Non avrei mai dimenticato quel momento.
Io e Betty ci guardammo per un tempo che mi sembrò eterno. Scrutando a fondo nei suoi occhi vidi l'oceano, ma non quello che si stendeva a pochi passi da noi. Quello che avevo dentro.
Era fuoco misto a qualcosa di bellissimo. Sabbia, errori, azzurro. Mio padre e mia madre quando eravamo stati insieme, quando eravamo stati una vera famiglia felice. E mentre Betty scandiva parole senza suono, mi rendevo conto che nonostante sentissi di provare qualcosa di estremo per Jaydon, semplicemente il mio posto non era lì.
Perché non era giusto, e non lo sarebbe mai stato.
Betty pianse di fronte a me. Fu l'unica cosa che non avrei mai creduto possibile. Jaydon era immobile. Lo guardavo e sembrava... no, non sembrava, era... dispiaciuto.
Che cosa avrei dovuto fare? Come avrei dovuto sentirmi?<<Scusami, Betty>> dissi, in un sussurro. <<Mi dispiace.>>
Betty scosse la testa. Si voltò, poi si incamminò lontano da noi.
Jaydon mi guardò. Lo guardai anche io, incapace di parlare, di dire che cosa stessi provando.
E allora ripensai alle parole di mio padre. Lui aveva fatto di tutto per me. Nonostante mi avesse avvertita; nonostante mi avesse detto che da quella situazione non avrei ricavato nulla di buono. È vero, avevo scoperto di provare qualcosa per Jaydon. E lui per me. Ma a che prezzo?
Betty era sempre più lontana. Non la conoscevo, eppure mi sembrava di provare un'empatia incredibile nei suoi confronti. Il cerchio perfetto in cui viveva si era in qualche modo spezzato e io ne ero la causa. Non avevo cercato di ferirla, ma era successo. E dentro di me, in profondità, ero certa di una cosa: non sarei stata in grado di vivere quell'amore nel modo in cui avrei voluto. Perché sarei inciampata sempre, tutte le sere, in quell'immagine nella mia testa. Lei che si allontanava da noi, dandoci le spalle, in lacrime. Io e lui che condividevano quel silenzio.
Così chiusi gli occhi. Jaydon si avvicinò a me ed io, sicura di ciò che avrei fatto di lì a poco, lo evitai.
Già, per la prima volta da quando lo avevo conosciuto ero riuscita a tenere volontariamente le distanze da lui.
E ciò che provavo... tutte quelle sensazioni, tutti quei brividi... tutto l'amore... dov'era adesso tutto ciò? Non avevo una risposta ma sapevo dove non era.
Non lì, di fronte a quella mattina che timida si faceva spazio tra le ore del giorno.
<<Millie>> disse Jaydon, cercando di avvicinarsi a me.
Ma io, ancora una volta, mi allontanai da lui.
Adesso, Millie? Proprio adesso che tutto è andato in frantumi?
Sì, proprio adesso. Ora che potrei avere ciò che a Washington avevo sempre soltanto sognato. C'è un prezzo da pagare per la felicità, a quanto pare. E gli occhi di Betty...
Guardai Jaydon ancora una volta. Avrei voluto stringergli le braccia intorno al collo, sentirlo vicino, baciarlo e lasciarmi baciare da lui, e invece mi resi conto che non sarei potuta rimanere lì un attimo di più. Mi voltai nella direzione in cui Betty si era allontanata e incominciai a correre.
Ero determinata a ritrovarla e a dirle che mi dispiaceva davvero per tutto ciò che era successo.
<<Millie, che cosa stai facendo?>> chiese Jaydon.
Mi raggiunse dopo alcuni istanti. Ci guardammo negli occhi, scavando tra le parole che non riusciamo a dire.
<<Che cosa credi di fare, Millie?>>
Scossi la testa, esasperata. Sentivo un vortice crearsi dentro di me, inatteso e improvviso.
Era laggiù che cadeva tutto, quando le scuse a nostra disposizione si esaurivano?
<<Non lo so, Jaydon. Non lo so.>>
<<Dispiace anche a me, Mills. Ma lei...>>
<<Lei che cosa?>>
Lui sgranò gli occhi.
<<Non lo so. Non lo so, Millie. Che cosa avrei dovuto fare? Che cosa avrei dovuto dire?>>Non lo sapevo nemmeno io. Non avevo una risposta. Tutto ciò che volevo, adesso più che mai, era scappare da lì.
Scappare da Portway.
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Una storia d'amore d'estate
RomanceMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...