L'aria della notte era fresca e profumava di pioggia. Sapevo che sarebbe scoppiato un altro temporale.
Non soltanto fuori.
Ero seduta su una delle tante panchine di fronte a una delle tante spiagge di East Bay. L'oceano si sarebbe preso gioco di me se avesse potuto leggere nei miei pensieri. Invece, gentilmente, si limitava ad osservarmi. E ad osservare Jaydon.
Che cosa ci saremmo dovuti dire? Che cosa avremmo potuto trovare durante quella notte, se non pioggia nuova?
Avevo bisogno di risposte.
<<Che cosa è successo, Jaydon? Che cosa sarà di Betty, ora? E di te?>>
<<È per questo che ti ho chiamato, Millie. Vorrei darti delle risposte. E non voglio perderti. So che non sono mai stato pieno di parole, anche perché ci conosciamo poco, in fondo. E non sono quel tipo di ragazzo, beh, lo avrai notato... non sono il ragazzo che si apre e dice ciò che prova.>>
<<Lo so>> risposi, ed era vero. Lo sapevo.
<<Ma tu... tu non hai mai fatto domande. Non lo hai mai messo con le spalle contro il muro. E avresti potuto, credo. Altre ragazze lo avrebbero fatto al posto tuo. Tu invece non mi hai mai forzato a fare o a dire nulla. Ed è straordinario, per me. Volevo che sapessi che l'ho apprezzato tantissimo.>>Gli sorrisi. Guardai le onde che si infrangevano forse più velocemente di fronte a noi, o forse era soltanto uno scherzo della mia mente.
<<Avrei voluto chiederti tante cose, Jay. Vorrei farlo anche ora. Se non l'ho fatto è stato perché sentivo in un certo senso che fosse giusto così.>>
<<Lo capisco, Millie. E mi dispiace non averti detto molto su di me, prima.>>
<<Prima?>>Jaydon annuì. Si alzò, mi porse la mano. La strinsi. Il tuono esplose.
<<Già. Vorrei parlarti di me, adesso, Mills. Non perché senta che sia la cosa giusta, o perché con Betty sia finita. Vorrei farlo soltanto perché... lo vorrei fare. È così difficile da spiegare. Ma...>>
Gli strinsi la mano nella mia. Riuscivo a capire ciò che stava provando. Era assurdo, irreale. Ma lo potevo sentire. E in quell'esatto istante, ogni ombra di malessere che avevo provato per ciò che ta successo prima era improvvisamente svanita. E pensarci mi faceva sentire ancora più in colpa, ma non aveva importanza. Jaydon era lì per me così come io ero lì per lui, ed era tanto sbagliato quanto perfetto.
<<Jay, non sei obbligato a raccontarmi...>>
Lui esitò. Mi guardò negli occhi con un'intensità che prima di quel momento ancora non mi aveva mai rivelato di possedere, neanche quando avevamo fatto l'amore. D'un tratto, provai la strana sensazione di non conoscerlo affatto. Era eccitante e spaventoso al tempo stesso.
<<Voglio farlo, Mills. Voglio che tu sappia chi sono e che cosa faccio per vivere. Voglio che tu mi conosca davvero.>>
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Una storia d'amore d'estate
Storie d'amoreMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...