diciannove

3.4K 158 103
                                    

*Alec's pov*

"Credo che adesso potremmo tornare al mio loft." sussurra Magnus nel mio orecchio.

Un brivido mi percorre tutta la spina dorsale, sia per il contatto del suo fiato caldo con la pelle del mio collo, sia all'idea di essere solo con lui a casa, per la prima volta come fidanzati ufficiali.

Vorrei davvero donarmi totalmente a lui, ma non credo di essere ancora pronto.

"Si, credo di si." dico dandogli un bacio delicato sulle labbra.

"Siete così teneri." dice mia sorella, unendo le mani e avvicinandosele ad una guancia, abbassando il viso verso la spalla adiacente.

Sembra che abbia appena visto due gattini farsi le coccole.

Magnus, però, è un po' un gattino pensandoci bene.

Mi scappa una risatina e cerco di trattenerla, per non dover spiegare al mio ragazzo che piega hanno preso i miei pensieri.

"Perché ridi?" domanda Clary.

Scherzavo, ti odio ancora.

"Perché sono contento." dico alzando le spalle.

"Non mentire." sussurra Magnus al mio orecchio.

Prima che possa ribattere, Jace si unisce alla discussione: "non sai mentire."

Alzo gli occhi al cielo.

"Eh va bene, la smorfia di Izzy mi ha fatto immaginare che stesse osservando due gattini che si coccolano, quindi ho pensato potrei chiamarti 'gattino'." dico arrossendo totalmente e abbassando gli occhi sulle mie scarpe.

Magnus mi alza il mento con un dito, mi mostra i suoi fantastici occhi felini e sussurra: "puoi chiamarmi come vuoi, ma preferisco 'amore'."

Sorrido e arrossisco ancora di più.

"Mi hai già chiamato così da ubriaco, ma non credo valga."

Perfetto, in questo momento anche un peperone è meno rosso di me.

"Vino veritas." dico in un sussurro.

"Ma tu hai bevuto Vodka." aggiunge lo stregone ridendo e abbracciandomi.

Dopo aver salutato tutti, torniamo a casa di Magnus.

"Ordiniamo la cena da Taki's?" domanda il mio ragazzo che con uno schiocco di dita apparecchia perfettamente il tavolo, senza lasciarsi sfuggire il dettaglio di una candela profumata al centro di questo.

"Va bene, ordina tu, stupiscimi."

"Ti stupiró in ogni secondo delle nostre vite."

Sorrido.

"Della mia vita." dico, ed un velo di tristezza copre i miei occhi.

"Come?"

"Tu sei immortale, Magnus, sarà la mia di vita a sfuggire via in un tempo che a te apparirà davvero veloce." dico sedendomi sul divano.

Queste parole che sto pronunciando mi fanno male, mi sto autoinfliggendo la punizione di elaborare questi pensieri, ma non posso ignorarli, dovremo affrontare questo discorso e fare pace con la realtà dei fatti.

Magnus si siede al mio fianco e mi prende la mano.

"Alexander, sono uno stregone, sono immortale e ti assicuro che anche se agli occhi degli altri può apparire fantastico, è una condanna. Sono sopravvissuto alle persone che ho amato, ai miei parenti, a tanti amici, ma se non avessi vissuto seicento anni, se non avessi dovuto sopportare tanto dolore dovuto a tante perdite, non ti avrei mai conosciuto."

Adoro le sfide || Malec Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora