguinato del mio parabatai.

Stavamo combattendo un demone Shax ed è stato ferito gravemente.

Passo il mio stilo sulla sua runa iratze, ma non lo guarisce, le ferite sono troppo gravi.

"Alec..." sento mormorare con un filo di voce.

"Risparmia il fiato, Jace, ti portiamo immediatamente all'Istituto."

Non posso perdere Jace, è troppo importante per me, lui non lo sa, ma ciò che provo per lui non è semplice affetto tra parabatai, è qualcosa di molto più profondo e intenso.

"Alec, ascoltami, dannazione!" dice sforzandosi per parlare.

Vedo le smorfie di dolore sul suo viso sanguinante.

"Ti ascolto, Jace."

Gli stringo forte la mano.

"Ti ho sempre amato, Alec." dice accennando un lieve sorriso dolorante.

Sbarro gli occhi.

Non faccio in tempo a metabolizzare quello che Jace mi ha detto che ricomincia a parlare.

"Ma adesso devi svegliarti."

"Cosa?" chiedo confuso.

"Svegliati Alec, svegliati!"

La voce del mio parabatai si trasforma gradualmente in quella di mia sorella, e quando apro gli occhi uscendo da quel sogno così realistico la vedo vicino al mio letto.

"Cosa vuoi, Izzy?" chiedo infastidito.

Sono sollevato che non fosse reale, che mio fratello non stesse realmente morendo, ma non riesco ad accettare che quelle parole fossero solo frutto della mia immaginazione.

"Buongiorno anche a te, fratellone." dice Izzy alzando gli occhi al cielo.

Noto che è già sistemata e truccata, i suoi capelli corvini sono perfettamente in ordine.

"Scusami, ho fatto un brutto sogno, non mi sono svegliato nel migliore dei modi."

Facendo leva sui gomiti mi metto seduto con le spalle poggiate al muro.

"Come mai mi hai svegliato?" domando stiracchiandomi con voce ancora impastata dal sonno.

"È stato nostro padre a chiedermi di venirti a chiamare, a breve arriverà il sommo stregone di Brooklyn qui in Istituto per rafforzare le barriere magiche."

"Ed io cosa centro?" domando non capendo il mio ruolo in questa faccenda.

"Papà è molto impegnato e vorrebbe che accogliessi tu il nostro ospite e stessi con lui per il tempo necessario perché svolga il suo compito." dice mia sorella sedendosi ai piedi del letto.

Indossa una maglietta argentata portata dentro un paio di pantaloni neri molto aderenti e ovviamente un paio di tacchi.

Non fa altro che vantarsi di quanto sia brava ad uccidere demoni su un tacco dodici, secondo me dovrebbe mettere la comodità prima dello stile.

"Okay, mi preparo." dico alzandomi di mala voglia.

Ma questo stregone dei miei stivali non poteva venire quando se ne sarebbe potuto occupare mio padre?

Che scocciatura.

Izzy esce fuori dalla mia camera salutandomi e chiudendo la porta dietro di sé.

Insosso un paio di jeans e la prima delle tante magliette nere che trovo nel mio armadio, non mi devo certo tirare a lucido per la visita dello stregone.

Se ricordo bene si chiama Magos o qualcosa del genere, forse Magnum.

Adoro le sfide || Malec Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora