sessantasei

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*Alec's pov*

Dopo un'intera giornata passata a rimandare demoni ad Edom, io e il mio parabatai ci avviamo finalmente verso l'Istituto.

Sono ricoperto da liquidi di ogni genere dall'odore nauseabondo e non vedo veramente l'ora di farmi una lunga doccia calda.

"Volevo chiederti una cosa." dico camminando al fianco di Jace.

"Si."

"Si, cosa?" domando alzando un sopracciglio.

"Si, sarei onorato di farti da testimone." dice tirandomi un pugnetto sul braccio già abbastanza dolorante.

"Ma come hai fatto?" chiedo sbarrado gli occhi, so di essere un libro aperto per il biondino, ma almeno poteva fare finta di non capirlo.

"Sei il mio parabatai." dice facendo spallucce come se questo potesse spiegare tutto, anche se effettivamente è una motivazione più che valida.

Sbuffo alzando gli occhi al cielo.

"Grazie, fratello." dico sorridendo e avvicinandomi a lui per abbracciarlo, ma mi posa una mano sul petto per bloccarmi.

"Non ti avvicini al mio splendido corpo in queste condizioni."

"Si, perché tu effettivamente profumi di acqua alle rose." dico alzando gli occhi al cielo.

Mi domando seriamente come faccia a sopportarlo, farà parte delle mie tante stranezze.

"Ti voglio bene, Alec." dice avvicinandosi a me per abbracciarmi, ma io copiando il suo gesto lo blocco.

"Non abbraccio gli stronzi." dico ridendo.

Jace sbuffa, ma con la sua forza leggermente maggiore della mia riesce comunque a stringermi tra le sue braccia.

"Non ti devi mica abbracciare da solo." dice ridendo prima di farmi lo sgambetto e farmi ritrovare steso a terra.

"Ti odio."

"Non è assolutamente vero."

Mi alzo e dopo alcuni minuti ci ritroviamo all'ingresso dell'Istituto, entriamo separando le nostre strade, ognuno diretto verso la propria camera.

Entro della mia chiudendomi la porta alle spalle, mi spoglio velocemente e mi infilo sotto la doccia lavando via tutto lo sporco e tornando finalmente a profumare.

Sento la porta di camera mia aprirsi e il letto cigolare, segno che qualcuno ci si è seduto sopra ignorando totalmente la mia privacy e quando si tratta di questo la prima persona che mi viene in mente è mia sorella.

"Alec sono qui, vestiti, non vorrei vederti nudo, grazie." grida Izzy da dietro la porta del bagno.

Forse non sono io quello prevedibile, forse ci conosciamo tutti e tre fin troppo bene.

Esco dalla doccia e dopo essermi asciugato infilo un paio di boxer puliti e un sotto di tuta che un tempo doveva essere nero.

Apro la porta del bagno, trovando mia sorella beatamente accomodata sul mio letto.

"Bel succhiotto!" esclama guardandomi maliziosa.

Sento le guance andare a fuoco e con un gesto veloce afferro una canotta e me la infilo.

"Che succede, Izzy?" domando sedendomi al suo fianco.

"Come che c'è?! Abbiamo un matrimonio da organizzare!"

Adoro le sfide || Malec Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora