ventotto

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*Magnus' pov*

Sono nel panico più totale, New York è grande e senza poterlo localizzare non lo troveremo mai.

La runa parabatai di Jace non è scomparsa, quindi almeno sappiamo che è ancora vivo.

"Cosa gli potrebbe essere successo?" chiedo a Jace camminando su e giù per la stanza, pensando a tutte le soluzioni esistenti.

"Qualsiasi cosa, è un Cacciatore, potrebbe essersi imbattuto in un demone superiore per esempio!" dice agitato "o in un Nascosto non troppo amante degli shadowhunter." aggiunge a voce bassa.

Ignoro questa sua riflessione e continuo a pensare.

"Ha qualche nemico?"

"Magnus, è uno shadowhunter, il capo dell'Istituto, ha più nemici che amici!" urla il biondo gettando a terra uno dei miei libri poggiati sul tavolino.

È davvero scortese comportarsi in questo modo a casa di qualcuno, ma per questa volta lascerò perdere i comportamenti arroganti di questo biondino.

Lo guardo male e mi piego per raccogliere il libro dal pavimento, da questo cade una vecchia foto in bianco e nero raffigurante me e Camille.

Rimango paralizzato, mi tornano alla memoria le minacce della vampira, aveva detto che me l'avrebbe fatta pagare e se in questo momento stesse torturando Alexander per vendetta?

"Camille Belcourt." dico in un sussurro.

"E lei cosa centra adesso?" domanda Jace disorientato.

"È la mia ex, ha minacciato Alexander ed io l'ho difeso attaccandola e per questo mi ha detto che me l'avrebbe fatta pagare." dico con voce tremante e sguardo perso.

Se dovesse succedere qualcosa al bel corvino a causa mia non me lo perdonerei mai.

Corro nella mia stanza seguito a grandi passi da Jace che per una volta sembra essersi totalmente affidato a me, prendo tutta la mia scorta di Acqua Santa, passandogliene diverse boccette.

Lui infila i contenitori nella cinta di cuoio che gli cinge la vita la quale è già piena di pugnali e spade.

Senza troppa scenografia, apro un portale.

"Andiamo!" grido entrando in questo seguito dal biondo.

Ci ritroviamo davanti all'ingresso del Dumort, i miei occhi felini sondando l'ambiente circostante mentre Jace con atteggiamento sicuro tiene le mani pronte vicino alle sue armi.

Gli shadowhunter sono abituati ad affrontare situazioni del genere, a lavorare sotto stress, per questo confido che il parabatai del mio Alexander possa essere lucido e adatto per questa missione di salvataggio.

"Camille, brutta stronza, so che sei qui!" grido feroce con tutta l'aria che ho nei polmoni.

Nessuna risposta, nessun movimento.

Perdo la pazienza e decido di entrare dentro la tana del lupo, o meglio, del vampiro.

Apro un ulteriore portale che ci fa ritrovare nella camera da letto di Camille, unico posto di questo Hotel che conosco bene.

La scena che mi si presenta davanti è raccapricciante, Alexander indossa solamente i boxer, è legato mani e piedi al letto, ha gli occhi chiusi, vari graffi riempiono il suo corpo e le lenzuola sono totalmente zuppe di sangue.

Non posso fare a meno che notare la cicatrice di un morso sul suo collo.

Mi fiondo immediatamente verso di lui e con grande sollievo scopro che è ancora vivo anche se ha il respiro affannato.

Poso delicatamente le mie labbra sulle sue, per un istante, avevo paura di non poterlo baciare mai più.

Mi allontano dal suo viso e con l'aiuto della mia magia spezzo le catene che lo imprigionano, mentre Jace ancora sconvolto si guarda intorno, pronto ad affondare la sua spada in qualsiasi cosa si muova.

Ho bisogno di qualche minuto per far rimprendere conoscenza al mio ragazzo, non posso trasportarlo in un portale privo di sensi.

Spazio autrice:
Ciao ragazzi, non mi odiate e non venite con i forconi sotto casa, vi prego! *si nasconde sotto al tavolo*

Vi sta piacendo la storia? Quanto odiate Camille da uno a quanto Jace odia le anatre?

Adoro le sfide || Malec Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora