La mattina successiva feci colazione in terrazza, insieme a mio padre.
<<Così andrai alla notte delle lanterne, eh. Non ne avevo sentito parlare, prima di ora.>>
<<Neanche io, pa'. A quanto pare è una tradizione di Orange Bay.>>
<<Orange Bay?>>
<<Sì. È... una piccolissima cittadina balneare che si trova a una ventina di miglia da qui.>>Mio padre sgranò gli occhi mentre mangiava l'ultimo boccone di uova e pancetta.
<<E con chi andresti?>> mi chiese, con sincero stupore nella voce.
<<Beh, a dire il vero... ho incontrato una ragazza e... sembra che andiamo d'accordo.>>
<<Tu? Hai stretto amicizia?>>Ecco, adesso era davvero sconvolto.
<<Millie, sei una ragazza socievole, lo so, ma... addirittura un'amica! In così poco tempo?>>
<<Uh. Già. Ecco, lei è una ragazza piuttosto... espansiva.>>
<<Espansiva, eh? Sarei molto curioso di conoscerla. E se la invitassimo per pran...>>Il mio telefono squillò. Sul display c'era scritto "Alicia".
<<Guarda guarda il caso. Direi che è una buona occasione per presentarla anche a me. Che cosa ne pensi?>>
Sgranai gli occhi.
Mio padre sembrava davvero preoccupato per me. Ero stata così tanto diversa, per tutto il resto del tempo? Eppure mi sembrava naturale, adesso... quel modo di comportarmi.
Invitai Alicia a prendere un caffè insieme a noi, e scoprii che in realtà era già a pochi passi dalla villa. Le avevo spiegato dove si trovasse il giorno precedente, ed ero incredibilmente curiosa di scoprire che cosa mio padre avrebbe pensato di lei.
Cinque minuti dopo, eravamo sulla nostra terrazza con vista oceano tutti e tre.
<<E... papà, ti presento Alicia.>>
Alicia fissò mio padre per una serie di secondi che mi sembrò interminabile senza dire nulla, e allora incominciai a preoccuparmi. Le diedi una gomitata cercando di non farmi notare.
<<Piacere di conoscerti, Alicia>> disse mio padre sorridendo e rompendo il ghiaccio.
<<Uh. Eh... sì, il piacere è proprio tutto mio, signor...?>>
<<Davenport. Ma Bruce andrà benissimo.>>
Lei spalancò la bocca e annuì vigorosamente con la testa.
<<Certo, Bruce è anche un nome grandioso. Come Bruce Willis, cazzo!>>
Alicia si accorse di essere stata scurrile in un contesto sconosciuto e allora catapultò le proprie mani sulla bocca. Mio padre rimase in silenzio per un istante e io feci lo stesso. Non avevo idea di che cosa avrei potuto dire. Ma l'attimo seguente lui scoppiò a ridere, sciogliendo tutto l'imbarazzo. E fu una risata così inattesa che ci contagiò immediatamente.<<Ah, sei una ragazza tosta, Alicia. Bene, mi piaci.>>
<<Oh! Wow. Uso. Che cosa posso dire, è tutto reciproco. Sì, assolutamente.>>
Le diedi un'altra gomitata sotto il grande tavolo in marmo che ospitava le nostre colazioni abbondanti.Mio padre si alzò. Si passò una mano tra i capelli lunghi e spettinati, poi ci chiese se volessimo dell'altro caffè. Alicia lo guardava con occhi strampalati.
Non potevo farci nulla se mio padre era l'uomo più figo della storia. Ma Alicia, così è tutto fin troppo evidente! Ti prego, controlla quegli ormoni. Ti prego, ti prego. Altrimenti chissà che cosa penserà lui di te!
Nonostante quelle mie speranze, non riuscii a fare a meno di notare che gli occhi di Alicia erano ancora persi su mio padre. Adesso sembravano fissare la sua camicia azzurra e sbottonata abbastanza da far intravedere parte dei suoi pettorali ben definiti.
<<E allora, Alicia>> disse lui, ammiccando,
<<stasera andiamo alla notte delle lanterne?>>
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Una storia d'amore d'estate
RomanceMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...