Aggredita

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Fu un attimo soltanto, ma dalla mia testa non andò più via.

I nostri occhi si incrociarono, si fermarono e mi piace pensare che si sorrisero.

 Mi persi come una bambina nel verde del suo sguardo, per rendermi conto quasi subito che oltre la superficie perfetta c'era qualcos'altro: qualcosa di forte, che sembrava bussare da dietro una porta nascosta su quel viso.

Era malinconia, capii dopo, tornando verso casa. Forse era lo stesso tipo di malinconia che tante volte di recente avevo ritrovato sul volto di mio padre.

Rimanemmo immobili così, i miei occhi nei suoi, i suoi nei miei. Smisi di pensare a qualunque altra cosa. Respiravo lentamente, trattenendo il fiato. Le mie mani tremavano e sapevo che quella era tutta emozione che mi portavo dentro e che stava cercando di venire fuori, per mettermi in imbarazzo.

Poi "90 Days" finì, la musica si fermò e una ragazza si materializzò improvvisamente alle sue spalle.

Era alta, con lunghi capelli biondi che le toccavano il sedere e un corpo che sarei stata bugiarda a non definire attraente in maniera spudorata. 
Indossava un costume da bagno due pezzi, striminzito, che esaltava ancora di più le sue forme strabilianti. Accese una sigaretta e si sedette accanto a lui, facendo con la mano libera un cenno a qualcuno che doveva essere alle sue spalle. Mi voltai in quella direzione e vidi due ragazzi fermi a qualche metro da lei insieme a una persona più anziana. Li osservai incuriosita per alcuni istanti e mi resi conto che c'era qualcosa di terribilmente serio sui loro volti. Ma no, serio non era il termine adatto. Era qualcosa di... spaventoso.

Spaventoso?

Forse.

La mia preoccupazione se ne andò qualche istante dopo insieme a loro, e tornai ad osservare lui e lei. Fumavano restando seduti uno accanto all'altra e non parlavano, se non poche frasi spezzate, veloci. Si guardavano poco ma con quel modo di fare che appartiene soltanto a chi sembra conoscersi da sempre.
Esitai e volsi per un istante lo sguardo all'oceano di fronte a me.

Forse è ora di tornare a casa, pensai. Tanto che cosa sto facendo qui? Quanto devo sembrare stupida.

Anche se non era ciò che avrei voluto fare, tornai ad osservare loro due. Adesso lei gli era più vicina, o almeno così mi era sembrato. E aveva portato un braccio attorno al collo di lui, che era rimasto immobile, come se non la sentisse.

Ma non mi riguardava. Perché non me ne ero già andata? Che cosa stavo cercando? Quel formicolio allo stomaco era scomparso, giusto?

Oh no, non era proprio vero. C'era ancora. Forse era anzi aumentato; forse, addirittura, mi stava anche rendendo nervosa. Ma perché?

L'immagine dei suoi occhi che poco prima erano scivolati silenziosamente nei miei tornò ad oscurare i miei pensieri, e i battiti del mio cuore accelerarono.

Ma non hai mai amato nessuno, Millie. Che cosa pensi di sapere sull'amore? O su un battito del cuore? È un ragazzo che si è girato nella tua direzione. Tutto qui. È stato un caso. Una fatalità. Una...

E poi accadde di nuovo. Mentre lei sembrava sempre più vicina al suo corpo, lui si voltò di nuovo verso di me e i nostri occhi tornarono a incrociarsi mentre il resto del mondo, ancora una volta, si fermava.

Una storia d'amore d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora